Non c’è ormai alcun dubbio che il mobile e, più in generale, la local search, siano temi bollenti. Ogni anno, a partire dal 2005, alcuni “espertoni” parlano di quello in arrivo come l'”Anno del Mobile”, inteso come un momento magico in cui tutti iniziano improvvisamente ad utilizzare il telefonino non più solo per giocare, mandare SMS, chiamare gli amici, ma anche per leggere la posta, scaricare/usare applicazioni, navigare via browser… Se la cosa suona un po’ cinica non è per via di una sfiducia nel potere dei dispositivi mobile o nell’influenza che nutro verso questa tecnologia. E’ perché penso che siamo già, in larga misura, in quell’epoca. Gli smartphone fanno già parte della nostra vita, e quest’anno supereranno per la prima volta i feature phone:

Penetrazione degli smartphone in USA

Quasi la metà di noi gira con un iPhone, un BlackBerry, un Android o un telefono simile in tasca. Ma la ricerca – il processo, l’intento, il risultato – non è la sola differenza fra un dispositivo mobile rispetto a un laptop o a un desktop. E’ vero, gli utenti mobili sono più propensi ad effettuare ricerche locali rispetto agli altri, ma io credo che questo trend sia in fase decrescente. Una sostanziosa porzione di ricerche effettuate via laptop/desktop è rivolta al locale. Così come la mobile experience diventa sempre più simile a quella via laptop/desktop, credo che le ricerche effettuate via mobile diverranno simili a quelle effettuate con altri strumenti. E infatti, le parole più cercate via mobile nel 2010 sono molto simili (e sorprendentemente “non locali”) a quelle delle ricerche generaliste. L’aumento della velocità, delle funzionalità, della dimensione dello schermo, della risoluzione, della leggibilità, della durata della batteria, delle capacità multimediali non fanno pensare a feature che rendono unica la mobile experience; semmai a funzioni che tendono a parificare i 2 mondi. Questo studio di Doubleclick,

Il CTR via mobile comparato a quello via PC

che ha comparato la ricerca sui dispositivi mobile effettuata via browser rispetto ai “dispositivi fissi”, suggerisce che anche la search tende alla parità. Le query sono simili, i click sono simili, il CTR è simile, e anche il tasso di conversione si avvicina (anche se il mobile è ancora una esperienza molto basata sulla ricerca, con una influenza sulle conversioni offline difficile da misurare). Ciò non significa che puoi e devi trascurare il mobile/local come un potente canale di marketing organico, ma significa che non hai bisogno di creare siti diversi per il mobile o diverse mobile experience. A meno che il tuo sito/contenuto sia seriamente focalizzato agli utenti mobili, anche a quelli con dispositivi più veloci e moderni, non dovresti preoccuparti di imboccare altre vie di marketing. Le grandi tendenze che vedo per la mobile search sono: • Molte più query – La mobile search sta crescendo più rapidamente di quella tradizionale, e ciò è buono per i search marketer. • Un singolo set di SERP – Per 20 minuti ho cercato sul mio laptop e sul mio telefono Android senza trovare una query in cui i risultati web sono diversi da quelli mobile. • Un’occasione per focalizzarti sul mobile – Per esempio, Yelp ha fatto un gran lavoro sul lato mobile, riuscendo a convincere moltissimi utenti del servizio a scaricare la loro applicazione. • Una bassa esigenza di avere un sito dedicato ai dispositivi mobili – Le copie dei siti web per il mobile mi sembrano che causino più che altro problemi di contenuti duplicati, problemi tecnici, dispendio di risorse e allontanano l’attenzione dalle reali opportunità che offre il mobile, rispetto ad ottenere il risultato di posizionarsi un pochino meglio nelle ricerche effettuate via telefonino. Fino a quando/se le cose non cambieranno drasticamente non posso, in tutta coscienza, raccomandare questa pratica (a meno che il tuo sito non sia completamente inutilizzabile da un dispositivo mobile). • Una netta esigenza di avere una strategia dedicata alla pubblicità via mobile – A differenza della SEO, i risultati della paid search possono differenziarsi notevolmente sui dispositivi mobili. Il CPC è generalmente più basso, così come i tassi di conversione, anche se questi ultimi potrebbero avere un tendenza al rialzo (specialmente se avrò ragione circa la convergenza dei dispositivi). • La app saranno ancora molto amate – Non so se nel lungo termine il mobile continuerà a focalizzarsi sulle app, ma per ora le applicazioni sono una parte enorme di ciò che differenzia il dispositivo. E’ sicuramente un ottimo sistema per “imbrigliare” gli utenti all’interno del tuo brand e fornire loro un’esperienza personalizzata, e per coloro che riescono a fare ciò in maniera efficace l’effetto ottenuto può essere davvero notevole. • La posizione geografica sarà importante – Il mobile e la ricerca tradizionale sono entrambi sempre più influenzati dalla posizione geografica. La mia opinione è che Google oggi non stia facendo un buon lavoro in questo campo (devo ancora trovare una ricerca che mi piaccia di più con dentro elementi legati alla location rispetto ad una che non li ha), ma certamente le cose miglioreranno. Il risultato è che, se sarai in grado di adattare il tuo contenuto e il tuo marketing verso il local, potrai trarne ottimi benefici. Liberamente tradotto da What’s the Future of Mobile Search and SEO?, di Rand Fishkin.