Lo dico subito: per la domanda qui sopra non c’è una risposta definitiva, anzi. Ci sono 2 correnti piuttosto nette e contrapposte: una che dice che gli acquisti passano solo dai motori di ricerca (o dalle email), un’altra che parla di crescita verticale del Social Commerce (con Gartner che parla addirittura del 50% di vendite generate tramite social e applicazioni mobili entro il 2015). Su questo blog ne abbiamo discusso più volte in passato, ma oggi voglio tornare sul tema per mostrarti i dati del Monetate Ecommerce Quarterly (EQ1 2013), assieme a quelli inclusi in un comunicato stampa che mi ha inviato Blomming qualche giorno fa. Il Social Commerce ultimo su tutta la linea I dati contenuti nel report di Monetate (molto simili a quelli dello scorso anno) sono inequivocabili: l’email vince a mani basse, mentre i social sono il fanalino di coda dell’ecommerce. Eccoti le percentuali dell’add-to-cart rate by referrer,

delle pageview medie,

e infine – probabilmente il parametro più importante – i tassi di conversione:

La cara vecchia (e un po’ snobbata) email svetta su motori e social, alcuni di questi ultimi con percentuali davvero ridicole:

Il Social Commerce avrà un futuro… “integrato” Ma è la stessa Monetate che vede un futuro roseo per le vendite via social, a patto però che vengano visti come parte integrante del marketing mix. Il consiglio – scontato ma, a quanto pare, ancora non compreso da tutti i brand e i marketer – è molto semplice: “la loyalty non è cliccare su una offerta. E’ creare un relazione vera con l’utente.” Ma attenzione: “Anche se i brand saranno in grado di coinvolgere, catturare e aggiungere valore alle conversazioni, è probabile che questi numeri non possano cambiare drasticamente. Search, email e gli altri canali di marketing “a risposta diretta” potranno sfruttare i social media per ciò che san fare meglio: rendere i contenuti quanto più possibile condivisibili, scovabili, preziosi.” Esattamente come ha intuito Blomming: l’engagement, il mantenere le buone relazioni con i clienti, sono il segreto per vendere sui social. In base ai dati raccolti dalla startup italiana, i blog e i siti dei venditori hanno generato il 42% di vendite, ma Facebook è distante solo 2 punti percentuali (il 40% degli scambi avviene sul popolare social network, o grazie alle condivisioni sociali). Se i social non sono il mezzo migliore per portare ad una conversione diretta, generano comunque l’humus ideale: il 74% dei consumatori si affida infatti alle reti sociali per decidere cosa acquistare, il 62% legge i commenti lasciati dagli amici, il 75% di chi legge questi commenti clicca e va sul sito del retailer, e infine il 52% di chi ha cliccato acquista il prodotto (almeno secondo il Social Impact Study 2012 di Sociable Labs). Possiamo dunque concludere che il Social Commerce funziona, ma solo se preso per quello che è: uno strumento che implica una forte attività sui social, che andrà ad influenzare positivamente le vendite generate dagli altri mezzi, ma che non sarà mai un sostituito/surrogato di email e search.