twitter e in google

Il 21 Agosto 2015, Google ha ufficializzato l’integrazione di Twitter nei risultati del motore di ricerca.

Lo ha fatto aggiungendo una piccola riga ad un post di 3 mesi prima (nel quale già si annunciava l’integrazione dei tweet, ma solo nelle ricerche effettuate via mobile), e (giustamente) anche tramite il suo account Twitter:

Il tweet con cui Google annuncia l'integrazione di Twitter

Anche se per ora la cosa sembra interessare solo le query in lingua inglese, cerchiamo di capire cosa potrà succedere nelle prossime settimane/mesi, quando inizieranno a comparire i tweet all’interno di Google.it (e in tutte le altre lingue del motore di ricerca).

Twitter nelle SERP di Google: NON è una novità!

Iniziamo subito col dire che i primi tweet nelle pagine di Google risalgono al lontano 2009: allora si parlava insistentemente di “search in tempo reale”, e nell’Agosto del 2010 venne addirittura lanciato Google Realtime Search (qualcuno se lo ricorda?), che dall’URL

https://www.google.com/realtime

prometteva di mostrare “aggiornamenti provenienti da noti social network, come Twitter, Facebook e Buzz“.

Il progetto sparì nell’arco di pochi mesi per rinascere (in questi giorni) dopo 5 anni, ma con molta meno enfasi di allora (e solo con Twitter come social).

Dimensione e posizione dei tweet in Google

Ma come sono questi cinguettii dentro le pagine di Google? Che forma hanno?

Sia nella versione desktop che in quella mobile, si presentano sotto forma di carousel, ovvero di “carosello” di contenuti scorrevoli.

Ecco un esempio di tweet in una ricerca effettuata via desktop:

Twitter nelle ricerche desktop di Google

Via mobile, possiamo invece notare 2 diversi formati:

Twitter nelle ricerche mobile di Google

in uno è presente una immagine molto grossa con il testo del tweet sotto l’immagine stessa; nell’altra c’è la piccola icona del tweettatore con nome e indirizzo del profilo, e appena sotto il cinguettio (oltre ad un link che permette di caricare altri tweet relativi alla query).

Indipendentemente dallo schermo utilizzato, è bene sottolineare che i “tweet-carosello” occupano una porzione molto importante ed evidente della SERP (addirittura mezzo display dello smartphone!): ti suggerisco quindi di iniziare a fare qualche test per capire meglio come sfruttare questo social, al fine di guadagnare la tua porzione di spazio nelle pagine di Google (e magari per scalzare, anche se solo temporaneamente, qualche concorrente da SERP interessanti 😉 ).

Tweet di personaggi famosi, brand e “temi caldi”

Queste 3 saranno, con buona probabilità, le aree principali dalle quali Google prenderà i tweet da mettere nelle SERP.

Attori, cantanti, star di vario genere e noti marchi, hanno normalmente un profilo su Twitter dal quale cinguettano più volte al giorno. E quindi Google ha (giustamente?) pensato che l’integrazione nelle pagine del motore di questo flusso di conversazioni in tempo reale, possa aggiungere del valore ai risultati delle ricerche.

Immagino invece che gli editori online aumenteranno ulteriormente l’attenzione nei confronti dei “trending topic” di Twitter, e magari anche degli articoli “recenti”, “in evidenza” e “più popolari” di Google News, che se ben tweettati potrebbero essere scelti per posizionarsi bene nelle SERP, seppure per pochi istanti.

Si tratta infatti di posizionamenti effimeri, che seguono il trend del momento, ma che possono portare una buona ondata di traffico se gestiti con un tempismo perfetto.

Algoritmo della rilevanza dei tweet in Google

Come farà Google a scegliere quali tweet “posizionare meglio” nelle pagine del motore?

Per rispondere a questa domanda, vado a riprendere 2 miei vecchissimi post del 2009 e del 2010, nei quali facevo una serie di ipotesi.

Ecco i parametri che penso/pensavo che Google avesse utilizzato nel suo vecchio algoritmo (sì, perché come ho detto già detto, 5-6 anni fa Google aveva timidamente iniziato ad integrare Twitter nelle SERP):

  • Quantità (numero) e soprattutto qualità dei follower (se sono seguito da Matt Cutts, avrò certamente un certo peso quando cinguetto su temi legati alla SEO)
  • Rapporto fra follower e following dell’account (=non deve essere troppo sbilanciato per non puzzare di spam)
  • Contenuto (termini e temi utilizzati più comunemente nei tweet), link (verso quali risorse) e hashtag usati con più frequenza
  • Liste nelle quali è stato inserito l’account (sia a livello di qualità, che di argomenti)

Ricordo inoltre che Amit Singhal parlò proprio dello sforzo di Google di identificare i “reputed follower“, equiparando un utente che segue un altro in un social media ad una pagina che linka un’altra sul web. Entrambe sono forme di “raccomandazione”. Quando pagine di alta qualità linkano un’altra pagina sul web, la qualità della pagina linkata sale. Allo stesso modo, nei social media, se un utente affidabile e riconosciuto segue un altro utente, la qualità dei follower di questo sale.

Google comprerà Twitter (e chiuderà Google+ ?)

Come accennavo poco sopra, le 2 aziende erano molto vicine anni fa, al punto che a Febbraio 2009 ipotizzai che Google avrebbe comprato Twitter nell’arco di poco tempo. 🙂

Ma le cose andarono diversamente: evidentemente, in quel periodo storico, Twitter era troppo di moda e aveva quindi troppe pretese (economiche). Google allora si rimboccò le maniche, e a metà del 2011 tirò fuori il “suo social network”, Google+, annullando l’accordo in essere con Twitter.

Oggi, 4 anni dopo, di Google+ si parla come di un morto che cammina. E il valore delle azioni di Twitter è ai minimi storici.

Che sia arrivato il momento buono per l’acquisizione?

Max Valle

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