email invio - Max Valle

Lโ€™email รจ da molti considerata una delle killer application di Internet. Sebbene le nuove generazioni stiano iniziando ad utilizzare altri strumenti di comunicazione personale (principalmente mobile e social media), nel B2B e nel B2C diretto verso gli over 35 risulta ancora uno degli strumenti con il miglior ROI.

Secondo uno studio della Direct Marketing Association, ogni dollaro speso sulle email commerciali nel 2009 ha generato un ritorno di 43,62 dollari. Niente male per qualche messaggio di posta.

Spesso i clienti per cui progetto campagne di Direct Email Marketing non comprendono appieno il processo necessario per arrivare da una email alla conversione. In questo articolo descrivo tutti i passi richiesti, gli ostacoli che si possono incontrare sul percorso e come evitarli al meglio.

Invio dell'email

Iniziamo con la nostra e-mail. Per effettuare lโ€™invio ci affidiamo ad un server SMTP che si occuperร  di spedire il messaggio ai vari destinatari.

Quando il messaggio arriva sul server di destinazione potrebbe venire bloccato da vari strumenti:

il software antivirus, il filtro antispam oppure la presenza dellโ€™IP mittente in una blacklist.

In aggiunta a ciรฒ potrebbe capitare che lโ€™indirizzo email non esista (es. perchรฉ digitato scorrettamente dallโ€™utente) oppure lโ€™account potrebbe restituire dei problemi (es. se ha superato la quota di spazio disponibile).

In media circa il 5% dei messaggi non raggiunge la destinazione a causa di uno di questi problemi, portando il delivery rate, il tasso di consegna, al 95%. In questa fase รจ importantissimo gestire correttamente i bounce ovvero gli errori restituiti dal server di destinazione e i cosiddetti delivery error, i messaggi che vengono inviati al server SMTP. In questo modo potremo mantenere pulite le liste (es. bloccando gli indirizzi non esistenti) migliorando la reputazione del nostro server.

Per quanto riguarda i filtri antivirus ed antispam, รจ importante verificare il contenuto dei propri messaggi prima dellโ€™invio.

Puoi utilizzare Mailing Spam Check per testare i contenuti con SpamAssassin, uno dei filtri antispam piรน utilizzati. In aggiunta, ti suggerisco di creare una serie di account con i provider piรน utilizzati dai tuoi utenti (es. Gmail, Libero, Yahoo, Hotmail) ed inviare un messaggio di test a tali indirizzi. In questo modo potrai facilmente verificare se vengono bloccati dai filtri o meno.

Mantenere sotto controllo la reputazione del proprio server di posta รจ cruciale per migliorare il delivery rate. Puoi utilizzare il servizio gratuito offerto da MxToolbox per verificare la presenza dellโ€™IP del tuo server allโ€™interno delle black list piรน comuni.

Apertura dell'email

Una volta che il messaggio ha raggiunto il server di destinazione, lโ€™utente deve scaricarlo. Anche in questa fase entrano in gioco dei software antivirus ed antispam, questa volta perรฒ sono installati sul computer dellโ€™utente. In aggiunta a questa barriera, ci sono anche i filtri impostati manualmente dal destinatario.

In Italia il 40% degli utenti preferisce bloccare lโ€™indirizzo del mittente piuttosto che cancellarsi dalla newsletter. Questo capita soprattutto perchรฉ la maggior parte dei messaggi indesiderati ha un processo di cancellazione, se รจ presente, a dir poco impossibile da seguire.

Un metodo per aggirare i filtri antispam รจ di suggerire allโ€™utente di inserire il proprio indirizzo email allโ€™interno della whitelist ovvero della lista degli indirizzi ritenuti attendibili. In questo modo anche se un nostro messaggio potrebbe venire intercettato dal filtro a causa del suo contenuto, verrebbe comunque consegnato.

Una volta arrivato nella casella di posta, รจ necessario convincere lโ€™utente ad aprirlo. In questa fase lโ€™accoppiata mittente / oggetto รจ cruciale. Se il mittente รจ conosciuto, lโ€™open rate, il tasso di apertura, aumenta. Lo stesso vale se lโ€™oggetto รจ personalizzato. In media il tasso di apertura varia dal 10 al 30%. Una volta aperto il messaggio, possono accadere principalmente 3 cose:

A. Lโ€™utente clicca su uno dei link inseriti allโ€™interno del messaggio

B. Lโ€™utente si cancella dalla lista cliccando sul link presente nel footer

C. Lโ€™utente non fa niente Il CTR, ovvero la percentuale di utenti che cliccano su uno dei link, รจ molto variabile a seconda del settore e del tipo di messaggio.

โ€ข Nelle newsletter B2B il valore si aggira tra il 5% ed il 15%. Un valore inferiore solitamente sta ad indicare una scarsa qualitร  nei contenuti veicolati.

โ€ข Nelle campagne promozionali B2C ci si attesta tra il 2% ed il 12%. Un valore inferiore al 2% indica una gestione delle iscrizioni discutibile (es. senza double opt-in).

โ€ข Su liste segmentate ed utilizzando email personalizzate si possono ottenere dei CTR nellโ€™ordine del 10% / 20%. Il metodo migliore per generare un CTR elevato รจ creare un contenuto fortemente coerente con lโ€™oggetto e le aspettative del destinatario.

Cancellazione dalla mailing list

Dallo 0,1% allโ€™1% degli utenti decide di cancellarsi da una lista. Valori piรน bassi solitamente indicano che il processo di cancellazione รจ troppo complesso o difficile da individuare allโ€™interno della mail.

Valori piรน alti potrebbero indicare una scarsa qualitร  della lista o una forte incoerenza tra lโ€™oggetto ed il contenuto del messaggio. Una volta che lโ€™utente ha completato il processo di cancellazione รจ fondamentale chiedergli un feedback sulla motivazione che lo ha spinto a โ€œdisiscriversiโ€.

Analizzando questi commenti potrai migliorare il servizio e ridurre lโ€™opt-out rate. Solitamente offro un incentivo in cambio del feedback (es. un ebook sul marketing oppure il download di un software utile per lโ€™utente). Una volta che lโ€™utente ha cliccato sul link finisce sulla landing page dedicata alla campagna.

E qui solitamente casca lโ€™asino.

La landing page deve essere coerente con il messaggio che ha portato fin li lโ€™utente.

Se gli hai promesso uno sconto, deve trovarlo in grande in centro alla pagina. Non un paio di righe in piccolo allโ€™ultimo paragrafo di un testo di migliaia di caratteri.

Se la call to action allโ€™interno dellโ€™email era โ€œGuarda questo videoโ€, la landing page deve mostrarlo above the fold.

Il bounce rate ed il tempo trascorso sulla pagina sono metriche molto utili per comprendere lโ€™efficacia della landing page insieme, ovviamente, al tasso di conversione. degli utenti esegue lโ€™azione di conversione. In media tra lโ€™1% ed il 4% degli utenti esegue lโ€™azione di conversione.

Allโ€™interno del processo appena descritto lโ€™utente potrebbe aver eseguito 3 azioni principali:

โ€ข ha aperto lโ€™email

โ€ข ha visitato la landing page

โ€ข ha eseguito lโ€™azione di conversione.

Ognuno di questi eventi indica una determinata โ€œattitudine mentaleโ€ alla nostra comunicazione che puรฒ essere sfruttata attraverso le cosiddette trigger, behavioral e transactional email.

Trigger, Behavioral e Transactional email

Questo tipo di messaggi inviati a seguito di un determinato comportamento od evento, raggiungono tassi di click-through elevatissimi (fino al 50%).

1. Se lโ€™utente ha aperto lโ€™email ma non ha visitato la landing page, potremmo inviargli unโ€™email dopo un paio dโ€™ore includendo dettagli aggiuntivi sullโ€™offerta. Lโ€™oggetto potrebbe essere qualcosa tipo โ€œDavide, non รจ finita qui …โ€.

2. Se lโ€™utente ha visitato la landing page, magari piรน volte, senza perรฒ aver eseguito lโ€™azione di conversione, potremmo inviargli unโ€™offerta personalizzata comprensiva di uno sconto โ€œse agisce subitoโ€.

3. Una volta che lโ€™utente ha eseguito lโ€™azione di conversione, potremmo contattarlo con unโ€™offerta di upsell e cross sell.

Queste tecniche utilizzate con discrezione e attraverso messaggi altamente personalizzati, permettono di migliorare sensibilmente il ROI delle proprie attivitร  di email marketing. Riassumendo:

โ€ข quando fai email marketing devi ricordarti sempre che: se lโ€™email non arriva a destinazione, non otterrai alcun risultato;

โ€ข se non viene aperta, lโ€™utente non potrร  leggerne il contenuto;

โ€ข se il contenuto non veicola valore, lโ€™utente non visiterร  la landing page;

โ€ข se la landing page non รจ coerente e persuasiva, lโ€™utente non compierร  lโ€™azione di conversione;

โ€ข e, al momento giusto, un messaggio in linea con il comportamento e gli interessi dellโ€™utente puรฒ fare la differenza.

Autore: Filippo Toso di Persuasive Marketing, per il Max Valle