cloni

Il termine deriva dal greco antico ฮบฮปฯŽฮฝ (klลn, โ€œramo”, “ramoscello”), e per clonazione, in biologia, si intende la riproduzione asessuata, naturale o artificiale, di un intero organismo vivente o anche di una singola cellula; In natura avviene per alcuni organismi unicellulari, per alcuni invertebrati (platelminti, anellidi, ecc.) e per alcune piante. In agricoltura il termine viene utilizzato per indicare una tecnica che l’uomo utilizza da tempo per riprodurre piante con talee, margotte e innesti. In ingegneria genetica molecolare o in biotecnologia la parola indica talvolta la riproduzione di tratti di catena di DNA. Nel processo vengono impiegati Vettori di clonazione. Nella moderna genetica, e nelle scienze biologiche applicate in genere, la clonazione รจ la tecnica di produzione di copie geneticamente identiche di organismi viventi tramite manipolazione genetica. In questa ultima accezione il termine รจ divenuto di uso comune a partire dagli anni novanta, quando prima Neal First (1994), quindi Ian Wilmut (il padre della famosa pecora Dolly – 1996) provarono a clonare, con successo, una pecora. Clonare in laboratorio un organismo, in questo caso, significa creare ex novo un essere vivente che possiede le stesse informazioni genetiche dell’organismo di partenza. Quindi le moderne tecniche di clonazione prevedono il prelevamento e trasferimento del nucleo di un somatocita (cioรจ di una cellula somatica) dell’organismo da clonare in una nuova cellula uovo della stessa specie dell’organismo da replicare. Poichรฉ il nucleo contiene quasi tutte le informazioni genetiche necessarie per realizzare una forma di vita, l’uovo ricevente si svilupperร  in un organismo geneticamente identico al donatore del nucleo..