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C’era una volta un Motore di ricerca che aveva scelto Don’t Be Evilcome motto aziendale. Era un Motore, tutto sommato, neutrale e meritocratico: ai vertici delle sue SERP stava chi “meritava” di esserci, i furbetti venivano (prima o poi) scoperti e bannati. Ma un giorno le cose cambiarono.

Il Motore si mise a sviluppare e promuovere alcuni servizi che prima, abitualmente, linkava soltanto: ecommerce, mappe, finance, salute, comparazione di mutui e carte di credito… le query legate a questi settori iniziarono a mostrare i servizi del motore prima di tutti gli altri, facendo sprofondare i link dei competitor nell’oblio del below the fold. “Abbiamo creato il nostro Motore per gli utenti, non per i siti web; il nostro obiettivo รจ quello di dare risposte agli utenti” disse un giorno una portavoce del motore.

“A volte la risposta migliore non รจ in 10 link blu, ma in una mappa o in una serie di immagini. Spesso forniamo questi risultati sotto forma di “risposte rapide” nella parte alta della pagina, perchรฉ i nostri utenti vogliono risposte rapide.” Il Motore, che prima si alimentava con i contenuti di terzi, stava pian piano diventando un editore, creando lui stesso i contenuti che poi inseriva nelle sue SERP. E col tempo andava acquisendo aziende in tutti i settori strategici, diventando sempre piรน grosso e inarrestabile. Poi, un bel giorno, il Motore incontrรฒ sulla sua strada un Social. Pare che il motto degli ingegneri di questo Social fosse “Move Fast, Break Stuff”.

Ma questa รจ un’altra storia.