Se lavori da parecchio tempo nell’editoria online, ovvero se da qualche anno hai un sito web o un blog sul quale pubblichi con costanza notizie, articoli e post, avrai probabilmente notato che il lettore medio รจ sempre piรน frettoloso: tende a consumare sempre meno pagine (nonostante tutti i trucchetti che puoi mettere in atto) e a passare sempre meno tempo fra i tuoi contenuti. Questa cosa รจ tanto piรน vera quanto piรน la natura dei tuoi contenuti รจ legata alle cosiddette breaking news, le notizie dell’ultim’ora che fanno una fiammata di accessi appena pubblicate ma si riducono in cenere nell’arco di 24 – massimo 48 – ore.
Te lo spiego piรน semplicemente con una immagine. Questo genere di notizie si comporta cosรฌ:
Nell’esatto istante in cui vengono pubblicate, e nelle ore appena successive, raccolgono piรน del 90% di tutto l’interesse – e quindi del traffico – che potranno raccogliere nella loro intera vita online. Poi spariscono totalmente dagli interessi degli utenti, e di conseguenza anche dalle query che questi effettuano sui motori di ricerca: in pochissimi andranno infatti a cercare su Google un fatto di cronaca, di politica, di sport o di tecnologia successo mesi o anni fa.
E qui iniziamo ad avvicinarci al punto:
Cosa cercano le persone su Google?
O meglio ci sono delle ricerche che dipendono molto meno dai fatti che accadono quotidianamente nel mondo? Certo che sรฌ. Pensa soltanto a tutto il campo delle ricerche legate al “come fare” qualcosa, quelle che gli americani chiamamo how-to. Proprio negli USA ci sono fior fiore di siti che su questo modello hanno costruito dei veri e proprio imperi economici: un nome su tutti quello di Demand Media, azienda quotatasi al New York Stock Exchange a inizio 2011.
Ma il modello di Demand Media era forse un po’ troppo spinto per Google, che pochi mesi dopo la quotazione affondรฒ la sua property piรน nota – eHow – con un “colpo di Panda”. Sรฌ, perchรฉ eHow era un po’ troppo pieno di thin content (=contenuti inconsistenti) e banner mescolati al testo (direi anzi camuffati fra il testo…) fatti solo per essere cliccati. E questo non รจ ciรฒ che vuole Google. La domanda che dovremmo porci รจ quindi:
Che contenuti vuole Google?
O meglio: Se voglio fare un sito sul “come fare”, come dovrei strutturarlo? La risposta non รจ facile, ma provo a dare qualche indicazione pratica. Innanzitutto รจ bene ricordare che, con l’avvento di Hummingbird, l’obiettivo di Google รจ diventato quello di rispondere sempre meglio alle โricerche conversazionaliโ (quindi quelle piรน semplici, naturali). Google cerca ora di โscoprire l’intentoโ dell’utente, superando la logica delle parole chiave con le quali gli utenti piรน evoluti sono abituati da anni a scrivere query sui motori.
Potremmo quindi concludere che un contenuto che offre una risposta che soddisfa appieno una domanda posta con un linguaggio semplice e naturale, dovrebbe oggi posizionarsi molto bene fra le SERP di Google.
Come deve essere dunque questo contenuto?
Francesco Margherita ha analizzato nei giorni scorsi la tecnica (dal punto di vista del copywriting) di Salvatore Aranzulla, probabilmente il piรน noto caso di sito how-to italiano: se cerchi su Google qualsiasi “come fare” legato alla tecnologia, puoi star certo di trovare nei primi 10 posti il sito di Salvo.
Secondo Francesco, Aranzulla utilizza uno schema “a 2 blocchi” di questo tipo:
Primo blocco
Nei primi tre paragrafi troviamo unโenorme concentrazione di parole chiave correlate alla principale dellโarticolo, oltre che la ripetizione esatta di questโultima per due volte, entrambe in grassetto […] nonostante lโincredibile concentrazione di parole chiave secondarie, tra cui lโimmancabile โcome fareโ […] il risultato finale รจ estremamente fluido e scorrevole. […] il secondo paragrafo del primo blocco contiene un incastro LDA, cioรจ una parola chiave pertinente, non rilevante e ad elevato volume di ricerca.
Nell’articolo su come disinstallare un programma da ubuntu, a un certo punto scrive che รจ facile come disinstallare un programma da windows, introducendo con questa key ad alto traffico, un livello di pertinenza solo parziale con il tema dellโarticolo arricchendolo di fatto rispetto a tutti gli altri articoli che rimangono strettamente in topic, ma senza fare lanci che riguardano altri sistemi operativi.
Secondo blocco
Nel secondo blocco invece cโรจ la ciccia, cioรจ le istruzioni dettagliate che mantengono la promessa espressa nel primo blocco. Anche qui lo stile รจ molto semplice e curato, comprensibile da chiunque, esattamente come dovrebbero essere composti gli articoli destinati a un pubblico mainstream. Quello che assolutamente manca in Aranzulla sono le figure retoriche, le metafore, le espressioni idiomatiche e gli slang. […] Anche questo รจ fondamentale.
Piuttosto, le espressioni del primo blocco sono talmente simili tra loro che lasciano intendere una qualche forma molto evoluta di text spinning, cioรจ la diversificazione automatica dei contenuti attraverso software che di volta in volta creano variazioni interne ai periodi.
A parte queste considerazioni di Francesco sul contenuto, mi permetto di aggiungere qualcosa sul layout: molta “aria” (=spazi bianchi, testo non appiccicato), buon uso dei grassetti, link verso siti autorevoli (o comunque sempre a tema l’oggetto della guida), qualche immagine esplicativa, elenchi puntati all’occorrenza, e comunque una generosa quantitร di testo scritto: il problema di molti siti how-to penalizzati dal Panda era proprio la scarsissima quantitร di testo rispetto agli altri elementi della pagina, cosa che Aranzulla ha invece evitato accuratamente.
Ultimo ma non ultimo, il vantaggio di essere all’interno di un dominio a fortissimo trust (virgilio.it) ha sicuramente il suo peso: ma ritengo che le indicazioni qui sopra abbiano comunque del valore, indipendentemente dal dominio nel quale vengono posizionati i contenuti.
Concludendo
Chiudo con una immagine che mostra il traffico tipico che puรฒ ricevere una guida sul “come fare” ben riuscita:
Come puoi notare, il numero di pagine visualizzate rimane stabile – o addirittura in crescita – nel corso del tempo, garantendo al sito un traffico incrementale che NON richiede di essere alimentato quotidianamente da decine o centinaia di news che si bruciano come paglia nel fuoco. Di certo non รจ un modello praticabile da un tipico quotidiano online, ma se lavori in altri settori dell’editoria una bella sezione “guide” inizierei ad implementarla al piรน presto… ๐