Il 31 Ottobre 2013 Google ha annunciato una nuova funzionalità, chiamata App Indexing, che consente ai webmaster di creare “un’esperienza utente senza soluzione di continuità attraverso siti web e applicazioni mobili” (queste le parole di Lawrence Chang sul Google Webmaster Central Blog). In buona sostanza, grazie alla nuova feature gli sviluppatori mobile potranno dire al Googlebot di scansionare ed indicizzare i contenuti delle loro applicazioni Android (tramite sitemap e Strumenti per i Webmaster, seguendo questi dettagli tecnici), e Google potrà mostrare un collegamento a tali contenuti all’interno delle SERP del motore di ricerca. Se effettuiamo una ricerca via Google Search App col nostro smartphone (Android, aggiornato almeno alla 4.1), e fra i risultati ne compare uno con la scritta “Open in app”, possiamo tappare col dito ed automaticamente si aprirà sullo schermo l’app collegata (come mostra l’immagine qui sopra). La cosa è per certi versi rivoluzionaria, e mi meraviglio che in pochi abbiano ripreso/dato giusto risalto alla notizia. Fino ad ora l’ecosistema delle applicazioni mobile è stato impermeabile a quello delle ricerche effettuate su Google: per le app Android esiste un motore di ricerca verticale (Google Play), per iOS un altro (App Store), per Windows Phone un altro ancora (Windows Phone Store). Oggi una ricerca su Google, al massimo, porta ad un risultato che permette di scaricare sul telefono l’app stessa, ma NON porta ai contenuti dell’app, NON crea un “ponte” verso l’applicazione già installata sul telefono. App Indexing, come in parte fa anche la ricerca vocale, collega il mondo della search a quello delle app. E’ il tassello che mancava. Mi immagino che in futuro non sarà nemmeno più necessario “tappare” su “Open in app”, che il tutto potrà essere controllato via voce, che l’integrazione fra la ricerca su Google e le applicazioni sarà completa, che la cosa verrà estesa anche ad altre piattaforme (a partire, ovviamente dal mondo iPhone/iPad). Ma mettendo i piedi per terra, chiudo con una domanda che molti SEO e webmaster si saranno subito posti: App Indexing avrà degli effetti sul posizionamento in Google? La risposta è contenuta nella piccola Q&A in coda al sito: “App Indexing non ha impatti sul posizionamento del tuo sito nei risultati della ricerca. Ha effetti su come il tuo sito viene visualizzato nelle SERP, ovvero con l’aggiunta di un bottone per aprire il contenuto nella tua applicazione (se l’utente ha l’applicazione installata).” Da quanto capisco, significa che gli eventuali deep link presenti nel sito e che puntano all’app, NON andranno né a migliorare il ranking del sito web, né a posizionare in qualche modo i contenuti dell’app. Ma è anche vero che grazie ad App Indexing possiamo far comparire nelle SERP del motore di ricerca dei collegamenti all’applicazione, che prima NON erano presenti! Chaesang Jung, sull’Android Developers Blog, lo spiega con questo esempio [per chi non lo sapesse, Flixster ha acquistato Rotten Tomatoes nel 2010, quindi i 2 brand sono fortemente collegati]: • L’app di Flixter supporta il deep linking • Il sito web di Rotten Tomatoes ha specificato che la pagina dell’app di Flixter può essere usata come alternativa • Google ha indicizzato l’applicazione di Flixter per determinarne la rilevanza • L’utente ha installato l’app di Flixter Il risultato finale è il seguente:

Esempio di App Indexing con Rotten Tomatoes e Flixter

In pratica, se cerco “gravity movie” su uno smartphone Android, e NON ho l’app di Flixter installata, il click nella SERP mi porta al sito web di Rotten Tomatoes, all’indirizzo http://www.rottentomatoes.com/m/gravity_2013/ Se invece faccio la stessa ricerca con l’applicazione presente nel telefono, il “tap” collega il sito di Rotten Tomatoes all’app di Flixter, che contiene la scheda di quel film. Concludendo Per rispondere alla domanda del titolo di questo post, potrei dire che App Indexing, a dispetto del nome, non è oggi un qualcosa che indicizza i contenuti delle applicazioni mobile e li posiziona nelle SERP di Google. E’ più un sistema per collegare pagine web a contenuti molto simili presenti in un’app. Ma come evolverà in futuro? E allo stato attuale la mossa di Google spingerà gli editori web a buttarsi nella produzione di app? O il responsive design avrà la meglio?