Che (bei?) tempi quelli della New Economy! Non sapendo come calcolare “scientificamente” il valore di un sito, c’era gente che prendeva gli utenti unici – e/o gli iscritti alla “community” – e cercava di dare appiccicare su questi un prezzo. E finiva che gli euro pagati per ogni singolo utente erano davvero parecchi, anche anni dopo la Dot Com Bubble. Ma guardiamo ora il grafico qui sopra e andiamo a leggere “Here’s How Much A Unique Visitor Is Worth” (su Business Insider).
“I siti web amano vantarsi dei propri visitatori unici. Piรน sono gli utenti unici, piรน un sito ha valore. Il valore degli unici di un sito dipende interamente da quello che il sito fa. In particolare, dipende da come si monetizzano questi unici. Il grafico illustra il valore di un utente unico sui diverse tipologie di siti web. Non soprende che gli unici di Google (search) sono quelli di maggior valore: 18 dollari. Gli unici di Facebook (social networking) valgono la misera cifra di 3,50 dollari.
Quelli di Twitter praticamente nulla. Per ottenere questi numeri, abbiamo preso le revenue del 2009 di ogni singola azienda (riguardanti esclusivamente i siti di proprietร e quelli direttamente controllati) e li abbiamo divisi per la media degli utenti unici mensili registrati a livello mondiale: il search รจ risultato il vincitore, seguito dal display, e quindi dal social. Nello specifico, Google ricava 18,44 dollari per utente unico, AOL (grazie agli abbonamenti) 12 dollari, Yahoo! 6 dollari, Microsoft 4,42 dollari, Facebook 3,09 dollari e Twitter 0,62 dollari.”
In estrema sintesi: anche se oggi i grossi social attirano una grandissima attenzione mediatica e tantissimo traffico, non รจ che poi riescono a tradurre il tutto in qualcosa di economicamente rilevante.
O perlomeno non ci sono ancora riusciti…