il fax è morto

Periodicamente mi capita di leggere di alcuni personaggi “all digital”, che hanno sposato al 100% il digitale e abbandonato tutto ciò che è analogico, e che attaccano tutti gli strumenti che si usavano nell’era pre-Internet. Uno di questi è il fax (meno noto anche come “telefax”): vide il suo boom fra la metà degli anni ’80 e la metà degli anni ’90, per venire poi soppiantato, nella quasi totalità dei casi, dall’email. Eppure qualche grossa azienda, o qualche pubblica amministrazione, lo usa ancora.

Pensa che fino a settembre del 2009, per registrare un dominio .it era necessario inviare via fax la lettera di assunzione di responsabilità (LAR): non c’erano altri metodi. Oggi è raro che qualcuno ti voglia inviare un fax, o che voglia riceverne uno da te. Raro, ma non impossibile. Puoi quindi decidere di non avere completamente a che fare con questi soggetti.

Oppure puoi andare in qualche cartoleria o edicola, che ancora offre il servizio di invio e ricezione di fax, e pagare ogni volta che devi mandarne o riceverne uno. O magari puoi dotarti di uno dei tantissimi servizi di fax in e fax out che ti permettono di ricevere e inviare fax da PC, tablet o smartphone, e anche di avere un numero di fax con prefisso a tua scelta che “squilla” all’interno del tuo dispositivo. Sì, intendo dire che io posso tranquillamente ricevere un fax sul mio smartphone mentre sono dall’altra parte del mondo.

Il fax mi viene rigirato in allegato nella mia email, in formato PDF. Posso leggerlo e rispondere, con un altro fax, spendendo pochi centesimi di euro. Lo faccio ormai da una dozzina d’anni. Chi mi invia il documento, lo fa ad un numero di fax italiano, e per lui non ci sono costi aggiuntivi, non si accorge di nulla. Io posso interagire col mittente, che magari ha una polverosa macchina fax di 20 anni fa, usando una tecnologia moderna (come un’app di uno smartphone, o un semplice browser di un PC).

Tutto questo per dire che è inutile atteggiarsi da avanguardisti spocchiosi, che rigettano tutto ciò che non è “internet al 100%”. La tecnologia può creare dei comodi ponti fra il vecchio e il nuovo, permettendoti di gestire con strumenti nuovi cose vecchie e ormai superate. Empatia è anche questo: continuare a far utilizzare all’altro le sue tecnologie e i suoi sistemi, senza per forza volerli cambiare, senza cercare a tutti i costi di “evangelizzarlo”.

Per carità, sono d’accordo che non lavorerei con persone o aziende che mandano missive con carta e penna, o al massimo con la macchina da scrivere: sarebbe troppo lungo e complesso portarli dal medioevo all’era moderna. Ma spendere qualche euro all’anno per mantenere un numero di fax “di emergenza” attivo, credo che possiamo tutti ancora permettercelo… non credi anche tu?

Max Valle

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