Come ben sai, Google continua ad affinare i suoi algoritmi, e anche questo mese ha effettuato 40 “ritocchini” – dopo i 17 di Gennaio – più o meno importanti. Fra i tanti c’è l’ennesimo update del Panda, ora definito più preciso e “sensibile”, ma fra i 40 punti ce n’è uno molto più interessante di questo. Come infatti ha notato anche Matt McGee, una della modifiche riguarda la valutazione dei link. Google ha affermato che “spesso usiamo le caratteristiche dei link per aiutarci a capire l’argomento della pagina linkata. Abbiamo cambiato il modo in cui valutiamo i link; in particolare, stiamo abbandonando il metodo di analisi dei link che abbiamo utilizzato per diversi anni. Spesso riprogettiamo o abbandoniamo parti del nostro sistema al fine di lasciarlo più facilmente mantenibile, pulito e comprensibile”. Questa frase è alquanto sibillina. Chris Crum ipotizza che un cambiamento del genere potrebbe avere conseguenze sul PageRank di tutti i siti web. Ma non credo sia questo il nocciolo della questione. Per anni il link è stato lo strumento principale per condizionare il posizionamento di un sito web. Attorno ai link sono nati business di ogni genere, marketplace (ricordo Text Link Ads e LinkLift, giusto per citare 2 nomi) pubblici di compra-vendita di collegamenti ipertestuali e forum dove queste pratiche avvengono ancora oggi, più o meno alla luce del sole. Ricordo anche la lunghissima diatriba sul nofollow, le penalizzazioni di Google nei confronti di chi vendeva link “non sterilizzati” e infine l’arrivo dei nuovi segnali sociali atti a condizionare il posizionamento dei siti web. Credo che il punto sia proprio questo: l’enorme crescita del numero di Like, Tweet e +1, rispetto al numero dei link, non può lasciare indifferente Google. Come ho già avuto modo di dire più volte, in valore assoluto il numero degli apprezzamenti sociali è aumentato a dismisura rispetto al numero dei link: ben pochi hanno oggi un sito/blog dove inseriscono un link verso qualcuno, rispetto ai moltissimi che cliccano sui bottoncini di Facebook o Twitter. Sono profondamente convinto che la natura del nuovo social web, quello emerso da 3-4 anni a questa parte, sia all’insegna dell’apprezzamento veloce: meno commenti e link, più “Mi piace” e “Retweet”. Sembra quasi che gli utenti non abbiano più il tempo / la voglia di prendere un link che trovano interessante, ed inserirlo poi in un post scritto di loro pugno. L’apprezzamento, l’approvazione, passa da un click veloce su un pulsante sociale. Di queste cose Google deve necessariamente tenere conto, equilibrandole col peso – probabilmente eccessivo – dato sino ad ora ai link. Google +1, Google+ e Google Search Plus Your World sono tutti passi in questa direzione: vedremo se presto nelle SERP si avvertirà il passaggio dalla link economy alla like economy.