Da sempre ricevo proposte di scambio link, ma mai insistenti come in quest’ultimo periodo. La cosa curiosa è che le richieste arrivate negli ultimi giorni alla mia mailbox sono tutte diverse fra loro: diverso il mittente, diversa l’email, diverso l’oggetto, diverso il contenuto. Le accomuna solo un particolare: l’assoluta ignoranza, soprattutto lato SEO.

Ecco quindi i miei 5 consigli rivolti a chi manda questo genere di missive: • scrivi un oggetto che non sembra tradotto con Babel Fish: l’oggetto della email è la cosa che mi fa decidere se aprirla o meno. Se c’è scritto dentro “Proposta di scambio links cooperativi” finisce direttamente nello spam. • nella email, scrivi un contenuto che sia comprensibile: se leggo “scambiare links può essere vantaggioso sia per voi che per noi, promuovendo i nostri siti nei motori di ricerca, ciò che porterà loro traffico supplementare”, francamente, non capisco se ad avere vantaggi sarai tu, io o il motore di ricerca. • seleziona il target: se proponi uno scambio link per “poter aiutare il tuo sito ad essere indicizzato in maniera migliore dai motori di ricerca”, dovresti prima guardare se il mio sito ha o meno problemi di indicizzazione. O magari posso pensare che lo scambio è per risolvere i TUOI problemi. • presentati con un sito guardabile: se ti presenti come una “SEO Agency”, e poi sul tuo sito hai degli annunci AdSense che promuovono agenzie concorrenti, non ci fai una bella figura. La figura è ancora peggiore se in firma hai un sito che parla di sport acquatici, e vuoi scambiare link con un blog che parla di web marketing. • non firmarti “SEO”: la SEO è tutt’altra cosa. Se ti firmi “SEO Manager” e mi proponi uno scambio link, mi sa che sei rimasto al millennio scorso. Quasi 2 anni fa ho scritto un articolo su quanto possano servire (o non servire) gli scambi link: rileggilo, e riflettici su un po’.