Una delle più belle presentazioni che mi è capitato di leggere negli ultimi tempi è ironica, per molti versi motivazionale, demolisce 5 miti (+1) che aleggiano attorno al mondo delle startup.

Mito 1: Fare una startup non costa nulla Creare qualcosa di significativo costa, e i risparmi finiscono in fretta: come sai, comprare cose costa, assumere persone costa – e dovrai assumere persone fantastiche per la tua startup: anche se credono in te, dovrai pagarle. Anche il marketing costa: all’inizio puoi fare molto senza spendere, ma se puoi vuoi sfondare dovrai investire anche in quell’ambito. La realtà: 4 persone su 5 di quelli che dicono “fare una startup non costa nulla” non ne hanno mai fatta una (e mai lo faranno)… il restante 1 su 5 è formato da ricchi. Mito 2: L’età media di un fondatore di una startup è 25 anni, e ha mollato una delle più famose università statunitensi prima di laurearsi L’età media di un fondatore è 40 anni, sposato, con figli, con 6-10 anni di esperienza lavorativa. E’ maschio nel 96% dei casi e bianco nel 94% dei casi. Non sempre ha lasciato l’università: ci sono un sacco di laureati con master fra i founder di startup. La realtà: i fondatori di startup sono simili solo a loro stessi, e possono provenire da ogni tipo di ambiente e cultura. Cercare un modello che li accomuni è l’antitesi di un pensiero innovativo. Mito 3: Una startup nasce dalla passione e da un disegno su un tovagliolino Queste sono leggende che si narrano attorno ai falò (come ad esempio su TechCrunch), e sono anomalie… in una startup c’è molto più della passione e del disegno su un tovagliolino. La realtà: lavorerai sempre, tutta la settimana, 7 giorni su 7, e ti sveglierai spesso di notte in una pozza di sudore rendendoti conto che sei completamente fottuto. Per cavartela dovrai: 1. Renderti conto che potrai essere rifiutato 2. Capire che stai sottovalutando il numero dei rifiuti che riceverai, e che ci vorrà tempo perché trovare chi ti finanzierà 3. Chiedere un feedback REALE a chi ti respinge 4. Ignorare la maggior parte di questi feedback (il difficile è capire quali) 5. Trovare mentori e alleati I 3 peggiori consigli di sempre che potrai ricevere saranno (chi te li da è un idiota): 1. Quando vieni rifiutato, chiedi comunque una raccomandazione 2. Quando vieni rifiutato, non accettare un “no” come risposta 3. Quando vieni rifiutato, ripensa al tuo modello di business (=pivot) Ricordati: Pandora è stata rifiutata dai VC 300 volte. 300 VOLTE! Le tipiche reazioni dei Venture Capitalist saranno del tipo: • “Pensiamo che sei un po’ troppo in anticipo sui tempi” • “Abbiamo troppe cose aperte al momento” • “Non capiamo il mercato” • “Ci piacerebbe vedere alcuni investimenti locali” • “Ci piacerebbe vedere un certo interesse da parte di una azienda statunitense” • “Stai cercando troppi soldi” • “Stai cercando troppo pochi soldi” • “Faremmo al caso tuo solo se facessi a+b…” La realtà: TU stai creando il futuro. E “il miglior modo per predire il futuro, è inventarlo” (Alan Jay). Mito 4: Una buona idea vince sempre E’ abbastanza vicino alla verità: una buona idea, una buona esecuzione, al momento giusto, unita alla perseveranza e a 2 palle d’acciaio, è vincente. La chiave per il successo è questa: fai in modo che il tuo prodotto incontri il mercato prima di finire i soldi. Se sei un CEO, il tuo UNICO lavoro è quello di fare andare avanti l’azienda fino a che il tuo prodotto non incontra il mercato. Alcune idee per raccogliere soldi: • Amici e familiari: il tuo network è più potente di quanto immagini • Risparmia: tagli i costi, abbassa un po’ il tuo stile di vita • Trova il modo di finanziarti: stupisci. Hai presente la storia di Obama O’s? • Vendi le tue cose su eBay: è un sacrificio a breve termine • Fai soldi nel tempo libero: tramite Pixazza, TaskRabbit, TaskHire, consegnando pizze a domicilio… Mito 5: Il luogo non è importante [N.B.: Tara Hunt, la startupper che ha scritto queste slide, è canadese, ma sostituire “Canada” con “Italia” non cambia il senso alle frasi 🙂 ] Perché il Canada non va bene per le startup: 1. E’ molto difficile ottenere finanziamenti (soprattutto di livello seed) 2. I finanziamenti locali sono minuscoli se comparati a quelli della Silicon Valley 3. Le startup di successo si sono spostate in Silicon Valley, e quindi non ci sono ottimi esempi canadesi da poter mostrare 4. I migliori talenti sono stati assunti in Silicon Valley (o comunque in USA), e quindi si compete per i pochi rimasti 5. I canadesi sono avversi al rischio 6. La densità di popolazione è un problema per il mercato Perché il Canada è perfetto per le startup: 1. Non c’è nulla da fare qui durante il lungo inverno, se non lavorare 2. Sopportiamo bene la fatica 🙂 3. Gli sviluppatori lavorano bene 4. L’assistenza sanitaria è gratuita, ci sono piccoli benefici per le aziende e quindi un basso numero di fallimenti 5. Il dollaro canadese è solido, e di conseguenza anche l’economia Cosa dobbiamo cambiare: 1. Incoraggiare/educare gli investitori a mettere soldi nelle startup 2. Supportarci meglio fra noi. Condividere le entrate. Lavorare insieme. In TUTTA la nazione (e non solo nelle città) 3. Investire soldi VERI in startup canadesi. Dove sono gli investimenti “Series A”? 4. Assumere i talenti QUI. TENERE i talenti migliori PRIMA che scappino via! 5. Creare indirizzi di studio per imprenditori nelle università, e spingere all’imprenditoria le nuove generazioni 6. Fare più eventi in Canada, mostrare lo scenario delle nostre startup, e attrarre investitori dagli USA per mostrare loro cosa siamo in grado di fare localmente 7. Spingere la stampa a scrivere più articoli sul mondo delle startup canadesi 8. Premiare di più chi rischia. Celebrare lo spirito imprenditoriale in generale Mito finale: Il mondo delle startup è meritocratico Non è solo questione di lavorare sodo (anche se il lavorare sodo è d’obbligo): non c’è nulla di “giusto” in questo settore. Nikola Tesla e Thomas Edison hanno dato enormi contribuiti al mondo scientifico: il primo è morto povero e dimenticato, il secondo ricco. E cosa dire di coloro che hanno idee migliori di altri, ma non hanno le risorse per farle udire a tutti? dal 1880 ad oggi certe cose non sono cambiate: puoi fare TUTTO perfettamente, e morire fallito. Lo so, sono davvero deprimente. I veri imprenditori lo fanno per avere fama e fortuna? – io spero entrambe le cose… – Perché lo fanno? Perché lo faccio? perché non posso immaginare di fare nient’altro. E’ una ossessione malsana, ma meravigliosamente necessaria. Perché senza noi pazzi, senza noi illusi, questo mondo sarebbe solo un posto pieno di noia.