Una classica domanda che mi viene fatta ultimamente, è del tipo: “Il mio sito è ben posizionato per le parole chiave che voglio, ma non riesco a guadagnare/vendere nulla. Perché? Dove ho sbagliato? Mi puoi aiutare?” Questa domanda mi è posta tipicamente da soggetti che non sono proprio alle prime armi.
Si tratta di persone che hanno un sito web da un po’ di tempo, che a volte hanno anche una minima infarinatura a livello di SEO, ma che non riescono in alcun modo ad ottenere i risultati voluti: il loro sito riceve traffico, ma non converte. In base alle email che ricevo, noto che è un problema tipico di molti consulenti e liberi professionisti, gente insomma che vende (o almeno prova a vendere) i propri servizi all’utente finale: spendono soldi per mettere in piedi il sito e per posizionarlo, ma i risultati sono nulli.
Il sito è come se non esistesse, e si è anzi rivelato un costo assolutamente inutile. Non capiscono insomma perché le gente arriva sul loro sito, e scappa via senza compiere alcuna azione. In realtà il motivo – anzi i motivi, perché sono principalmente 2 – è semplice.
1. Hai Scelto le Parole Chiave Sbagliate
Sul discorso di “come scegliere le parole chiave giuste” si potrebbe scrivere un libro: personalmente credo che la scelta delle keyword possa essere solo in parte delegata a AdWords Keyword Planner o altri servizi simili che analizzano, in buona sostanza, la media di ricerche mensili su Google e suggeriscono termini correlati e pertinenti. Non dico che questi strumenti siano inutili, anzi.
Ma quello che manca a questi “analizzatori di parole chiave”, e che solo un essere umano può riuscire a fare, è capire se la keyword scelta sia una keyword che converte. Nella scelta della parola chiave, si tende fondamentalmente a commettere un paio di grossi errori.
Vanity Keyword : si tratta di una parola chiave che appaga esclusivamente l’ego del soggetto. A parte le keyword [nome + cognome], utili solo se hai già un brand forte e conosciuto, un classico è puntare alle parole chiavi “top” del tuo settore: diversi anni fa feci un test posizionando proprio il termine [posizionamento], con risultati – a livello di traffico e conversioni – ridicoli.
Useless Keyword : molto simili alle prime, le parole chiave “inutili” sono quelle che da una prima analisi superficiale sembrano efficaci e proficue, ma che alla prova dei fatti si rivelano un flop totale.
Rimanendo all’interno del settore SEO, pare che una di queste keyword sia [preventivo SEO]: a naso sembra interessante, ma chi ha posizionato la sua pagina per quel termine afferma che non porta nulla di buono. 😉
Consiglio : se operi principalmente a livello locale, una buona strategia è quella di cercare di posizionarsi per [attività + località]. Ti suggerisco di leggere attentamente questo post sulla local SEO, nel quale vengono illustrati gli aspetti e le caratteristiche principali di una pagina ottimizzata per le ricerche locali. Utile anche attivare alcune piccole campagne AdWords per parole chiave verticali, in modo da ottenere un feedback molto più veloce rispetto ai tempi richiesti dalla SEO: per le keyword che sembrano convertire meglio, è consigliabile lavorare sulla creazione e posizionamento di contenuti ad hoc, e stoppare eventualmente le campagne AdWords ad avvenuto posizionamento delle nuove pagine web.
2. Offri una Esperienza Utente Sbagliata
Facciamo finta che hai azzeccato la parola chiave e che ottieni traffico qualificato. Ma comunque non vendi, nessuno ti contatta, nessuno chiede i tuoi servizi: in una sola parola, non converti. Qui entriamo nel fantastico mondo della user experience. Se pensi che non abbia nulla a che fare con la SEO, sappi che vari segnali fanno supporre che la user experience mobile diverrà a breve un fattore di ranking: personalmente mi sono portato avanti installando un tema responsive su questo blog, e i risultati positivi si sono visti in poche settimane.
Offrire una buona esperienza all’utente, ha molto a che vedere con quello che dovrebbe essere l’obiettivo comune a tutti i professionisti che hanno un sito web: parlo dell’acquisire contatti, che attraversano le varie fasi del funnel fino a diventare clienti. Consiglio: dovresti concepire ogni singola pagina del tuo sito come una landing page. Nei colori, nella disposizione degli elementi, nella cura del contenuto, nelle call to action, ogni pagina dovrebbe essere studiata nei minimi particolari, per spingere l’utente a compiere l’azione che tanto desideri.
Ti faccio un piccolo esempio sbagliato, e uno giusto. L’esempio sbagliato è il blog che stai leggendo. 🙂 Nel menu orizzontale c’è la voce “Consulente SEO“, ma è un po’… anonima, mescolata assieme a tante altre voci. Se il mio obiettivo fosse quello di ottenere molte più visite verso quella pagina, se volessi spingere davvero sul vendere consulenze, dovrei strutturare il layout di questo blog in un modo completamente diverso: di primo acchito, chi atterra su queste pagine vede un blog dalla classica impostazione editoriale, e non un sito di un professionista che vende i suoi servizi.
Se quindi è vero che la mia pagina “Consulente SEO” riceve molte visite, è anche vero che ne riceverebbe molte di più, e probabilmente convertirebbe anche meglio, se fosse inserita in un contesto diverso, o se avesse uno spazio ed una visibilità diverse. Guarda invece come ha impostato il layout del suo blog Ivano di Biasi:
- A fianco al nome è indicata la sua professione (SEO Specialist)
- Sul menu orizzontale sono indicati i servizi che offre (Formazione, Coaching)
- In bella evidenza, in testa alla spalla di destra, è presente il numero verde e un grosso bottone per effettuare una richiesta di preventivo
Pur essendo un layout in stile blog, sono stati inseriti pochi semplici elementi che mettono in luce la qualifica del professionista, cosa offre, e come contattarlo per fare richiesta dei suoi servizi. Noti la differenza fra un blog editoriale e uno più orientato a convertire? 😉