Strategie di personal branding

Il concetto di “personal branding” è ogni giorno sempre più discusso, ma per molte persone potrebbe ancora non essere molto chiaro. L’argomento può risultare alquanto spinoso in particolare a chi si approccia per la prima volta a certi modelli di business. Cerchiamo di fare un po’ di chiarezza.

Cosa vuol dire fare personal branding?

Il personal branding è una strategia di marketing ormai molto diffusa, il cui successo non è stato sancito solamente da riflessioni teoriche, ma anche e soprattutto dalle evidenze sul campo.

Essenzialmente, con le strategie di personal branding, vengono applicate al singolo professionista o imprenditore diverse strategie che da decenni sono comunemente utilizzate per quanto riguarda il marketing e il branding nell’ambito della comunicazione aziendale. 

Cerchiamo di fare qualche esempio.

Pensate ad uno smartphone. Immagino che il vostro primo pensiero sia stato un iPhone, forse un Samsung.

Pensate ad una catena di fast food. McDonald’s? Burger King?

Pensate ad un e-commerce. Avete pensato ad Amazon, non è così?

Questi sono alcuni degli esempi di come certi leader di mercato siano riusciti a diventare tali creando una forte associazione tra il loro nome e il rispettivo settore di appartenenza.

Apple non è l’unica azienda che produce smartphone, così come McDonald’s non è l’unico fast food a vendere hamburger e Amazon non è l’unico e-commerce, ma i nomi di questi brand sono diventati talmente forti che il pubblico, ovvero i potenziali clienti, li associano direttamente al mercato di riferimento.

Ora proviamo a spostare questo ragionamento su un professionista. 

Quante persone sono qualificate per svolgere un determinato lavoro? 

Tra la folla di professionisti con competenze e formazione simili, cosa spinge un cliente a preferirne uno piuttosto che un altro? 

Nel mare di concorrenza, riuscire a comunicare le proprie peculiarità fa la differenza. 

Questo è fare personal branding: l’essere in grado di comunicare ai potenziali clienti un’immagine di sé che possa differenziare il professionista dal resto della concorrenza.

Al momento del bisogno, la scelta circa il professionista a cui rivolgersi sarà sicuramente influenzata da questo fattore, dato che quel professionista sarà associato ad una determinata competenza.

Ovviamente tutto ciò richiede un grandissimo lavoro, ma ad oggi è uno dei metodi più efficaci per aver successo. In ogni settore.

È questa la strategia utilizzata da molti imprenditori e professionisti per diventare business celebrities. Con questo termine non si intende il semplice “diventare famosi” -anzi, non è per niente una condizione necessaria-, ma si vuole intendere l’aumento della visibilità, fino al momento in cui il professionista venga riconosciuto come un punto di riferimento in un determinato settore o in una specifica area geografica, grazie a delle competenze e a delle caratteristiche peculiari che lo differenziano da tutti gli altri competitors presenti sul mercato.

È questo il punto a cui ogni professionista dovrebbe ambire per aumentare il proprio business. Il modo migliore per farlo è senza ombra di dubbio investire sulle giuste strategie di personal branding.

Chi dovrebbe interessarsi al personal branding?

La risposta più semplice a questa domanda potrebbe essere un banalissimo “tutti”. 

Fare personal branding è infatti un’attività consigliata a tutti coloro che hanno bisogno di migliorare la comunicazione della propria immagine, al fine di emergere dalla massa grazie a delle caratteristiche esclusive rispetto ai competitors. Infatti, nel mondo in cui viviamo, non è più sufficienti essere solamente bravi nel far qualcosa, ma bisogna trovare la caratteristica che ci rende unici

Grazie a internet chiunque può avere accesso ad un numero infinito di informazioni; in questo modo è molto più probabile che la concorrenza per un determinato lavoro, ad esempio, sia molto più ampia, in quanto non è complicato trovare migliaia di professionisti online pronti a candidarsi. 

Come si è già detto, è proprio questo il motivo per cui le strategie di personal branding diventano essenziali. In quest’ottica, differenziarsi dalla massa è sicuramente un bene, oltre per i professionisti e per gli imprenditori, anche per i manager, in modo da diventare essenziali ed insostituibili in un team. Lo stesso discorso vale anche per le aziende.

Quest’ultime, a volte, compiono un errore nel valutare il proprio brand alla luce dei cambiamenti della società moderna: ciò che poteva essere vincente dieci anni fa, non è detto che lo sia anche oggi, accorgersene troppo tardi è un errore che può costare caro.

Per questo motivo si può affermare che non si finisce mai di fare personal branding, ma è un processo sempre in evoluzione, che deve costantemente aggiornarsi con il passare del tempo, stando al passo con i cambiamenti della società.

Per le aziende può essere anche molto utile fare un lavoro di personal branding sulle figure più importanti, riservando un’attenzione particolare a coloro che lavorano a stretto contatto con i clienti.

Questa strategia può rivelarsi molto utile, in quanto un cliente è sempre più portato a fidarsi di una persona in carne ed ossa, rispetto che di una azienda, un’entità più impersonale e percepita con maggiore distacco.

Diventa allora importante, sia per le grandi che per le piccole compagnie, lavorare sui propri dipendenti e collaboratori, in modo da far percepire l’immagine di questi, al cliente, come un qualcosa di unico e non sostituibile.

Nelle categorie sopraelencate possono rientrare un gran numero di lavoratori di diverse tipologie, ma non solo.

Si è visto che il personal branding è fondamentale, oltre che per i liberi professionisti e per i lavoratori dipendenti, anche per le aziende strutturate, le quali possono utilizzare i meccanismi di branding in una nuova chiave per attirare nuovi clienti o per fidelizzare maggiormente quelli vecchi. 

Per questo motivo il “tutti” iniziale, per quanto in apparenza superficiale, è una risposta assolutamente valida. 

Ovviamente con questo non si sta cercando di insinuare che l’immagine sia più importante dell’effettiva competenza, ma si afferma che a parità di competenze il giusto personal brand è capace di fare la differenza, impattando notevolmente sulle opportunità lavorative che si potrebbero aprire nel presente e nel futuro, oltre che agli ovvi guadagni che queste comportano.

Creare una strategia di personal branding efficace può aiutare anche a contrastare le logiche di mercato a ribasso, cercando di aumentare il valore del professionista e/o dell’azienda che ha fondato o per cui lavora.

Se si è abili e capaci a comunicare un’immagine vincente, positiva e affidabile, nonché le competenze giuste, non si avranno molti problemi a sottrarsi al ribasso dei prezzi per attirare nuovi clienti: non si sarà scelti perché è più conveniente dal punto di vista economico, ma al contrario lo si sarà perché i clienti crederanno fermamente nelle vostre abilità.

Al contrario di ciò che spesso si pensa, allora, non bisognerà fissare prezzi più bassi rispetto alla concorrenza, ma essere consapevoli delle proprie competenze ed esperienze, fissando di conseguenza il giusto prezzo per ogni prestazione. 

Nell’epoca moderna fare personal branding è anche essenziale per rendere credibile la propria mission o quella dell’azienda per cui si lavora. 

Metterci la faccia”, essere in prima linea di persona è oggi sempre più importante e comunica messaggi molto più positivi e in modo più convincente rispetto che alle sole parole o agli slogan.

Anche per questo motivo è necessario lavorare sul personal brand.

Cosa fare per sviluppare il proprio personal branding?

Fare personal branding è necessario affidarsi a consulenti di marketing specializzati nel personal branding.

Essi saranno in grado di creare una strategia di comunicazione e posizionamento che ha come obiettivo quello di esaltare le peculiarità della persona, attraverso lo storytelling o del content marketing o ancora sfruttando i canali sociale per strategie verticalizzate, come creare un canale Telegram, un proprio gruppo WhatsApp, o avere un profilo linkedIn coerente con il messaggio che si vuole evidenziare.

Ovviamente con ciò non si vuole intendere che fare personal branding corrisponda a raccontare cose inventate, ma invece, vuol dire saper raccontare la propria persona e le proprie capacità nel modo giusto, al fine di veicolare correttamente un certo di messaggio. 

Ovviamente questo storytelling non deve ricoprire tutta la vostra vita: ad un potenziale cliente molto probabilmente non interessa sapere ogni dettaglio della vostra esistenza, per quanto interessante possa essere. Questo storytelling deve invece essere in grado di evidenziare i punti di forza del professionista, mettendo in risalto le sue peculiarità e ciò che lo differenzia rispetto ai competitors.

È corretto affermare che chiunque, nel proprio piccolo, fa personal branding e nel farlo le persone si dividono in due categorie: chi lo fa in modo inconsapevole e chi lo fa consapevolmente.

Chi fa personal branding inconsapevole veicola la propria immagine tramite le azioni che fa, le parole che dice e le decisioni che prende, nel farlo però non mira ad un quadro più ampio e ciò spesso può portare a degli svantaggi.

Chi lo fa invece personal branding consapevole mira a diventare un punto di riferimento nel proprio settore, lavorando duramente per definire le proprie caratteristiche e competenze, comunicandole in modo vincente al prossimo.

Diventare un’autorità in un certo settore non avviene quindi per caso, ma è frutto di duro e costante lavoro.

Chiunque sia riuscito ad avere successo, può testimoniare come ci siano alcune leggi non scritte che sicuramente aiutano a raggiungere questo scopo.

Una prima risiede nell’essere consapevoli di se stessi e delle proprie abilità

Prima di comunicare le proprie caratteristiche al modo, bisogna riflettere e capire quali sono le proprie peculiarità, coltivando i talenti che crediamo possano fare la differenza. 

Capito questo punto è il momento di comunicarle. 

L’auto-promozione però è un’arma a doppio taglio: è necessario trovare la giusta strategia per cui si riesca a comunicare efficacemente una certa dote, senza però risultare arroganti. 

Per farlo i seguenti consigli potranno sicuramente tornare utili.

Ascoltare e promuovere gli altri professionisti

Pensiamo a LinkedIn ed ai suoi profili.

Confermare le competenze sui profili di altre persone con cui abbiamo lavorato in passato o semplicemente complimentarsi per i loro successi, aiuterà a comunicare un’immagine positiva di se stessi, l’immagine di un professionista aperto al confronto e pronto a crescere. 

Questo genere d’azioni, ovviamente da riportare anche nella vita reale, sono in molte occasioni fondamentali per instaurare relazioni e per fortificare quelle già presenti. Molti lavori, in particolar modo in questi ultimi anni, si basano proprio sul networking, ambito nel quale il personal brand è uno dei fattori più importanti.

È proprio il networking un altro fattore fondamentale per fare personal branding e migliorare la propria immagine.

La pubblicità migliore rimarrà sempre quelle che possono fare i collaboratori e i clienti.

Non bisogna allora aver timore di chiedere di essere inseriti nei credits di un progetto o di cercare di fare in modo che le persone parlino bene del lavoro fatto.

Ovviamente il fatto che le persone possano farti, anche in modo involontario, una buona pubblicità dipende solamente da come ci si è comportati in precedenza: se si è stati responsabili e professionali, e il lavoro è stato eseguito correttamente e nei tempi pattuiti, sicuramente le persone non avranno remore nel consigliare il tuo nome ai propri conoscenti quando questi avranno bisogno delle tue competenze. 

A questo fine, un consiglio utilissimo, è quello di restare autentici, non tradire i propri valori e credere sempre in quello che si sta facendo. 

L’onestà, nel personal branding, è un fattore sempre capace di ripagare i sacrifici nel lungo periodo. 

Come si diceva in precedenza, nel fare personal branding bisogna metterci la faccia, per questo motivo mentire non è mai una buona idea.

Certamente questo potrà voler dire, a volte, non essere in grado di “nascondere” i propri punti deboli, ma ciò a volte può anche essere positivo, rendendo il professionista più umano agli occhi del cliente, spingendolo ad instaurare un rapporto di fiducia più solido.

Promettere cose che non si possono mantenere non può che essere un’azione negativa a lungo andare: una volta disattese le aspettative degli altri è molto difficile recuperare l’immagine che si aveva prima, rischiando di rovinare il lavoro di personal branding che si era fatto in precedenza, solamente per avere qualche vantaggio nell’immediato, dimenticando il quadro generale.

In conclusione

Possiamo affermare che le strategie di personal branding possono sicuramente tornare utili a chiunque: a liberi professionisti, dipendenti e anche alle aziende. 

Ma ci sono alcune cose da ricordare: per comunicare al meglio le proprie qualità e differenziarsi dalla concorrenza è necessario porsi nel modo giusto, capire cosa ci rende unici ed essere onesti nel comunicarlo, senza però avere paura di osare.

Solamente in questo modo sarà possibile emergere dalla massa e diventare dei veri e propri punti di riferimento nel proprio settore.