Si parla spesso dei diversi tipi di innovazione, distinguendo tra quella creata prima dei bisogni (come Steve Jobs con l’iPad) e quella che risponde ad un concreto bisogno di una precisa cerchia di utenti. Anticipare il mercato, creare il bisogno è spesso sinomino di altissimo rischio, ma è anche un modo per generare qualcosa di veramente importante; d’altro canto Facebook non è il primo social network creato nè Google era il primo motore di ricerca nel “lontano” 1998.
Una recente ricerca di Columbia Business School, contenuta nel libro Co-opetition by B. Greenwald, racconta nei particolari come il first mover advantage sia spesso un disadvatage – se ne parlò anche su questo blog tempo fa. In Italia, in particolar modo, dove l’accesso al mercato è reso molto più difficile da fattori microeconomici e demografici di lenta risoluzione, la maggior parte degli investitori (escluderei forse Dpixel) scommette solo su progetti del secondo tipo anche se i progetti del primo tipo hanno, forse, un rendimento potenziale superiore.
Veniamo ora ad un caso concreto. Nel 2011 ho deciso di lasciare il “dorato” (bigiotteria…) mondo del venture capital per fare l’imprenditore. In maniera molto particolare ho creato una sorta di search fund (un USA mi sarei chiamato EIR) per cercare progetti da sviluppare. Una mattina di Giugno ho incontrato Pietro ed il suo progetto Homply.com.
In accordo a quanto detto sopra definirei Pietro un vero rivoluzionario: a 19 anni e dopo pochi mesi ha lasciato l’università (come avrebbe suggerito Peter Thiel quasi 20 anni dopo) per fare una startup nel mondo dei videogiochi, ed ha continuato la rivoluzione raccogliendo 4 miliardi di lire nel 2000 ed assumendo la star di quel periodo, Dino Dini, autore di KickOff (chi è nato negli anni ’70 ci ha giocato sicuramente).
Io al contrario (Bocconi, MBA, finanza e consulenza) potevo essere (forse) considerato un innovatore; sembrava il mix giusto in quanto incontri e seminari di training segnalano sempre come il team migliore abbia entrambe le caratteristiche: la visione e la capacità di eseguire le cose concrete; ritengo infatti che uno dei problemi del VC in Italia sia dato dal mismatch di personalità tra imprenditori, generalmente del 1° tipo, ed investitori, generalmente del 2° tipo. Dopo il nostro incontro abbiamo cominciato a lavorare e direi che, soprattutto grazie a Pietro, le cose stanno andando molto bene e riusciamo a creare quel mix che riteniamo sia alla base per la crescita. voluzione
Lo stesso mix di innovazione e rivoluzione lo vediamo nel nostro progetto, Homply.com. Homply nasce come innovazione nel settore immobiliare, ma presenta alcune caratteristiche che lo fanno diventare una rivoluzione. L’innovazione è costituita dal migliorare con una risposta precisa il problema di chi cerca casa che si perde tra decine di fonti di informazione con un dispendio di tempo e di energie veramente importante.
La rivoluzione potenziale è nel modello di business tale per cui, unico nel suo genere, Homply mira ad aggregare i compratori quando tutti i concorrenti vogliono aggregare i venditori; l’algoritmo di Homply permetterà di trovare l’immobile “sognato” e cercherà il matching perfetto permettendo il risparmio di tempo e denaro. Ci siamo anche chiesti dove sviluppare Homply.com, lavoriamo in Italia o a San Francisco? Qui stranamente i nostri ruoli si sono invertiti: io rivoluzionario con in testa l’American Dream che voleva andarsene a tutti i costi, Pietro molto più concreto e con l’idea di rimanere in Italia (ma tanto me lo porto con me fuori…).
Ci ha avvantaggiato il fatto che le caratteristiche strutturali del mercato immobiliare siano quasi le stesse in Italia come all’estero e che il mercato Europeo sia pluriframmentato (nel suo complesso) esprimendo una opportunità di maggiore importanza rispetto a quello USA. Pur non nascondendo i mille problemi che affronteremo stando qui vogliamo dimostrare che anche partendo dall’Italia riusciremo a produrre qualcosa di buono (e per quanto mi riguarda in Italia starà costantemente solo Pietro, io voglio arrivare al black status con le miglia!). Innovazione o rivoluzione?
Possiamo sostenere che i progetti migliori nascono sì da un concreto bisogno di una fascia di utenti precisa, ma devono per forza di cose avere un obiettivo di lungo termine e quel qualcosa in più che permetta di crescere esponenzialmente creando opportunità di mercato dove adesso non ci sono. Proprio come oggi in Italia.
Autore: Alessandro Santo, co-founder di Homply, per il Max Valle.