google instant

Facciamoci in fretta l’abitudine, perché Google Instant NON è uno tanti “esperimenti” di Big G (rimasti tali), ma è quello che ci ritroviamo da un paio di giorni come default quando entriamo nel motore di ricerca e iniziamo a digitare una query.

Da Google ci dicono che i vantaggi sono sostanzialmente su 3 livelli:

• Ricerche più veloci

• Previsioni più intelligenti

• Risultati istantanei E più o meno sembra essere così (a parte il punto 2 🙂 ). Vorrei però mettere qualche pulce nell’orecchio di chi mi legge e fare 5 veloci considerazioni, per aprire un po’ di dibattito:

Google Instant NON è una novità assoluta

E’ più o meno la stessa cosa (ed ha pure lo stesso nome…) di Yahoo! Instant Search, progetto lanciato 5 anni fa ma poi abbandonato. Quindi nulla di così rivoluzionario e innovativo, nonostante i titoloni che girano su tanti siti e blog.

Google Instant = Google Suggest “agli steroidi”

Non c’è dubbio, Instant nasce dalla “logica” (e dall’esperienza) di Suggest, servizio attivato più di 2 anni fa. E da Suggest eredita di conseguenza tutti i pro e contro (uno su tutti, quello della “canalizzazione delle ricerche”).

Google Instant e la privacy

La frase “Google Instant sarà disponibile a tutti su google.com in inglese e tramite login con account Google nei seguenti paesi: Germania, Francia, Spagna, Italia e Regno Unito”, presente su Google Italia Blog, potrebbe insinuare qualche dubbio sul fatto che Google potrà da oggi conoscere la nostra “vita, morte e miracoli” quando cerchiamo qualcosa online.

A chi la pensa così dico che Instant è comunque disattivabile senza troppa fatica (basta cliccare sulla scritta “Google Instant attivo” a destra del bottone “Cerca”, e quindi su “Disattiva”). E dico anche che se davvero non vuoi essere “tracciato” in alcun modo da Google, non dovresti nemmeno usare quotidianamente tutti gli altri ennemila servizi che ha sul web…

Google Instant e AdWords

Come impatterà Google Instant sugli inserzionisti di AdWords? Se prima una SERP (e relativi annunci) si “componeva staticamente” a seguito di una query ben definita, ora la logica è diventata quella della “query prevista”: digiti l’inizio di una parola (ad esempio, “orch”) e l’algoritmo, dentro la SERP, di mostra gli annunci relativi a “orchidea”.

Interessante il punto della FAQ dove si dice che una impression (dell’annuncio) viene calcolata quando “l’utente smette di digitare la query e i risultati vengono visualizzati per almeno 3 secondi”: certe categorie di utenti (immagino, ad esempio, persone anziane poco avvezze all’uso della tastiera, e quindi particolarmente lente nella digitazione) contribuiranno ad alzare in modo significativo il consumo delle impression?

Google Instant “renderà irrilevante la SEO

Questa sparata è davvero assurda per un personaggio del calibro di Steve Rubel, che si è espresso proprio così: “Google Instant significa che nessuno vedrà più il web allo stesso modo, rendendo praticamente impossibile l’ottimizzazione. I feedback in tempo reale cambieranno e personalizzeranno i comportamenti di ricerca degli utenti”.

Questa dichiarazione è errata sotto 2 punti di vista. Innanzitutto, nella FAQ di Google Instant è scritto molto chiaramente. Questo cambiamento influenza in qualche modo l’ordinamento dei risultati di ricerca? No, il ranking dei risultati di ricerca resta immutato. Secondariamente, se a Rubel fosse sfuggita la cosa, è dall’avvento della “Google Personalized Search” (ben 9 mesi fa!) che la SEO ha i “problemi” illustrati da lui, e pure un tontolone come me se ne era accorto

Max Valle

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