Chi ha studiato, dirà che il ROI è il rapporto fra Risultato Operativo e Capitale Investito.
Molto semplicemente, è più facile tradurre return on investment letteralmente: ritorno dell’investimento. In parole povere, investo del capitale in qualcosa, e calcolo cosa riesco ad ottenere da tale operazione.
La parola ROI è entrata di prepotenza anche nel linguaggio dei web-markettari, ma c’è un settore dell’internet marketing dove questo acronimo pare non si trovi molto a suo agio: sto parlando dei social media. Ti lascio a tal proposito 3 spunti di riflessione:
Punto uno. Una ricerca di un paio di mesi fa di Chief Marketer (ripresa su eMarketer), evidenzia che il click-through viene considerato ancora oggi come lo strumento più utilizzato per misurare le performance:
eppure è almeno un annetto che IAB suggerisce tutt’altre metriche.
Punto due. Sempre eMarketer (articolo ripreso anche da Andrea Cappello) ci racconta che per l’80% dei markettari è importante misurare il ROI delle attività online, ma anche che solo il 31% riesce effettivamente a farlo. In altri termini si investe sul web, si è consci che la cosa andrebbe misurata, ma alla fine ben pochi fanno qualcosa.
Punto tre. Otto mesi fa un sondaggio di Babson Executive Education & Mzinga mostrava che (quasi) nessuno misura il ROI delle campagne sui social media, pur utilizzando tali piattaforme a scopo di business. E ora un illustrissimo personaggio ci racconta che “il ROI dei social media è una stronzata galattica”:
Tu misuri, non misuri, o vai “a naso”?