i click

Negli ultimi giorni parecchi siti (anche italiani) si sono affrettati a riportare la notizia secondo cui i click effettuati sul pulsante +1 verranno utilizzati da Google per migliorare il ranking delle pagine web. Tutto parte da un articolo dal titolo Google Explores Re-Ranking Search Results Using +1 Button Data, nel quale un portavoce di Google pare abbia inviato una email a Wired.com con dentro questa frase:

“Google studierร  i click sul bottone +1 come un segnale che influenza il ranking e il modo in cui siti compaiono nei risultati delle ricerche. Lo scopo di tutti i fattori di posizionamento รจ quello di migliorare la qualitร  complessiva delle ricerche. Per il +1 e gli altri fattori sociali di ranking, inizieremo con attenzione per apprendere come questi segnali sono legati alla qualitร .”

Nell’articolo si fa riferimento anche ad un pezzo di Forbes – ora rimosso dal sito – intitolato Stick Google Plus Buttons On Your Pages, Or Your Search Traffic Suffers, nel quale il rappresentante di Google pare abbia detto al giornalista: “Metti il bottone +1 nelle pagine del tuo sito, o il traffico dal motore di ricerca ne subirร  delle conseguenze.”

A parte il tono un po’ duro/sibillino della seconda frase, francamente non capisco cosa ci sia di nuovo o di strano in questo atteggiamento di Google, che secondo Wired (e molti dei siti che hanno riportato la notizia) รจ “un argomento delicato per il gigante della ricerca, soprattutto in considerazione del controllo a cui รจ sottoposto Google da parte di Washington e dell’Europa per il fatto di favorire i propri prodotti rispetto a quelli di altre aziende.”

Chi mi legge abitualmente sa bene che non sono mai stato troppo morbido con Google, ma su questo tema ritengo che il discorso sia stato trattato, dai media che han riportato la notizia, con approssimazione e superficialitร . Il punto รจ che da parecchi mesi Google ha iniziato un percorso verso i social, culminato con Google+, nel quale i “fattori sociali” hanno iniziato a rivestire una importanza sempre maggiore per Mountain View.

Non c’รจ nulla di segreto in questo percorso: se andiamo a riprendere questa dichiarazione di Matt Cutts dello scorso anno, possiamo ascoltare che dice molto chiaramente “si, posso confermare: utilizziamo i link di Twitter e Facebook nel ranking” e anche “utilizziamo ora questi fattori mostrando lo streaming nella Real-Time Search, ma stiamo lavorando per cercare di farne un uso piรน ampio anche nella web search”.

All’inizio di Giugno, con l’arrivo del pulsante +1, mi ero posto la domanda “i click sul bottone Google +1 influenzeranno la posizione della pagina votata allโ€™interno del motore di ricerca?”, e mi ero dato una risposta: SI ๐Ÿ™‚ Se vai a riprendere quel post, noterai che giร  3 mesi fa era chiaro e lampante che Google avrebbe utilizzato i segnali provenienti dal +1 “per rendere i risultati della ricerche ancor piรน utili e pertinenti” e “per determinare la rilevanza di una pagina e il suo posizionamento”.

Non c’รจ nulla di scandaloso, non รจ proprio il caso di stracciarsi le vesti e di invocare l’antitrust: la search del futuro (anzi giร  quella del presente) finirร  inevitabilmente per considerare le “raccomandazioni” che l’utente puรฒ esprimere attraverso i vari social, siano questi Facebook, Twitter o +1. Google non ha (quasi ๐Ÿ™‚ ) colpe, deve adattare continuamente i suoi algoritmi per cercare di offrire all’utente finale le migliori risposte possibili. Da quello dipendono le sorti del motore di ricerca. E se per farlo deve utilizzare i dati che estrae dal suo bottoncino, insieme a quelli di enne altri social, non ci vedo nulla di male.