Ma c’è un influencer o un portale importante che non abbia le metriche quantitative gonfiate da BOT?
Nel mio caso, mi è capitato di analizzare e rianimare un sito che era stato penalizzato lato SEO – e aveva i profili social inattivi – e come soluzione la vecchia amministrazione comprava qualcosa come 1.500 visite al giorno da pochi secondi l’una, per mantenere il contratto con una concessionaria.
Mi hanno chiesto di tirare giù dei dati da un altro paio di siti da far entrare nel network, ed entrambi avevano una buona fetta di visite comprate (portali da 50.000 unici reali al mese, pompati fino a 300.000-350.000).
So di aver scoperto l’acqua calda, è una roba che vedo praticamente da quando ho iniziato a lavorare, e in un primo momento ho pensato che non fosse possibile non ci fosse nessuno in grado di saper leggere decentemente i dati di un Google Analytics qualsiasi.
La verità è che c’è invece chi sa interpretare e distinguere i dati. Ma che in realtà non frega niente a nessuno ed è un sistema che si auto-alimenta.
La fake influencer e il caso di Vice
Giusto qualche tempo fa, Vice ha parlato di un bel caso studio: una agency ha creato ad hoc un profilo finto di una fashion influencer che non solo ha sviluppato in poco tempo dei bei numeri (ovviamente fake) ma è stata contattata per delle sponsorizzazioni.
La cosa non ha suscitato chissà quale sollevata di scudi, a ulteriore conferma del fatto che è ormai assodato, accettato e considerato sistemico questo tipo di… progettualità, chiamiamola così.
La riprova sociale e i fake
Eppur vero che i numeri gonfiati aiutano ad aumentare anche quelli reali: non si tratta di una teoria ma di vera e propria riprova sociale.
Se il cliente-tipo chiede questo tipo di servizio (l’aumento dei fan della pagina pur che provengano da paesi che non esistono manco nel Risiko) perché ha paura di fare brutta figura di fronte la propria audience, non è così sbagliato pensare che la stessa pensi così.
Mi è capitato, lo dico senza alcuna remore, di aiutare un vecchio amico che lavora nella comunicazione politica, che aveva bisogno di far fare bella figura alla diretta su Facebook al proprio committente.
La figura istituzionale del caso aveva espresso questa esplicita richiesta di maggiore pavoneggiamento numerico.
Non mi ha stato difficile girare un sito che svolgesse questo tipo di attività (ce ne sono molti: SEOclerks, Smonutz, etc.), che ha portato il contatore della live a +100.
La cosa “simpatica” è che di solito il personaggio in questione non raggiunge più di una decina di persone reali nei propri comizi digitali, a vedere i numeri e a saper far di conto, qui ci sono circa il doppio di contatti in più di quelli commissionati.
Questo vuol dire che le persone sono attirate naturalmente dalle cosidette vanity metrics, perché sono un elemento di credibilità presunta per dirla con BJ Fogg.
Come valutare visite finte e reali
Ispirato da questo piccolo caso, ho preso un po’ di visite finte dagli stessi portali di cui sopra, puntandolo a un dominio recuperato per l’occasione.
Basta fare un controllo con SEMrush per vedere che in realtà il sito non produce nulla, che poi è lo stesso metodo che ho utilizzato per comparare i dati dei portali che mi aveva richiesto la concessionaria.
Ovviamente devo sistemarlo e renderlo più credibile lato redazione, contenuti e quant’altro, ma sono dell’idea che – anche avendolo dichiarato su questo post – fra qualche tempo non tarderà ad avere il suo appeal.
Fake ed etica
In realtà, inizio a pensare che sia solo l’etica di un certo modo di lavorare a fare da argine contro l’apertura completa del vaso di Fakedora.
Del resto, se vi è una domanda specifica in questo mercato e questa offerta viene accettata come sistemica, vien da rispondere alle parole del maestro Yoda.
No no, Lato Oscuro non più potente… più rapido… più facile… più seducente.
E nel marketing di oggi, del mordi-e-fuggi pare essere un valore.
Qualsiasi metrica può essere overclockata. E come tale, quale valore ha? Personalmente mi diverte smontare e rimontare la questione, di certo non mi fermerò qui a sperimentare e testare quali sono i limiti della bomba.
Tu cosa ne pensi? Sta esplodendo la bolla?
Autore: Benedetto Motisi, Consulente Web, Giornalista e Formatore, per il Max valle..