lavorare nel web

Ho visto il Web mutare forma, la gente cambiare approccio e la ridistribuzione della rete da strumento elitario a strumento globale.

Quello che ancora oggi ho visto poco è un incremento sostanzioso della consapevolezza:

  • di cosa è realmente lo strumento Web;
  • delle sue potenzialità a livello business;
  • dei ruoli di chi ogni giorno lo sviluppa e lo modella.

Quotidianamente mi rapporto con clienti, con agenzie e con utenti sui social. Qualche chicca la raccolgo anche in un doc segreto, altre me le lascio sfuggire, quasi come se il mio io non le volesse nemmeno ricordare.

Il principio della professionalità

Vedo operatori del settore lavorare con poca coscienza del proprio ruolo nel ciclo di vita di un sito web. Tralasciando i siti fatti per mero piacere, l’obiettivo di un sito web è quello di essere il braccio armato della comunicazione e ottimo amico del marketing.

Chi disegna un layout per un sito web (quei pochi rimasti, visto l’uso intensivo di template pronti di WordPress / PrestaShop) deve capire che le scelte che fa non possono essere casuali o meramente estetiche, ma devono rispondere a precise esigenze della User eXperience. Se non c’è nel progetto un professionista che se ne occupa, bisogna almeno cercare di conoscere e applicare i de minimis.

La stessa cosa per chi ambisce a fare SEO: l’ottimizzazione per i motori di ricerca non ha l’obiettivo di posizionare keyword ad alto volume nelle posizioni migliori, ma ha quello di diventare uno dei principali medium di traffico e fatturato. Il SEO non può decidere in base ai dati dei volumi, ma deve diventare colui che fa proposte, limitato (o guidato) dal business.

Tutto ciò deve essere supervisionato dalla web analytics.

Selezione di veri professionisti

Dal mio punto di vista, avendo avuto l’onore e l’onere di vedere decine e decine di curricula non rallegra: da banali errori di ortografia a ben più gravi errori di concetto. Chi parla di fare strategie e alla virgola dopo scrive che fa data-entry, chi mette “Twitter” tra le conoscenze informatiche e chi, se facesse un decimo di quello che scrive, non sarei nemmeno degno di legargli le scarpe.

Ovvio che se non si ha esperienza è difficile presentarsi come un tuttologo, ma è di gran lunga preferibile una saggia umiltà piuttosto che vendersi per qualcosa che non si è e al primo “check point” si cade amaramente. Con questo non voglio assolutamente dire che tutti siano incapaci, ma è corretto sottolineare che si possono incontrare profili, che svolgono ruoli un po’ casualmente e che non hanno né una formazione né un’esperienza specifica.

Dimostra la tua professionalità

In un mondo così “volatile”, con professioni ancora non così specifiche e certificazioni inesistenti o banali, il ruolo dell’esperienza è fondamentale. Per chi opera nel Web sicuramente un periodo in agenzia (di quelle strutturate e note) diventa una base fenomenale per l’avvio alla professione e per potenziare le capacità di integrazione, come i giocatori della mischia nel rugby!

Per chi deve affidarsi a professionisti del Web diventa uno strumento per la valutazione anticipata del proprio fornitore: che collaborazioni verificabili hai avuto, che clienti verificabili ai seguito, quali risultati dimostrabili sei in grado di apportare al tuo coinvolgimento nel mio progetto? Questo vale sia nel caso di freelance sia nel caso di agenzie.

Conclusioni

Lavorare nel web diventa sempre più complicato. Gli algoritmi dei motori sono più esigenti, la consapevolezza dei risultati da ottenere è cresciuta e la concorrenza diventa sempre più alta. Oltre alla formazione continua la capacità di specializzarsi mantenendo una visione panoramica al fine di integrarsi coi vari altri settori, diventa il segreto del successo.