Evidentemente il post di ieri deve aver lasciato aperti un po’ di interrogativi, visto che – oltre ai vari commenti – c’è stato qualcuno che mi ha scritto direttamente chiedendomi se la mia esperienza diretta fosse simile a quella riportata nell’articolo, o se per il TagliaBlog le cose fossero diverse. In estrema sintesi posso dire che sì, è assolutamente vero, i buoni contenuti (da soli) NON sono più in grado di attirare (buoni) link. Come mai? perché sul web le cose, da un po’ di tempo a questa parte, sono cambiate drasticamente. Premessa: su questo tema non è possibile generalizzare. Ci sono parametri come: • l’anzianità del dominio e del sito • la quantità dei contenuti prodotti nel tempo • la lingua in cui si scrive • la nicchia nella quale si opera • la fama del giornalista/blogger • la brand awareness/image del sito che non rendono paragonabili in alcun modo 2 siti o 2 blog diversi fra loro. C’è però un dato di fatto: la gente non linka più come una volta. Il motivo? perché, a causa dei social, è cambiato il modo con cui si diffondono i contenuti, è cambiato il modo con cui le persone interagiscono online. Prendi i contenuti di questo blog, e osserva i due bottoncini presenti in fondo a tutti i post. A sinistra c’è il “Mi piace” di Facebook, a destra il “Retweet” di Twitter. Vedi come e quanto vengono utilizzati? Mi dirai che la maggior parte dei lettori di questo blog sono “evoluti”, conoscono benissimo i social media, sono più propensi a cliccare su un widget… ma gli stessi lettori, essendo così “evoluti”, non hanno spesso anche un sito, un blog o un forum? e allora perché ricevo pochi link da quelle “care e vecchie” risorse? Il punto è proprio questo. Se vado negli Strumenti per i Webmaster di Google, e scorro i link che rimandano al tuo sito del TagliaBlog, leggo che sono più di 300.000:

I link che rimandano al tuo sito del TagliaBlog

Ma se mi metto per bene a spulciare un post recente preso da quell’elenco, vedo che la maggior parte dei link arrivano da aggregatori vari e dai soliti social media. Il che significa che i “cari e vecchi” link, quelli provenienti da una pagina web, sono generati perlopiù in modo “automatico”, visto che gli aggregatori si nutrono del feed del mio blog e non c’è un essere umano che decide di linkarmi. Di conseguenza, credo che i motori di ricerca sappiano bene come pesare questi link e quale valore attribuire loro. Diversi sono i link (chiamiamoli pure col loro nome: like e retweet) sociali: il lettore legge l’articolo e se lo gradisce, se crede che valga la pena di divulgarlo ai suoi contatti lo vota, con un semplice click. Se il pezzo è davvero notevole i like e retweet possono propagarsi a macchia d’olio, rimbalzando di persona in persona, da un lettore affezionato ad uno sconosciuto… che poi magari diventa affezionato. Capisci l’enorme differenza? nessuno ti linka più da un sito/blog/forum forse perché farlo richiede pure un certo sforzo, bisogna produrre del contenuto che “circonda” il link da inserire nel testo. E oggi i produttori di buon contenuto (intendo contenuto corposo, originale) diminuiscono anziché aumentare. Ma è un dramma? per l’economia generale del web probabilmente sì. Ma se dobbiamo pensare solo ed esclusivamente al traffico, alla diffusione dei nostri (ottimi) articoli, a far circolare il nostro brand, non c’è nulla di meglio di questo web sociale dove la condivisione è la parola d’ordine. E dove i like e i retweet stanno sostituendo i link.