Dopo aver colpito/penalizzato network di link un po’ in tutto il globo, le attenzioni di Matt Cutts si sono orientate da qualche tempo verso l’Europa: dapprima nei confronti di Germania, Francia e Polonia, e ora verso Spagna e – udite udite – Italia!

Il tweet di reminder di Matt Cutts circa i link innaturali in Italia

Il tweet qui sopra risale infatti a lunedì 10 Marzo, e in buona sostanza è un “promemoria” riservato al pubblico italiano dei link builder “fuorilegge”, ovvero quelli che si procurano link in modo innaturale, o a pagamento, violando le regole di Google. E’ bene ricordare che, solitamente, questi avvertimenti di Cutts anticipano di qualche giorno la mazzata vera e propria, ovvero la penalizzazione di uno o più network di link presenti nel Paese in questione: stiamo quindi all’erta ed aspettiamoci un nuovo tweet – con batosta annessa – nei prossimi giorni. Ora, però, è giunto il momento di approfondire il contenuto del link presente nel tweet di Cutts. Se lo clicchi atterri su una paginetta a firma Giacomo Gnecchi Ruscone, che nel team Google di Dublino si occupa proprio di Search Quality (una sorta di Matt Cutts nostrano? 🙂 ). La pagina si intitola Link innaturali in Italia e richieste di riconsiderazione, all’interno della quale, oltre a tante cose già risapute, possiamo trovare un paio di punti piuttosto interessanti.

“Nel contesto italiano, il linking a pagamento avviene storicamente attraverso iniziative di article marketing e guest blogging.”

Il primo punto riguarda la tipologia dei link a pagamento in Italia. A quanto pare, nel Bel Paese la compra-vendita di link passa principalmente attraverso i siti di article marketing o il guest blogging. La prima pratica la credevo morta e sepolta da tempo (ma a questo punto mi sbagliavo…), mentre ammetto che ho notato la crescita costante di interesse nei confronti della seconda: gestendo questo blog da parecchi anni, ho infatti osservato che il numero di richieste di pubblicazione di guest post – il 90% rimbalzate al mittente – è aumentato in modo importante da un annetto a questa parte. Unendo i puntini, parrebbe dunque che la tegola andrà a colpire queste 2 aree: ricordo altresì che Matt Cutts ha già parlato di “fine del guest blogging per la SEO” un paio di mesi fa, e quindi la legnata era nell’aria da tempo.

“Non è difficile trovare blog italiani che ospitano link altamente ottimizzati a siti terzi, sia attraverso articoli ospitati (guest blogging) che tramite l’uso di widget contenenti tali link.”

Il secondo punto riguarda il come questi link sono inseriti all’interno dei blog. Per “link altamente ottimizzati a siti terzi” si intende ovviamente link con anchor text che puzza di SEO a chilometri, e che passano PageRank: tali link, secondo le linee guida di Google – e secondo quanto suggerito da Giacomo Gnecchi Ruscone – andrebbero rimossi, oppure “sterilizzati” tramite l’attributo nofollow. Circa il discorso dei widget, ricordo molto bene che nella paginetta riguardante gli schemi di link sono chiaramente indicati, fra i “link che possono influire negativamente sul posizionamento di un sito nei risultati di ricerca”, quelli “incorporati in widget che sono distribuiti su vari siti”, ad esempio: Visitatori di questa pagina: 1472 con il link messo appena sotto sulla parola chiave assicurazioni auto. Se ospiti sul tuo sito/blog un widget di questo tipo, meglio che corri in fretta ai ripari.

Concludendo

Se all’estero Google ha penalizzato i network di link, in Italia sembra che le cose andranno un po’ diversamente: la compra-vendita di link, se è vero che da noi passa principalmente da blog e siti di article marketing, comporterà una serie di penalizzazioni molto più polverizzate e granulari, rispetto agli altri Paesi europei dove i soggetti colpiti si contavano sulla punta delle dita di una mano. Non ci resta che attendere la tempesta in arrivo, sperando di uscirne illesi… UPDATE: il 14 Marzo 2014 alle 16:18, Giacomo Gnecchi Ruscone ha annunciato che Google ha “intrapreso un’azione di rilievo su siti/blog con link a pagamento che passano PR e relativi buyer Italiani”.

Il post di Giacomo Gnecchi Ruscone su Google+ circa i link innaturali in Italia

Sembra quindi che ad essere colpiti saranno non solo i blog che vendono link, ma anche chi acquista tali link. UPDATE n.2: Matt Cutts si è affrettato a retweettare il tweet di Giacomo Gnecchi Ruscone, traducendolo così:

Il retweet di Matt Cutts che traduce quello di Giacomo Gnecchi Ruscone sui link innaturali in Italia

“Abbiamo intrapreso un’azione contro i link network spagnoli e italiani che violano le nostre linee guida sulla qualità”. UPDATE n.3: nella giornata di lunedì 17.03.2014, diversi webmaster italiani hanno trovato questo messaggio all’interno di alcuni dei loro siti gestiti tramite Google Webmaster Tools: Link non naturali dal tuo sito Google ha rilevato un pattern di link in uscita artificiali non naturali, ingannevoli o fraudolenti nelle pagine del tuo sito. Questi link potrebbero essere il risultato della vendita di link che aumentano il PageRank o della partecipazione a schemi di link. Pare dunque che le prime penalizzazioni abbiano colpito principalmente i venditori di link.