Non sono Marzullo, che sia chiaro a tutti 🙂 Mi trovo a scrivere per uno dei più importanti blog che parlano di Web presenti in Italia e quindi devo mantenere un atteggiamento sobrio, misurato e pacato, e visto che il mio modo di scrivere non è generalmente quello che ho appena descritto, tento di attenermi alle regole, senza ascoltare gli urli del tipo che abita sopra di me e senza cedere alla voglia dello sproloquio.
Ma uno come me di cosa potrebbe parlare in un sito come il TagliaBlog? Mi è nata l’idea di un post sull’unica cosa che ha davvero importanza in Internet, il contenuto, ed è cresciuta in me grazie alla notizia che circola in questi giorni riguardante il sorpasso Facebook/Google.
Più volte su questo sito si è parlato di contenuto: di come strutturarlo, di come editarlo, di come formattarlo e di come pensarlo: ma non così spesso di cosa vuole sentirsi dire il lettore.
Un utente cosa cerca?
Partendo da quest’ultima domanda, un utente vuole, banalmente, la verità. Ora, mi rendo conto che è difficile parlare di verità in Rete, quando la verità stessa non esiste per il fatto che ogni cosa viene snocciolata da migliaia di persone al giorno con conseguenti migliaia micro verità. Partiamo dal presupposto che un concetto, un evento o una situazione, è prima di tutto uno stato d’animo: chiunque, nel momento in cui legge una notizia sul Corriere o su Punto informatico, si fa la propria idea partendo dal titolo, in base alle nozioni storiche che possiede, alle tendenze politiche, alle capacità tecniche o al lavoro che fa.
Ma allora cosa cavolo è questa verità?
La verità è un fatto, ed un fatto, per essere tale, deve essere trasparente e intellegibile da tutti, senza possibilità di errori interpretativi.
Facciamo un esempio: è di questi giorni appunto, la notizia che Facebook ha superato Google come numero di visite, notizia che presa da sola non dice assolutamente niente, ma la news viene data anche dal blasonato e lettissimo Corriere della Sera: “Il social network più famoso del mondo supera il motore di ricerca più famoso del mondo. Facebook sorpassa Google per quel che riguarda i volumi di traffico generati in Internet“. Bene, penso io, roba da farci un post su, di quei bei post con un titolo cazzuto, uno di quei titoli SEO in base ai quali si rischia di fare un mucchio di accessi!
Poi, leggendo i miei feed, trovo un “contro articolo” che mi fa riflettere sulla questione e mi fa pensare che la news sul Corriere sia fuorviante o mal posta. Leggendo il blog di Paolo Attivissimo si trova questo: “Un’occhiata al Financial Times, che non resiste allo stesso titolo sensazionale ma perlomeno pubblica dati un po’ meno striminziti, rivela che il “sorpasso” si riferisce soltanto al confronto fra il numero di visite alle home page di Facebook e a quella di Google.“
E poi si continua “Nel dato di Google non sono inclusi i servizi come Gmail, Youtube e Google Maps e non sono incluse le ricerche effettuate in una casella della barra strumenti di un browser. Se si includono questi servizi, il sorpasso non c’è”.
Ora, ripartendo a ragionare da questi nuovi dati che possiamo avere di fronte, dov’è il contenuto di qualità? Avevate pensato ai servizi “accessori” di Google leggendo il Corriere? Paolo questa domanda se l’è fatta, si è chiesto “Che cosa si intende per Google?” Il mezzo per fare ottimi contenuti è porsi la domanda se quello che si sta leggendo è una cazzata o meno, e nel farsi domande su quello che si legge, essendo reattivi sulle parole, invece di subirle e prenderle come assodate.
Facebook non ha superato Google visto nell’insieme, per quanto la crescita degli utenti Facebook sia straordinaria: quelli che vedono il logo di Google, o gli affiliati allo stesso ogni giorno, non sono di meno di quelli che vedono il logo di Facebook. Il punto che ho cercato di raggiungere è proprio questo: per quanto io cerchi, ed io come Rudy Bandiera lo faccio brutalmente 😉 di fare traffico su chiavi come “sesso” o “donne nude”, l’utente tenderà a fermarsi, a linkare e a ritornare, solo su siti che danno delle risposte concrete, delle notizie vere e sopratutto che rispondono a delle domande reali.
Il segreto per un ottimo contenuto non sta nello scrivere bene, non sta nell’esporre dati e dimensioni, non sta nello snocciolare statistiche, non sta nell’infilare nel testo le keywords perfette o nel trovare le frasi SEO che la gente cerca, ma sta solo e soltanto nel porsi (e porre) domande, domande che i lettori stessi si pongono. Se mentre scrivete un post che riguarda l’indicizzazione o la tecnica SEO per piazzare un sito di annunci immobiliari, vi viene in mente una domanda che farebbe il vostro cliente, che per quanto ottimo imprenditore potrebbe è un completo ignorante in ottica di indicizzazione, rispondere a quella domanda potrebbe essere la chiave di volta!
Gli strumenti per scrivere bene sul Web non sono le parole del contenuto ma lo sono le domande: se riuscite a mettervi nei panni di chi ne vuole sapere di più, di chi vuole un dibattito, di chi non si accontenta e di chi ha bisogno di un contraddittorio, allora si, allora siete arrivati allo scopo. Perché si deve leggere un sito piuttosto che un altro? Perchè uno mi fa ragionare e l’altro no?
Mettete in piazza i vostri dubbi, le vostre perplessità, le vostre lacune, mostrate il fianco e visto che siamo in un mondo globale e siamo parte di una mente collettiva, tutti faranno tesoro di quello che scrivete come voi farete tesoro di quello che altri producono. Per scrivere non ci vuole pudore: il pudore è per i poeti, non per i Web writer.
Autore: Rudy Bandiera di Net Propaganda, per il Max Valle.