L’utente medio che utilizza Google effettua delle ricerche e si aspetta delle risposte quanto più precise possibile, gli basta questo, quindi difficilmente si soffermerà sullo studio di cosa stia cambiando dietro le quinte e perché, a volte, Google stia diventando così intraprendente nel dare direttamente la risposta alla domanda ancor prima di mostrare i risultati di ricerca. In questo articolo proverò a spiegarvi quale sia la Mission di Google e quali siano i reali cambiamenti sotto il “cofano” di Google e come si riflettano sulle pagine dei risultati di ricerca (SERP).

Il cambiamento radicale di Google

Il primo grande cambiamento è stato quello strutturale, il vecchio motore è stato completamente rimpiazzato da un nuovo motore semantico in grado di individuare entità univocamente riconoscibili nelle pagine web e stabilirne le relazioni con tante altre entità. Le relazioni tra le varie entità sono l’aspetto fondamentale su cui si costruisce il nuovo motore perché da la possibilità a Google di approssimare (azzardare) una risposta per deduzione. Faccio un piccolo esempio, se Ivano Di Biasi vive a Via dell’Epomeo (entità indirizzo) che si trova a Napoli (entità città) che si trova in Italia (entità nazione) e nel web, se in qualsiasi documento che parli di Ivano Di Biasi non c’è mai scritto che vivo in Italia, Google sarà comunque in grado di affermarlo con certezza deducendolo dal fatto che le due entità (indirizzo+città) sono figlie dell’entità Italia e quindi io vivo in Italia anche se in realtà non l’ho scritto esplicitamente da nessuna parte. Questa capacità deduttiva basata sulle relazioni tra le varie entità da a Google una sorta di intelligenza artificiale che gli permette di rispondere con certezza su molti argomenti di cui è “bene informato” e di dedurre possibili risposte attraversando le relazioni tra gli elementi dell’ormai noto Knowledge Graph. Per gli appassionati di algoritmi, vi consiglio di dare un’occhiata ai seguenti argomenti:

  • URI ed URN
  • RDF (Resource Definition Framework)
  • Ontology per quanto riguarda gli algoritmi semantici
  • Knowledge Graph

Se invece non siete curiosi non preoccupatevi, questi tecnicismi sono dietro Google e potete tranquillamente trascurarli, vi basta solo sapere che:

  • Elementi importanti e noti possono essere individuati univocamente
  • Gli elementi possono essere individuati e tradotti in ogni lingua, ad esempio CAP e ZIP sono la stessa cosa per Google e li riconosce nelle varie nazioni anche se hanno formati diversi, solo numeri, numeri e lettere ecc…
  • Le relazioni tra gli oggetti definiscono l’intenzione dietro la ricerca di un ipotetico utente, tutte le relazioni tra gli oggetti definiscono tutto il possibile insieme di ricerche che un utente può fare avendo intenzioni diverse.
  • Google ha un database di oggetti (entity) di cui conosce proprietà e relazioni e quindi può dare risposte precise. Provate a cercare su Google “fratello di Maradona” e ve ne renderete conto, oppure “stipendio di Higuain”, oppure “Dove è nato Ivano Di Biasi” o “Chi è il fondatore di SEO Cube”

Il cambiamento della SEO senza keyword

Analizzando le risposte di Google ci si rende subito conto che le keyword, per come le intendevamo fino all’anno scorso circa, non esistono più, il loro rendimento è del tutto frammentato da numerosi fattori tra cui la geolocalizzazione in primis. Provate ad andare su Google e cercate “pizza Napoli” , se non siete a Napoli uscirà prima di tutto Wikipedia perché Google sa che non siete “esperti” di pizza e non capisce la vostra reale intenzione quindi vi fornirà la solita informativa, poi usciranno le pizzerie della città in cui vi trovate. Provate poi a cliccare su strumenti di ricerca e cambiate la vostra località scrivendo Napoli. Google ometterà Wikipedia tra i risultati perché presuppone che se vi trovate a Napoli sappiate perfettamente cosa sia una Pizza e quindi vi proporrà solo i luoghi in cui andare a mangiarla. Questi esempi solo per farvi comprendere che provare a fare SEO solo mirando a parole chiave è al giorno d’oggi una follia perché il rendimento della campagna è totalmente imprevedibile ed inefficace. Oggi Google è un motore di ricerca molto complesso e con Hummingbird direi che è decisamente intent based, ossia tendente al comprendere quale sia l’intenzione dietro alla ricerca dell’utente, quindi l’approccio del SEO deve essere completamente diverso. Detto in maniera piuttosto spicciola, il SEO deve individuare le intenzioni “utili al business” e provare ad essere rilevante esclusivamente su quello.

Come fa il SEO a pianificare le attività?

In uno scenario del genere vi posso dire per certo cosa non deve fare un SEO moderno:

  1. Non deve basare la propria campagna sul posizionamento di parole chiave
  2. Non deve utilizzare AdWords per scegliere le keyword perché i volumi di ricerca indicati sono troppo distanti dal reale volume di ricerca organico delle parole chiave sempre per problemi di frammentazione
  3. Non utilizzare programmi di tracking delle posizioni nelle SERP
  4. Non fare article marketing
  5. Non fare link building se non si sa esattamente a cosa si stia puntando

In pratica, buona parte delle vecchie attività sono ormai obsolete  e spesso controproducenti. L’unica attività che fa ancora la differenza è la link building ma va fatta sulla base di una profonda conoscenza dell’impatto che i link possano avere su una pagina web altrimenti vi farete danni da soli. Fare link building oggi è qualcosa di estremamente complicato ed in Italia solo in pochi sono in grado di farla senza mettere a rischio la vostra attività ed il vostro business online.

Che ruolo gioca il Social con il nuovo Google?

Quante volte avete letto in giro che la SEO è morta ed il Social Media Marketing ne ha preso il posto? Credo decine di volte ma sono sicuro che nessuno vi abbia mai motivato queste affermazioni in modo credibile, ora ci proverò io. Quando Google ha deciso di lanciare Google+, tutti , me compreso, hanno pensato che Google stesse sferrando un attacco a Facebook provando a ritagliarsi la propria fetta di mercato nei social network, ma in realtà non era affatto così! Google stava invece provando a mettere in atto qualcosa che era fallito in precedenza con i vecchi attributi XFN, ossia attributi da mettere sui link per segnalare la relazione tra vari siti web, ad esempio rel=”parent”, rel=”friend” ecc… XFN è fallito come progetto perché troppo tecnico e non alla portata dell’utente medio, che invece, non ha avuto alcuna difficoltà ad iscriversi su Google Plus ed aggiungere un link al proprio sito e viceversa per validare l’authorship. In questo modo Google ha trasformato un web fatto di siti e pagine in un web fatto di siti, publisher ed autori con una certa affidabilità (trust), reputazione (reputation) ed autorevolezza (authority). Tra i vari brevetti acquisiti da Google ce n’è uno per riordinare i risultati di ricerca in base all’Author Authority, quindi a parità di contenuti saranno mostrati prima quelli di autori più affidabili ed autorevoli per evitare di fornire risultati di scarsa qualità. Vengo al dunque, a come si costruisce il Trust e l’Authority di un autore o di un sito web. L’unico modo è esserlo sul serio come nel mondo reale, gli altri devono fidarsi di voi consigliando a terzi di seguirvi, gli altri devono credere in voi ricondividendo i vostri contenuti, gli altri devono confermare la vostra reputazione parlando bene di voi, Google è li pronto a prenderne nota ed a modificare le SERP sulla base di quanto abbia acquisito.

Quindi come si fa SEO nel 2014?

La SEO nel 2014 non ha nulla a che vedere con le parole chiave, nulla a che vedere con le stupide ottimizzazioni di Title, H1, Strong ed altre banalità alla portata di chiunque. Oggi è di vitale importanza capire cosa si stia promuovendo sul web e di identificare in maniera univoca i punti di forza del proprio business per farli conoscere ai propri possibili acquirenti. E’ fondamentale individuare tutte le possibili intenzioni dell’utente che potrebbero condurli in maniera efficace verso il vostro sito web e capire quali siano le entity coinvolte nell’intenzione e fare in modo che il sito web diventi rilevante su ogni entity e le entity correlate. Vi potrà sembrare complesso quindi ve lo dico in maniera molto più semplice ma non meno efficace.

  1. Conoscete a fondo il valore aggiunto ed unico della vostra azienda
  2. Trovate il modo di comunicarlo ai vostri ipotetici clienti
  3. Fate in modo che diventino dei vostri fan reali e poi diventeranno clienti
  4. Parlate di ciò che fate in dettaglio e approfondite gli argomenti correlati
  5. Fate link building mirata per posizionarvi meglio
  6. Scrivete contenuti unici e che forniscano al lettore un valore unico

Google ha aggiunto un gran numero di segnali, controlli ed algoritmi di fuzzy logic ma tutta questa matematica ed ingegneria del software solo per fare in modo che Google si avvicini sempre più al modo di pensare dell’uomo, quindi dimenticate che Google sia un software e provate a lavorare e produrre contenuti per gli esseri umani e non più per ingannare un programma, non funziona più e non funzionerà mai più in futuro, ora posso affermare che veramente the Content is King. Autore: Ivano Di Biasi, per il TagliaBlog.