E alla fine Google+ è nato. Dopo il mancato decollo di Orkut (almeno dalle nostre parti, s’intende…), dopo aver visto arenare Google Friends Connect e Google Buzz, dopo aver creduto che Google +1 fosse l’ultimo “tentativo sociale” di Google, ecco che da Mountain View arriva la grande sorpresa di un vero e proprio social network. Google+ è composto da vari elementi; fra questi spiccano (lascia stare la penosa traduzione dei nomi inglesi fatta da Google…): • +Cerchie: è il “social ristretto” di Google, in contrapposizione al “social allargato” di Facebook. Google lancia una grossa frecciata indirizzata proprio nella direzione di Facebook: “il problema è che gli attuali servizi online trasformano l’amicizia in un supermercato: prendono le persone e ci appiccicano sopra l’etichetta “amico”. E la condivisione ne risente.” Circles (questo il nome inglese del servizio) permette dunque la creazione di piccole reti dinamiche e selettive, che possono essere create e cancellate in base alle esigenze, in pochi istanti. • +Spunti: Spunti (in inglese Sparks) è definito da Google come “un motore per la condivisione online”. Si inseriscono i temi di proprio interesse, e il servizio genera automaticamente un feed di contenuti correlati, ovviamente condivisibili. • +Videoritrovi: in 2 parole, è la videochat sociale di Google. Un po’ Skype (servizio che Google voleva comprare solo qualche settimana fa…), un po’ Chatroulette 🙂 • +Mobile: sotto il cappello del mobile spiccano 3 servizi: – posizione geografica: è possibile geolocalizzare ogni proprio post, ovvero comunicare in ogni momento agli amici la propria posizione (qualcuno ha detto Foursquare? o Gowalla?) – caricamento istantaneo: ogni volta che si scatta una foto, questa finisce nel cloud pronta per essere condivisa (qualcuno ha detto Instagram?) – huddle: in pratica, un po’ chat e un po’ “SMS multiutente” (qualcuno ha detto Meebo?) • +Tu: Google+ mira dunque alla centralità dell’utente, alle amicizie vere, al portare in rete la vita reale. Più social circle e meno social network, insomma: almeno non si potrà dire che han copiato Facebook… P.S.: ovviamente puoi trovare il Tagliaerbe anche su Google+ 🙂