tagliablog febbraio 2013 - Max Valle

La scorsa settimana, Google ha annunciato la prossima chiusura del suo Reader. Motivo? Quello ufficiale è che “l’uso di Google Reader è diminuito, e stiamo focalizzando tutte le nostre energie su un minor numero di prodotti”. Possiamo pensare che ciò non sia vero, e che sia solo una mossa di Google per portare gli utenti a consumare contenuti dentro altri suoi contenitori (due a caso, Google+ e Google Currents). Ma proviamo invece a credere alle parole di Google, ovvero al fatto che siamo di fronte al declino dei feed RSS. Se davvero le cose stanno in questo modo, se davvero gli utenti di Internet NON si informano più tramite un feed reader, cosa utilizzano oggi? Cosa ha preso il posto di Google Reader? Prima di rispondere a queste domande, voglio però condividere un paio di dati del TagliaBlog. Innanzitutto quello degli iscritti al feed del blog, che han superato da tempo la soglia dei 5.000. Ammetto che la curva di crescita si è piuttosto appiattita nel corso degli anni, ma FeedBurner rimane comunque la terza fonte di traffico (nonché la sesta e la nona) se prendiamo le rilevazioni di Google Analytics dello scorso mese:

Sorgenti di traffico del TagliaBlog, a Febbraio 2013

in base a questi dati, e considerando l’ambito in cui opero, possiamo quindi affermare che i feed non sono affatto morti, e sono ancora fra gli strumenti preferiti dal lettore fidelizzato (e fra quelli in grado di portare una consistente fetta di traffico al blog). Ma se mettiamo il naso fuori dalla nicchia webmarkettara, e iniziamo ad osservare il mondo esterno con una angolatura più ampia, possiamo notare che l’utente “medio-tecnologico” si nutre di informazioni che gli arrivano addosso da ben altre fonti. Tipicamente, dai social: so di molti che ormai si informano quasi esclusivamente grazie al News Feed e/o i Gruppi di Facebook. Altri che prediligono Twitter (che tra l’altro ha più volte affermato di essere un information network, e non un social). Personalmente ci ho provato, ma trovo il rumore ancora troppo alto rispetto al segnale. I social mi distraggono, sono dei time waster micidiali in grado di soffocarmi di informazioni inutili e di farmi perdere il focus. Sono d’accordo che la serendipity (=scoprire una cosa non cercata e imprevista mentre se ne sta cercando un’altra) ha una certa importanza, ma preferisco utilizzare strumenti che spingano verso di me i contenuti che voglio, già filtrati e impacchettati, piuttosto che andarmeli a cercare in mezzo ad un oceano di informazioni variegate. Filtrare il “rumore” e tenere il “segnale” Il punto è proprio questo: trovare un tool che, automagically, elimini ciò che non mi interessa e mi restituisca solo quello che mi è davvero utile. I feed non assolvono a questo compito, semmai riescono giusto ad organizzare in un solo luogo tutte le fonti che abitualmente leggo: appena un gradino sopra i bookmark, i cari vecchi “preferiti” dello scorso millennio. Nel 2013, dobbiamo ammetterlo, i feed sono uno mezzo piuttosto antiquato e parecchio inefficiente per gestire un grosso flusso di notizie. Le alternative (intelligenti) al feed reader Una strada potrebbe essere quella dei news aggregator: siti come Techmeme, che in una sola pagina aggregano, filtrano e raggruppano le notizie più “calde” del momento in base a quantità e qualità delle citazioni. Ovviamente anche Google News fa parte di questa categoria. Un altro sistema interessante (e ancora poco usato/sfruttato) è Google Alert, che via email (o feed) è in grado di mantenerti aggiornato su una certa query o di monitorare una determinata notizia. Ma l’aspetto che forse vedrà maggiori sviluppi nel prossimo futuro, e quello sul quale mi sto orientando per sostituire la logica del vecchio feed reader, è quello dei news discovery tool, strumenti intelligenti che promettono di consegnare i contenuti migliori in base ai temi desiderati. Come spiega Robin Good, che ha raccolto in una mappa più di una trentina di queste risorse, questi tool sono in grado di aiutarti a filtrare un sacco di spam inutile, lasciandoti solo la “roba buona”. Parola d’ordine: “personal” La parola chiave che caratterizza 2 di questi tool, che sono fra quelli che mi hanno particolarmente colpito, è “personal”. Prismatic si autodefinisce un “personal interest-based newsfeed”, mentre Trapit viene considerato un “personal discovery engine”. Non sono più gli URL dei feed ad essere al centro dell’applicazione, ma gli interessi personali dell’utente. Al tool viene dato in pasto un argomento, e in cambio viene restituito un elenco ben organizzato di risorse, che non è detto provengano dai soliti 4 siti ultra-famosi. C’è infatti spazio per un bel po’ di outsider, anche se circoscritti all’ambito del topic di riferimento: in pratica, le fonti possono non essere i siti top del settore, ma sono certamente autorevoli perché “validate” dall’algoritmo (e/o dagli altri utenti del servizio che hanno provveduto ad assegnare a queste un voto positivo). Concludendo Forse la prossima chiusura di Google Reader sarà un bene. Ci costringerà, dopo una dozzina d’anni di uso dei feed reader, ad evolvere e a cercare un sistema migliore per tirare verso di noi i contenuti che davvero ci interessano. Ora bisogna solo capire se già esistono strumenti in grado di farlo, se esistono reti da pesca in grado di intrappolare solo pesci prelibati, o cani da tartufo in grado di riportare solo preziosi tuberi. O se invece saremo costretti a migrare, a 2013 inoltrato, sull’ennesimo aggregatore di feed, dove perle e banalità sono mischiate in ugual misura.


Max Valle

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