All’inizio fu Caffeine a scombussolare le SERP: annunciato ad Agosto 2009 – e attivato quasi un anno dopo – il nuovo web indexing system di Google fu concepito per scansionare e indicizzare il web ad una velocità mai vista prima, agendo praticamente in tempo reale. Poi arrivò Google Panda – che ha impattato sui risultati anglofoni di Google per un 12%, e su quelli delle altre lingue per un 6-9%. E ora è il turno del Google Freshness Update (o Caffeine 2.0, come l’ha chiamato qualcun altro). La nuova modifica all’algoritmo di ranking rivoluzionerà le SERP di Google ben più di quanto ha già fatto il Panda: Amit Singhal ha infatti ammesso che il Freshness Update impatta su circa il 35% delle ricerche, agendo principalmente in 3 ambiti: • Avvenimenti recenti o temi caldi (per esempio, notizie dell’ultim’ora o trending topic) • Eventi ricorrenti (per esempio, eventi sportivi o politici, effettuati a cadenze prestabilite) • Aggiornamenti frequenti (per esempio, categorie di prodotti o servizi soggetti ad update molto veloci) Più freschezza cosa potrebbe significare, in concreto, per chi gestisce un sito o un blog? Che saranno necessari aggiornamenti più frequenti per rimanere a galla nelle SERP? che gli articoli “stagionati” rischiano di perdere posizione? che gli editori preferiranno produrre un maggior numero di contenuti brevi, rispetto ad un minor numero di contenuti corposi? ma i thin content non rischiano poi di essere penalizzati dal Panda? Singhal tranquillizza: “Ricerche diverse hanno esigenze diverse sotto il profilo della freschezza. Questo miglioramento algoritmico è pensato per capire meglio come distinguere fra questi tipi di ricerche e il livello di freschezza richiesto dall’utente, e assicurarsi di restituire le risposte migliori”. In pratica Singhal ci dice che il 65% dei contenuti non verrà influenzato dal Freshness Update. Ma chi lavora nell’ambito del restante 35%, qualche sudore freddo lo ha di sicuro.