Larry Page ha recentemente annunciato che Google+ ha superato i 100 milioni di utenti, e continua a crescere velocemente. Ma nonostante questi numeri, il servizio continua ad essere strapazzato dalla stampa: in molti sostengono che l’engagement è basso, e che la crescita viene alimentata in modo “forzoso” da Google tramite i suoi tanti altri prodotti. RJMetrics – società che offre un servizio di analytics e business intelligence – ha estratto in modo random dei dati dagli utilizzatori del suo pannello, e ha deciso di renderli pubblici. Ecco i risultati relativi all’engagement di Google+: • mediamente un post ottiene meno di un +1, meno di una risposta e meno di una ri-condivisione. • il 30% degli utenti che fa un post pubblico, non ne fa mai un secondo. Anche dopo aver fatto 5 post, c’è una probabilità del 15% che l’utente non pubblichi più nulla. • fra gli utenti che scrivono post pubblici, c’è una media di 12 giorni fra un post e l’altro. • uno “studio longitudinale” (cohort analysis) rivela che, quando l’utente fa un post pubblico, il numero medio di post pubblici che farà nei mesi successivi cala in modo costante. Questo trend è stato confermato in più studi ripetuti nel tempo. Numero di Post Una volta che l’utente ha fatto un post pubblico, la probabilità che ne faccia un secondo sono circa del 70%. Dopo di che, però, Google+ non performa come gli altri social analizzati da RJMetrics. Tipicamente, infatti, avviene che la probabilità di fare nuovi post vada ben oltre il 90% (una volta che l’utente ne ha pubblicati un po’). In pratica questo è il principio del “once you’re using it you’re hooked” (ovvero “una volta che inizi ad usarlo, non smetti più”).

Con Google+, invece, questo numero non supera la quota del 90%. Anche dopo aver fatto 5 post, la probabilità di farne un sesto è solo dell’85%. Il che significa che il 15% degli utenti che ha fatto 5 post, non tornerà mai più a scrivere il sesto. Cohort Analysis Questo genere di analisi mostra la velocità con cui vengono creati nuovi post pubblici dagli utenti che hanno fatto il loro primo post, in mesi diversi nel tempo. Ecco un grafico cumulativo, che in pratica mostra il numero medio dei post fatti nel corso del tempo:

Il “tasso di decadimento” (decay rate) è preoccupante. Mostra che gli utenti hanno una sempre minor probabilità di fare ulteriori post, anche pochi mesi dopo l’adesione a Google+. Anche se il paragone non è perfettamente calzante, è interessante confrontare questo grafico con la corrispondente analisi di Pinterest fatta sempre da RJMetrics, dove non si notano segni di flessione. Tempo fra i Post In media un utente attende 15 giorni fra il primo post pubblico e il secondo. Questo numero diminuisce ad ogni post successivo, ma non drasticamente. Per esempio, c’è una media di 10 giorni fra il quinto e il sesto post. Il tempo medio complessivo fra 2 post pubblici dello stesso utente è di 12 giorni.

(Attenzione, visto che si parla solo di “post pubblici”, è probabile che parecchi utenti abbiano scritto “post privati”, che RJMetrics non è stata in grado di tracciare). +1, Risposte e Condivisioni Su un’analisi di quasi 70.000 post pubblici, questi sono stati i risultati: • una media di 0,77 +1 per post • una media di 0,54 risposte per post • una media di 0,17 ri-condivisioni per post Conclusioni Google+ ha una lunga strada da percorrere prima che possa diventare una minaccia per gli altri social network. Attualmente non mostra lo stesso livello di engagement rilevato (ad esempio) negli studi di RJMetrics su Pinterest e Twitter. E anche il tempo trascorso dentro Google+ non è affatto incoraggiante…