Il consiglio che vorrei darti oggi con questo post si potrebbe riassumere in una sola riga:
Don’t put all your eggs in one basket.
Questo noto proverbio inglese è traducibile in italiano con “non puntare tutto su un solo cavallo” (o un solo numero, o una sola carta).
E invece è quello che fanno tanti “principianti” che provano a guadagnare qualcosa su Internet: mettono in piedi un unico sito web, ci mettono dentro un solo tipo di banner (solitamente AdSense), e poi sperano che tutto vada per il meglio.
Scrivono un po’ di articoletti, e quindi si mettono a guardare (più o meno ossessivamente) se arriva traffico e se i banner prendono qualche click, per ripagarsi almeno del tempo perso e dei soldi spesi per il dominio e l’hosting.
Nulla di più sbagliato.
È vero, se sei un one man show può sembrare assai difficile gestire più siti o sistemi per fare soldi online. Ma spesso diversificare è l’unico sistema per cadere sempre in piedi e generare un fatturato incrementale sul lungo periodo.
Cosa significa diversificare? Significa partire con un progetto basato su queste 4 leve:
Settori
Mai sentito parlare della Piramide dei Bisogni di Maslow?
Da questa puoi ricavare i 4 bisogni sempreverdi degli esseri umani, declinabili tranquillamente anche online:
- Fare soldi (siti e tecniche di trading, forex, opzioni binarie, bitcoin e criptovalute, scommesse, gioco d’azzardo).
- Stare bene/meglio (prodotti di dimagrimento, programmi di alimentazione corretta e nutrizione, aumento della massa muscolare, prodotti di bellezza).
- Giocare/divertirsi (videogiochi e applicazioni mobile).
- Conoscere qualcuno dell’altro sesso (siti di incontri di ogni genere e specie).
Spremiti le meningi e cerca un po’ di micro-nicchie poco battute per ognuno di questi 4 macro-settori (o per il settore che conosci meglio e verso il quale ti senti più portato). Ovviamente puoi spingerti anche in ambiti molto meno borderline di questi, come ad esempio tecnologia, automotive o turismo.
Siti
Trovate le nicchie, inizia a sviluppare i siti. Ho usato il plurale perché ogni volta che penso al lancio di un piccolo network di siti web (o di un PBN) mi viene sempre in mente la parabola del seminatore:
Il seminatore uscì a seminare. Mentre seminava, una parte del seme cadde lungo la strada; e gli uccelli vennero e lo mangiarono. Un’altra cadde in un suolo roccioso dove non aveva molta terra; e subito spuntò, perché non aveva terreno profondo; ma quando il sole si levò, fu bruciata; e, non avendo radice, inaridì. Un’altra cadde fra le spine; le spine crebbero e la soffocarono, ed essa non fece frutto. Altre parti caddero nella buona terra; portarono frutto, che venne su e crebbe, e giunsero a dare il trenta, il sessanta e il cento per uno.
Chiara la metafora? 🙂
Fonti di traffico
In passato ho già parlato ampiamente delle 4 principali fonti di traffico di un sito web, che sono:
- Motori di ricerca (ovvero Google)
- Social (ovvero Facebook)
- Traffico pagato (da pubblicità di vario genere)
- Traffico diretto
Anche in questo caso vale la pena ricordare che puntare su una sola fonte può essere rischiosissimo: Google ti può bannare o penalizzare (se non stai alle sue regole), stesso dicasi di Facebook.
Il traffico pagato ha invece il vantaggio di essere immune (o quasi) da ban, ma ha l’enorme svantaggio di costare e di funzionare come un rubinetto dell’acqua: se chiudi il rubinetto, gli utenti non arrivano più.
Il più prezioso è ovviamente il traffico diretto, perché generato da utenti che conoscono il tuo brand e quindi raggiungono direttamente il tuo sito, scrivendolo nella barra del browser o perché lo hanno salvato nei “Preferiti”. Ma prima di fare tanto traffico diretto dovrai mangiarne di polvere…
Fonti di reddito
Questo è forse il punto più importante, perché se non monetizzi il tuo progetto è molto probabile che la frustrazione ti porterà ad abbandonarlo in breve tempo.
Ci sono fondamentalmente 4 modi per guadagnare con un sito web:
- Banner pubblicitari (il network più famoso è quello di Google AdSense, ma puoi anche provare a vendere i tuoi banner direttamente)
- Affiliazioni (Amazon è probabilmente il sistema più noto)
- Vendita di pubbliredazionali e/o link (metodo rischiosissimo (se non lo sai maneggiare), in quanto va contro le linee guida di Google)
- Vendita di prodotti/servizi (puoi vendere la tua consulenza, puoi fare corsi, puoi vendere infoprodotti (ebook/libri) o anche creare un’area riservata a pagamento dove far accedere i tuoi clienti)
Conclusione
Riepilogando:
- Non puntare su un solo sito: anche se conosci bene un solo settore e hai deciso di lavorare solo in quell’ambito, apri più siti all’interno della stessa nicchia, usando “angoli” diversi. Statisticamente hai molte più probabilità di monetizzare se fai correre più cavalli.
- Non puntare su una sola fonte di traffico: cerca di ottenere utenti da Google, Facebook e visite dirette. E soprattutto NON andare contro le linee guide di motori e social network, perché il ban è sempre in agguato. Se non hai budget, dovrai puntare sulla SEO (e quindi metterci molto più tempo per ottenere i primi risultati). Se invece hai soldi da investire, potrai comprare traffico (via Google AdWords e Facebook Ads) e puntarlo su landing e squeeze atte a monetizzare. Considera comunque che senza soldi lo sforzo da fare rischia di essere immane, soprattutto in settori molto competitivi.
- Non puntare su una sola fonte di reddito: anche all’interno dello stesso sito, può essere utile usare più sistemi di monetizzazione (ovviamente senza esagerare). Se usi AdSense, prova anche l’affiliazione di Amazon. Se usi solo affiliazioni, magari prova ad affiliarti a 2 diversi merchant che operano all’interno della tua stessa nicchia. Se invece fai un sito con l’unico obiettivo di vendere i tuoi prodotti/servizi, meglio togliere tutti i banner e i link affiliati: non vorrai perdere un potenziale cliente per un click del valore di pochi centesimi, vero? 😉