pubblicità online

Ci sono notizie in grado di metterti di buon umore, e quella che arriva da una ricerca di IAB/PricewaterhouseCoopers/World Advertising Research Centre è una di quelle. In sintesi: in UK, nel primo semestre 2009, gli investimenti pubblicitari su Internet sono cresciuti del 4,6%, raggiungendo uno share del 23,5%; quelli televisivi hanno invece perso il 16,1%, precipitando al 21,9%. Convertendo le percentuali in numeri, abbiamo 1,75 miliardi di sterline per l’online, contro 1,64 miliardi per la TV.

Questi i settori più redditizi: al primo posto la Tecnologia (19,1% del mercato), seguita da Telecomunicazioni (al 13,3%, rispetto al 9,7% dell’anno precedente) e Finance (13,2% rispetto al 11,9%). Il settore Entertainment e Media è quarto con l’11,8%, mentre i Beni di Consumo quinti, passando dal 6,2% del 2008 all’8,1% del 2009. Si, hai capito bene, il tanto atteso sorpasso è avvenuto e l’advertising online è in continua e costante crescita, in praticamente tutti i settori… ma passiamo ora alle doverose considerazioni.

Iniziamo col dire che questa notizia è un pò vecchiotta. Il sorpasso di Internet sulla TV era già stato ufficializzato durante IAB Forum 2007 (come avevo documentato in questo vecchio post), quindi l’headline del Wall Street Journal o quella di BBC News suonano un pochino troppo roboanti. Arriviamo poi all’impietoso confronto fra Italia e UK: se le percentuali ricalcano un pò quelle del primo quadrimestre italiano

(image credit: Luca Lani)

Confronto pubblicità in Italia fra primo  quadrimestre 2008 e quello 2009

c’è da notare l’enorme differenza di numeri fra le altre nazioni europee e il Bel Paese

(image credit: Luca Lani):

Pubblicità nelle principali nazioni europee

Se pensiamo che gli stati che ci seguono (ad eccezione forse della Spagna) hanno un numero di abitanti ridicolo rispetto al nostro, la cosa è ancor più avvilente.

Chiudo con una frase di Eva Berg-Winters (PricewaterhouseCoopers), la quale afferma: “Forse, sorprendentemente, il rallentamento dell’economia ha accellerato il passaggio verso la tecnologia digitale, e di conseguenza il passaggio da forme di pubblicità più tradizionali all’online, che promette ROI e misurabilità in un periodo di instabilità. L’unica certezza è che questo processo richiede un drastico cambiamento strutturale nel modello di business, in tutti i settori dell’economia.” Come darle torto? Se la nostra povera Italia è così arretrata è anche perchè il “drastico cambiamento strutturale” non sta avvenendo, e non solo nell’economia.


Max Valle

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