Il tema del guest posting (o guest blogging) e del link building tramite questo genere di post, continua ad essere sotto i riflettori di SEO e webmaster. Se si “uniscono i puntini” di varie dichiarazioni di illustri portavoce di Google, inizia a crescere sempre piรน il dubbio che tali post possano essere in qualche modo penalizzati dal motore di ricerca. Marie Haynes ha raccolto un po’ di questi quote in un recente articolo intitolato Yes, high quality guest posts CAN get you penalized!, ovvero “Sรฌ, i guest post di alta qualitร POSSONO penalizzarti!”. Vediamoli assieme: Il parere di Matt Cutts
L’oggetto del contendere, perรฒ, รจ come Google possa affermare con certezza quando i link inclusi nei guest post sono naturali o artificiali. Google ha imparato piuttosto bene a riconoscere (e penalizzare) gli schemi di link, e sappiamo che col Penguin (prima e seconda versione) ha affinato ulteriormente le sue capacitร : se linki enne volte un sito da enne guest post, con la stessa ancora, รจ praticamente certo che Google sarร in grado di individuare (e penalizzare) lo schema. Bisogna quindi fare guest posting – e di conseguenza link building – con una certa intelligenza.
Mettiamoci nei panni del motore di ricerca. Google, e i suoi quality rater, potrebbero ragionare in questo modo:
1. Sembra un buon link. Direi che รจ naturale.
2. Oh… un altro link buono. E’ una citazione in un articolo di un sito di tecnologia di alta qualitร .
3. Interessante… un’altra citazione dentro un articolo di un sito di tecnologia di alta qualitร . Sembra molto simile alla precedente.
4. Cosa? Ancora una? E’ un articolo su un argomento diverso, ma linka (magari con la stessa ancora) la stessa pagina degli altri due!
Questo pattern รจ facilmente individuabile. Bisognerebbe quindi tentare almeno queste 3 vie:
โข variare il testo delle ancore in ogni guest post
โข pubblicare i guest post su siti diversi, per tema e qualitร
โข all’interno di questi post, linkare altre fonti autorevoli (come Wikipedia) e/o non commerciali Ricorda perรฒ che un quality rater ha l’occhio molto piรน allenato di quanto immagini, e nel caso di un controllo manuale potrebbe individuare facilmente questi trucchetti. In questo articolo del lontano 1998, probabilmente uno dei primi in cui si parlava dell’astro nascente di Google, c’รจ forse la chiave per capire come BigG intenda guardare al link building al fine del posizionamento sul suo motore di ricerca: “Secondo [Larry] Page, รจ quasi impossibile per un webmaster utilizzare trucchi o spam per posizionarsi sul motore, perchรฉ [Google] si basa sui link e sui giudizi fatti da altri siti autorevoli: devi convincere realmente qualcuno di importante del fatto che tu sei importante.” Sappiamo perรฒ come sono andate le cose: nel corso degli anni, da un lato i SEO hanno cercato di utilizzare tutti gli spiragli lasciati aperti da Google per posizionare i loro siti, e dall’altro Google ha affinato continuamente i suoi algoritmi per chiudere le falle. E il link building รจ sempre stato un campo sul quale si sono combattute le battaglie piรน aspre fra i 2 fronti.
Conclusione Sulla naturalitร dei link, sono anni che Matt Cutts ripete la cosa a mo’ di disco rotto. La sua frase probabilmente piรน famosa (e quotata) รจ contenuta in un post del 24 Giugno 2009, quando disse: “L’obiettivo non รจ di far sembrare naturali i tuoi link, l’obiettivo รจ che i tuoi link siano naturali“. La frase fa il paio con la definizione di “buon guest post” resa da Cutts in una recente intervista (che ho riportato nel punto 6. di questo lungo articolo): “Ci sono dei criteri da tenere bene a mente. Quando si parla di guest posting, non tutti pensano alla stessa cosa: per molte persone, un guest post รจ qualcosa sul quale un fantastico autore ci ha messo anima e corpo, e poi ha pubblicato il pezzo su un sito con unโottima reputazione.
Un post di questo genere รจ un ottimo modo per mettere in vista il tuo nome, per costruirti una buona reputazione, per farti conoscere, e potenzialmente per ottenere link, traffico o esserti dโaiuto per la SEO. […] Un buon guest post รจ un qualcosa che il lettore รจ orgoglioso di condividere, che รจ molto diverso dallโessere qualcosa che si รจ spinti a condividere da qualcuno.” C’รจ dunque forse ancora un modo etico, pulito, di fare guest posting (e quindi link building) senza incorrere in grossi rischi: bisogna puntare sulla grande qualitร del contenuto, collocandolo all’interno di un sito/blog dal forte trust, inserendo nell’articolo link (e ancore) in modo naturale. Inoltre, deve essere un post che non vedi l’ora di condividere con altri (ricordi quando parlai del passaggio da link a share?).
Ma attenzione! Ricorda che Google ha annunciato di recente una penalizzazione atta a colpire gli advertorial, ovvero i pubbliredazionali. E certi guest post, purtroppo, ci assomigliano molto…