Da tempo si discute circa il futuro dei search engine: già nel 2009 Google ha svoltato verso la ricerca social e in tempo reale, mentre dallo scorso anno Bing ha integrato Facebook, con l’obiettivo di aiutare l’utente a prendere decisioni migliori e più consapevoli. Ma all’orizzonte si delineano cambiamenti ancora più epocali. Alan Eustace, SVP della divisione search di Google, ha esposto di recente il pensiero di Larry Page riguardo al Google del futuro: Risposte, non solo risultati. Page non è soddisfatto del fatto che Google fornisca solo un insieme “scollegato” di risultati, e vuole che vengano forniti risultati più organizzati e correlati. Per esempio, la ricerca “qual’è il modo migliore per costruire una tuta spaziale?” potrebbe fornire prima una serie di video didattici, seguiti dalle aziende in grado di fornire i materiali e le risorse ingegneristiche per completare tutta l’attività. Offrire risultati rilevanti PRIMA che l’utente cerchi. Prendiamo l’esempio di una persona che soffre di problemi al ginocchio e ha fatto varie ricerche nell’ambito delle tecniche chirurgiche. Successivamente Google potrebbe ottenere informazioni su una nuova tecnica sperimentale in grado di ridurre i tempi di recupero del 30%, ma ad oggi non c’è modo di presentare quel risultato all’utente fino a che non effettua una nuova ricerca. Fra i futuri obiettivi di Google c’è quello di fornire agli utenti questo genere di informazioni, anche quando non vengono attivamente cercate. Un contesto migliore. Questa volta l’esempio riguarda una persona che vuole programmare un viaggio a New York per la prossima settimana, e si pone una domanda del tipo “cosa posso fare a New York?” Il Google del futuro capirà la domanda, fornendo un elenco di attività basate sugli interessi dell’utente e si “ricorderà” che la persona è stata a New York in un determinato periodo, quando effettuerà nuove ricerche. Ecco invece cosa dice Steve Ballmer riguardo al futuro di Bing: Bing è probabilmente il servizio di Microsoft per il quale sono più euforico. Quando lo dico ai nostri azionisti, che guardano i rapporti finanziari e vedono che (in Bing) perdiamo un sacco di soldi, questi mi chiedono: “perchè sei così euforico?” Io rispondo che Bing rappresenta il futuro dell’informazione tecnologica. Ciò che dobbiamo davvero fare è trasformare queste macchine in modo che capiscano noi e le nostre domande. Dovremmo essere in grado di poter dire al computer – verbalmente o via tastiera – “devo prepararmi per il mio viaggio alla Imagine Cup”. Questo dovrebbe significare qualcosa per questi sistemi, mentre oggi non significa nulla. Faccio un esempio più divertente. Se entro oggi in un motore di ricerca e scrivo “stampa la mia carta d’imbarco per Southwest” quello che ottengo è solo caos. Il punto è che i computer, i motori di ricerca, oggi non capiscono il significato dei verbi. Capiscono solo i sostantivi, i nomi. Ma noi esseri umani vogliamo dare dei comandi a questi sistemi per far loro fare qualcosa per noi. In Bing stiamo sviluppando la tecnologia per capire e cercare di simulare il mondo degli utenti, dei loro interessi e di cosa vogliono ottenere dai motori di ricerca. Siamo molto entusiasti del lavoro che stiamo facendo con Facebook: questo inizio di integrazione ci permette di vedere non solo le “informazioni del mondo”, ma anche cosa i nostri amici pensano, come vedono il mondo che li circonda e quindi “votano” le cose che sono interessanti per noi. Io penso che ci sono grandi opportunità perché in futuro accadano cose ancor più entusiasmanti.