Sul blog di Forrester/groundswell sono comparsi una settimana fa i risultati aggiornati di una ricerca effettuata nel Q4 2009 – la prima edizione era su dati del Q4 2006 – relativa all’approccio degli utenti nei confronti dei social media. Siccome le percentuali incluse nei 2 survey erano molto diverse, e siccome nel 2009 è stata aggiunta una nuova voce (i Conversationalists) alle 6 presenti 3 anni prima, per chiarirmi le idee ho messo tutto in un foglio di calcolo e ne ho ricavato questo grafico:

Tipologie dell'utente dei social media a confronto

Le 7 categorie Prima di passare ad una mini-analisi, facciamo un passo indietro per elencare le 7 tipologie di utenti che bazzicano sui social. Creator: è il vertice della piramide, colui che crea contenuti. Ha un blog e/o un sito, uploada sulla rete video e/o file musicali, scrive articoli/post e li pubblica. Critic: è colui che interagisce ad un livello più basso. Vota/recensisce prodotti o servizi, commenta su blog e forum, contribuisce nei wiki. Collector: qui il livello di interazione è davvero al minimo. Usa i feed, aggiunge i tag a pagine o foto, ma nulla di più. Joiner: in questa categoria rientrano coloro che si iscrivono, visitano e hanno un profilo sui social. Nessuna interazione. Spectator: sono quelli che vivono la rete in modo “televisivo”. Leggono blog, forum e tweet, ascoltano podcast, e guardano video. Inactive: coloro che non rientrano in nessuna di queste categorie. Conversationalist: questa tipologia è stata inserita solo nel 2009. I “conversatori” (ben 1/3 del totale) sono quelli che aggiornano il loro stato sui social e postano aggiornamenti su Twitter, almeno una volta la settimana. L’analisi Ecco, in dettaglio, i dati del 2006:

Sondaggio Forrester Reasearch su rapporto fra utenti e social media, Q4 2006

ed ecco quelli del 2009:

Sondaggio Forrester Reasearch su rapporto fra utenti e social media, Q4 2009

E’ interessante notare come le percentuali di praticamente tutte le categorie siano cresciute a due cifre: +11% i creator, +18% i critic, +5% i collector, +40% i joiner, +37% gli spectator. I conversationalist, non catalogati nel 2006, sono ora il 33%. Gli unici a perdere colpi sono gli inactive, che segnano un -35%. Il dato che se ne ricava è semplice: gli utenti della Rete sono sempre più attivi, anche se questa attività è cresciuta principalmente nella “fascia bassa”. Significa che sono cresciuti parecchio i fruitori di contenuti (joiner e spectator), molto meno chi i contenuti li produce (creator e critic). Se Josh Bernoff di Forrester dice di essere “intrigato” dall’esplosione dei conversationalist, a me la cosa ha invece entusiasmato assai poco: il web ha estremo bisogno di creator (di qualità), molto meno di messaggini da 140 caratteri. P.S.: ne hanno parlato anche Socialware e DigitalMarketingLab.