SEO e Manipolazione

In estrema sintesi, potremmo dire che lo scopo della stragrande maggioranza dei SEO è quello di far salire un contenuto (che può essere un testo, una immagine, un video, etc.) più in alto di quelli già presenti in una determinata SERP del motore di ricerca, in modo che possa ricevere tanti click (e quindi generare traffico targhettizzato verso il contenuto stesso). Poi ovviamente c’è tutto il discorso delle conversioni, ma almeno oggi evito di ammorbarti con questo tema a me molto caro. 🙂 Mi fermo al “prima”.

Cosa vuole (e cosa NON vuole) Google

All’interno della sua guida “Hai bisogno di un SEO?” Google cerca di dare un colpo al cerchio e uno alla botte, dicendo che:

La decisione di avvalersi di un SEO è una decisione importante che può potenzialmente migliorare il tuo sito e consentirti di risparmiare tempo, ma può anche rischiare di danneggiare il tuo sito e la tua reputazione.

E a proposito di manipolazione, aggiunge:

Nonostante i SEO in genere forniscano un servizio utile per i loro clienti, alcuni SEO disonesti hanno messo in cattiva luce l’intera categoria con le loro iniziative di marketing eccessivamente aggressive e i tentativi di manipolare in modo scorretto i risultati dei motori di ricerca. Le pratiche che violano le nostre norme possono portare a una modifica negativa della presenza del tuo sito su Google o persino alla sua rimozione dal nostro indice.

Nei giorni scorsi è uscito un interessante articolo su Search Engine Land, che riporta alcune dichiarazioni ufficiali di Google utili a chiarire proprio il concetto di manipolazione. La prima è piuttosto scontata:

Google supporta e incoraggia la pratiche SEO che si trovano all’interno delle sue linee guida, e che non sono considerate spam.

Molto più interessanti le dichiarazioni rilasciate da Brandon Falls, Search Quality Analyst di Google, in occasione di un dibattimento che vedeva contrapposto il motore di ricerca a e-ventures Worldwide LLC, società che vende (fra le tante cose) servizi SEO, e che Google ha penalizzato (chiarisco meglio: e-ventures Worldwide LLC ha fatto causa a Google per aver impropriamente censurato (ovvero escluso manualmente della SERP) parecchi siti che hanno comprato i loro servizi SEO, e Google è stata quindi costretta a chiarire in aula il motivo delle penalizzazioni).

Una parte importante del lavoro di fornire dei risultati di valore agli utenti, è la protezione di Google nei confronti dell’integrità di tali risultati da coloro che cercano di manipolarli a proprio uso e consumo. Come notato, gli sforzi per sovvertire o prendersi gioco del processo attraverso il quale i motori di ricerca classificano la rilevanza di un sito è chiamato “webspam” all’interno del settore della search. Tale manipolazione del motore di ricerca danneggia ciò che è più importante per gli utenti: la qualità (cioè la rilevanza/pertinenza) di nostri risultati.

Cosa è manipolazione (penalizzabile), e cosa non lo è

Diciamocelo chiaro: la SEO consiste proprio nel manipolare – in senso buono, si spera – i risultati di Google a proprio uso e consumo. Ci sono poi quei SEO che dicono che è proprio grazie alla loro azione che i risultati di Google sono migliori, o che comunque il lavoro di tanti SEO ha spinto Google a migliorare di molto la qualità delle SERP nel corso degli anni. E questo, almeno in parte, è vero. Il punto è che Google si trova costantemente nell’imbarazzo di tendere una mano ai SEO, mentre con l’altra è pronto a bacchettarli: da un lato pubblica la sua guida ufficiale alla SEO, che spiega come questa pratica è utile per “ottenere un notevole impatto sull’esperienza d’uso dell’utente e sulle performance nei risultati organici del motore”, mentre dall’altro deve continuamente chiarire i confini all’interno dei quali un SEO può operare (primo fra tutti, probabilmente, quello di evitare la compra-vendita di link o comunque i cosiddetti “schemi di link“). Se avessi ancora dubbi su cosa vuole e soprattutto NON vuole Google, ti consiglio di dare una rilettura alle sue arcinote “Istruzioni per i Webmaster“, dove è spiegato per filo e per segno come aiutare il motore di ricerca a trovare e “comprendere” i tuoi contenuti, seguendo (ovviamente) le sue regole. Ancora più utili sono a mio parere le linee guida per i quality rater, che aiutano a capire meglio come i “valutatori umani” di Google giudicano il tuo sito, e quindi come il motore di ricerca vuole che siano i contenuti che pubblichi sul web.

Conclusione

Chiudo cercando di rispondere nuovamente alla domanda oggetto di questo post: la SEO è manipolazione? A mio parere è proprio la parola “manipolazione” a suonare male nella nostra lingua. Sui vari dizionari si legge che il termine significa (fra le altre cose) macchinazione, raggiro, operazione di condizionamento o controllo (per esempio, delle coscienze) o di modificazione o alterazione (per esempio, genetica). Assomiglia insomma molto al termine “fregare”. Però dobbiamo ammetterlo: chi fa SEO opera proprio per modificare/alterare lo stato delle SERP del motore di ricerca. L’importante è farlo eticamente, dando valore, fornendo risposte pertinenti, risolvendo problemi: è questo l’unico tipo di manipolazione che Google sembra tollerare.