Tablet Ad Format Study è il nome di una ricerca di IAB, appena pubblicata, che cerca di far luce sullo stato della pubblicità su tablet, e sui formati più performanti e coinvolgenti. In estrema sintesi, è emerso che:
• gli utenti hanno il doppio delle probabilità di interagire con un annuncio pubblicitario su tablet, se questo è interattivo
• attualmente, però, la creatività di tali annunci non incontra ancora le aspettative dell’utente
La ricerca mostra che la maggior parte dei possessori di tablet (55%) pensa che la pubblicità su tali dispositivi debba essere diversa da quelle presente sugli altri media, e si aspetta che le funzionalità tipiche del tablet possano essere parte della pubblicità che vedono. Tuttavia, attualmente la pubblicità non è all’altezza delle aspettative del 30% degli intervistati, che hanno espresso un parere negativo circa gli annunci pubblicitari osservati su tablet nel corso del tempo.
Meglio app con pubblicità, piuttosto che pagarle
Quasi 2/3 degli intervistati preferirebbe applicazioni dai costi inferiori ma con più pubblicità, piuttosto che costi più alti e meno banner.
I formati pubblicitari su tablet devono essere interattivi
Il 54% di coloro che sono stati esposti ad una pubblicità con un elemento di interattività (come ad esempio un video o un gioco) hanno percepito la pubblicità come positiva, rispetto al 27% degli esposti ad un annuncio pubblicitario statico.
Se si confrontano gli annunci statici con quelli interattivi, gli intervistati ritengono che questi ultimi siano il 238% più “innovativi”, il 140% più “coinvolgenti” e il 90% più “memorable” – che in questo contesto non credo significhi “memorabili”, ma più probabilmente “degni di essere ricordati” – rispetto a quelli statici.
Le vecchie regole sono ancora valide
La pubblicità interattiva su tablet è comunque spesso ritenuta intrusiva tanto quanto quella statica, e pertanto gli inserzionisti dovranno studiare con molta attenzione dove e quando far comparire questi annunci.
Cresce però di molto il valore del contesto, con il 95% degli intervistati che afferma che è importante che la pubblicità NON sia intrusiva e NON interferisca con ciò che si sta facendo, e con l’82% che dice che l’annuncio deve essere adattato al contenuto che lo circonda. Quando si azzecca il formato giusto, cambia in meglio anche la risposta dell’utente. Per esempio, su formati “engaging“, si è osservato che il dwell time raddoppia (da 22 a 44 secondi).
Conclusioni
La “tabvertising”, come suggerisce anche Mag+,
dovrebbe dunque coniugare rilevanza, interattività e intrattenimento. E non essere una semplice trasposizione dei tristi – e invisibili – banner che vediamo ormai da anni sullo schermo del PC…