Il post di settima scorsa sullo shopping online, che mostrava i dati di un report in un certo senso favorevole ai motori di ricerca e sfavorevole ai social media, ha innescato una discussione nella quale sono emersi 2 schieramenti contrapposti: quello dei SEO specialist e quello dei Social Media Marketer. E’ infatti curioso notare come il “mi piace” in coda all’articolo sia stato cliccato principalmente da personaggi che lavorano nella SEO – o anche che Andrea Cappello abbia ripreso l’indagine con una certa enfasi -, mentre chi è più spostato verso i social si è lasciato andare nei commenti a frasi piuttosto acide (una fra tutte, “la ricerca da te postata Taglia è davvero ridicola e palesemente viziata”). Sia chiaro, a me non frega nulla di parteggiare per una fazione o per l’altra, per una persona o un’altra, ma ho 2 domandine da porre. 1. SEO e SMM non sono forse i 2 lati della stessa medaglia? Molte agenzie e molti professionisti operanti nel web marketing si sono in fretta e furia riconvertiti al social media marketing, non appena si è capito che il vento tirava in quella direzione. E d’altra parte il cliente finale un po’ ama le mode, un po’ vuole visite e traffico. E non credo gli importi molto se gli utenti/prospect/contatti gli arrivano da Google piuttosto che Facebook, da Bing piuttosto che Twitter. 2. La SEO è misurabile, perché il SMM no (o non così bene)? Odio ripetermi, ma questo è il punto cruciale. Per anni il web è stato sinonimo di estrema misurabilità. Sui siti web si misurano e analizzano gli accessi e i percorsi degli utenti, nel campo della pubblicità le impression e il CTR, nella SEO si misurano tutti questi dati mescolandoli con tanti altri (posizione della pagina nel motori, quantità/qualità dei link, fluttuazione dei competitor…) con lo scopo finale di incrementare il business del cliente. E nel Social Media Marketing? Lì troverai chi ti parla di “conversazioni”, chi ti dice che bisogna stabilire l’“engagement”, chi afferma che bisogna andare dove ci sono gli “influencer” o gli “opinion leader”. E a me sta roba fa girare parecchio i maroni. Perché la stessa persona che spende 1 euro in SEO o in una campagna PPC poi spacca il capello in 4, pretendendo report ultradettagliati e ROI istantaneo, mentre se spende lo stesso euro in SMM gli bastano un po’ di fan/follower (tarocchi), e qualche discussione (finta) creata dall’ambassador di turno su qualche sito per essere felice e contento? In un report c’è un foglio excel con dentro numeri al centesimo, e nell’altro le slide con lo screenshot della Fan Page di Facebook, di un po’ post pagati su qualche blog “autorevole” e magari dell’infiltration nei commenti di qualche forum? Spiegami sta roba, perché proprio non la capisco…