Quando 3 settimane fa ho scritto un post su come farsi bannare da AdSense, non stavo certo immaginando che sarebbe toccato a me. E invece proprio la ripetuta raffica di click sugli annunci AdSense del mio blog, protrattasi per giorni, da parte di un… come definirlo… simpatico (proxy?) sconosciuto, ha causato il ban del mio account.
Il giorno 17 febbraio alle ore 20:39 (visto che si tratta di sabato sera, credo sia una email automatica…), ho infatti ricevuto questa email (con oggetto “Account di AdSense di Google disattivato”): “Abbiamo riscontrato che sono stati generati clic e/o impressioni non validi sugli annunci Google pubblicati nei suoi siti. Pertanto abbiamo disattivato il suo account AdSense di Google.
La preghiamo di comprendere che questa decisione si è resa necessaria per proteggere gli interessi degli inserzionisti AdWords.Non sono ammessi clic o impressioni non validi sugli annunci del sito di un publisher utilizzando, a solo titolo esemplificativo, impressioni e/o clic generati da:- un publisher sulle pagine del proprio sito web – un publisher che incoraggia altri utenti a fare clic sui propri annunci – programmi per la generazione automatica di clic o altro software ingannevole – un publisher che altera porzioni del codice degli annunci o che modifica layout, comportamento, targeting o pubblicazione degli annunci per qualsiasi motivo
Queste ed altre attività che violano i Termini e condizioni di AdSense di Google e le norme e i regolamenti del programma possono condurci a decidere di disattivare il suo account. I Termini e condizioni e il regolamento del programma sono disponibili ai seguenti indirizzi: https://www.google.com/adsense/localized-terms?hl=it https://www.google.com/adsense/policies?hl=it Ai publisher il cui account è stato disabilitato per clic non validi non è consentita un’ulteriore partecipazione al programma AdSense e non verranno inviati ulteriori pagamenti. I profitti generati dal suo account verranno debitamente rimborsati agli inserzionisti danneggiati a seguito di tale attività.
Se ritiene che questa decisione sia stata presa per sbaglio e se in buona fede ci può garantire che l’attività non valida rilevata sui suoi annunci non è dovuta alle sue azioni o negligenza o alle azioni o negligenza di una persona che lavora per lei, può presentare ricorso contro la chiusura del suo account. Può farlo utilizzando unicamente il seguente modulo:
http://www.google.com/support/adsense/bin/request.py?contact=invalid_clicks_appeal&hl=it
Qualora Google decida di esaminare il suo ricorso, faremo del nostro meglio per informarla in tempi rapidi e intraprenderemo le azioni che riterremo necessarie. Una volta presa una decisione in merito al suo ricorso, ulteriori ricorsi o la ripresentazione del ricorso non verranno presi in considerazione. Cordiali saluti, Il team AdSense di Google” Lo stesso giorno, il Google Analytics installato sul TagliaBlog rileva 4 accessi da Mountain View:
Inutile dire che ho immediatamente “presentato ricorso”, compilando il form con un messaggio di questo tenore: “Da alcuni giorni sono preso di mira da qualcuno che clicca indiscriminatamente su tutti gli annunci del mio sito; ne ho parlato pure sul mio blog:
Posso assicurarvi che non sono andato contro il TOS (che conosco benissimo), e che tutti i click non validi sono effettuati da qualcuno che, per motivi a me sconosciuti, ha fatto di tutto per farmi bannare (e, a quanto pare, c’è riuscito). Vi prego pertanto di prendere in considerazione la riabilitazione del mio account, eliminando il conteggio dei click non validi.Attendo un vostro riscontro, e vi saluto cordialmente.” Non avendo ricevuto riscontro entro le 24/48 ore previste, il 21 febbraio ho compilato nuovamente il modulo: nel frattempo, dal mio blog, sono spariti anche gli annunci di servizio di Google, sostituiti da candidi buchi bianchi. Qualche ora dopo, mi attiva questa email (automatica anch’essa, almeno credo…):
“Gentile Publisher, La ringraziamo per il suo ricorso.Dopo aver ricevuto la sua risposta, abbiamo esaminato nuovamente e accuratamente i dati del suo account. Abbiamo nuovamente confermato che i clic non validi sono stati generati sugli annunci del suo sito violando i Termini e condizioni nonché il regolamento del programma, consultabili ai seguenti indirizzi: https://www.google.com/adsense/terms https://www.google.com/adsense/policies
Le norme che abbiamo stabilito contribuiscono all’efficacia degli annunci Google sia per i nostri publisher che per gli inserzionisti. In base a quanto previsto dal nostro regolamento su questo aspetto, non possiamo reintegrarla nel programma. Come forse saprà, ai publisher il cui account è stato disabilitato per clic non validi non è consentita un’ulteriore partecipazione al programma AdSense di Google. Per questo motivo, non può aprire un nuovo account.
Le ricordiamo inoltre che ulteriori ricorsi o la ripresentazione del ricorso per questo problema potrebbero essere ignorati e potrebbe non ricevere messaggi da parte nostra. La ringraziamo per la comprensione. Cordiali saluti, Il team AdSense di Google”. Anche in questo caso, nello stesso giorno, 3 visite da Mountain View:
Qualche ora dopo rispondo così: “Grazie per la risposta (gradita anche se automatica). Per quanto può servire, ribadisco che non sono il tipo da fare storie per qualche manciata di euro al mese, ma ciò che mi da fastidio è il fatto di essere trattato come un ladro, ovvero come colui che ha fatto (o ha gestito) dei click non validi. Ribadisco, per la seconda volta, che qualcuno ha fatto di tutto per bannare il mio account, cliccando ripetutamente sugli annunci del blog e credo che i vostri sistemi siano in grado di rilevarlo: la cosa è perdurata per alcuni giorni, e l’ho “denunciata” qui:
a testimonianza della mia buona fede. Gradirei, se possibile, avere una risposta “umana” al presente ricorso. Grazie e a presto.” Quando ormai avevo perso ogni speranza, lunedì 26 febbraio ricevo una ulteriore risposta automatica:
“La ringraziamo per la sua email relativa ai provvedimenti adottati nei riguardi del suo account.Ci rendiamo conto che desidera ricevere informazioni specifiche sui clic non validi da noi registrati sul suo account. Tuttavia, per la natura proprietaria del nostro algoritmo, non possiamo rivelare dettagli sul funzionamento della nostra tecnologia di monitoraggio o su cosa in particolare sia stato rilevato sul suo sito.
Come lei sa, Google è particolarmente attenta alle attività di simulazione illecita di clic. Disattivando il suo account in accordo con le nostre norme in materia, riteniamo di aver adottato le misure necessarie per proteggere i nostri inserzionisti e assicurare che sul suo sito non continuino a verificarsi clic non validi. Ai publisher il cui account è stato disabilitato per clic non validi non è consentita un’ulteriore partecipazione al programma AdSense di Google.
Apprezziamo la sua comprensione. Cordiali saluti, Il team AdSense di Google” Dopo questa ennesima risposta preconfezionata, una dozzina di ore dopo torno alla carica:
“Ringrazio per la risposta. Ancora una volta vengo accusato di “simulazione illecita di clic”, ancora una volta ribadisco che non ho effettuato alcun click fraudolento, cosa che credo sia facilmente rilevabile con i vostri strumenti. Il mio account AdSense ha circa un anno di vita, e se seguite la sua storia noterete che non c’è stato nulla di anomalo fino a circa 1 mese fa, quando qualcuno si è divertito ad effettuare i molti click che mi hanno portato al ban.
Se lo desiderate, sono a disposizione per qualsiasi ulteriore chiarimento: vi prego solo di farmi contattare da un vostro operatore. Cordiali saluti.” Inutile dire che non sono stato contattato da nessun operatore di Google: ciò significa che anch’io vado ad ingrossare le fila di coloro che, bannati da AdSense per colpa di terzi, rimangono inascoltati pure da coloro che dovrebbero offrire tutela e supporto. Il problema di AdSense è, infatti, il ban facile: i casi sono tutt’altro che sporadici (cercate nei vari forum per SEO, e ne leggerete delle belle…), e una volta esclusi dal programma, non è più possibile rientrarvi (nemmeno con un nome diverso).
Se poi volete dilettarvi nella lettura di un caso praticamente identico al mio, provate a cercare in Google “l’appestato di google adsense”, e capirete che situazioni come quella esposta in questo post capitano ormai da tanto, troppo tempo. Questo fatto non mi impedisce di dire che Google AdSense è, ad oggi, il miglior programma per guadagnare online.
- è semplicissimo da implementare (basta inserire qualche riga di codice HTML dove si vuole che compaia l’annuncio);
- è aperto a tutti, privati ed aziende (ovviamente, dal punto di vista fiscale, gli introiti van sempre dichiarati…);
- è adatto sia per siti piccolissimi (da qualche visita al mese) che per portali immensi (da milioni di visite al mese);
- è un sistema di pubblicità contestuale (ovvero in grado di riconoscere il significato di una pagina Web, e quindi di proporre annunci sempre affini al contenuto del sito);
- paga puntualmente (con assegno o direttamente sul vostro conto corrente).
Credo però sia necessario effettuare 3 divisioni:
- Siti di piccole dimensioni. Non state a rodervi il fegato: non sarà certo AdSense a risolvere i vostri problemi economici… pertanto, sia che inseriate o meno gli annunci pubblicitari, dal punto di vista del vostro conto in banca non cambierà nulla (o quasi). Se a ciò aggiungete il fatto che i pochi, miseri soldi guadagnati vanno inseriti nella dichiarazione dei redditi, credo che il gioco non valga proprio la candela. Se quindi verrete colti da ban, fate come me: sorridete!
- Siti di grandi dimensioni. Non correte (quasi) alcun rischio. Google, si sa, tende a “giustificare e perdonare” i siti storici e importanti, sia dal punto di vista del posizionamento, che da quello di AdSense. La cosa ha la sua logica: se guadagnate tramite AdSense parecchi soldi, significa che almeno altrettanti ne portate alle casse di Google, che quindi, prima di bannarvi, ci penserà più di 2 volte.
- Siti di medie dimensioni. Siete forse i soggetti più a rischio. Probabilmente utilizzate AdSense per arrotondate o farci un secondo stipendio… se si, evitate di riservare il 100% degli spazi pubblicitari a tali annunci: provate ad affiancarci altri network di affiliazione (come TradeDoubler o Zanox), e di pubblicità “in-text” (come IntelliTXT o eDintorni), o cercate anche di strutturarvi per vendere spazi pubblicitari direttamente (magari tramite qualche piccola concessionaria), ma non fate l’errore di utilizzare AdSense come unica ed esclusiva fonte di reddito, o potreste rischiare di ritrovarvi, da un giorno all’altro, senza l’assegno di Google. A voi, in particolare, consiglio caldamente l’installazione di uno script di click fraud prevention, come il gratuito AdLogger (in grado di limitare il numero di click che il singolo utente può effettuare sull’annuncio).
Se qualcuno si sente di suggerirmi altri programmi pubblicitari, è ben accetto: io aspetto di vedere quali saranno le soglie di ingresso per l’Italia di YPN o di ContentAds di Microsoft (ma credo che sitarelli e blog come il mio, rimarranno per sempre a guardare. Nel frattempo, mi piacerebbe ricevere una risposta umana da parte di Google, magari da Stefano Hesse (o da qualche altro Googler che mi legge): sarebbe una buona occasione per dimostrare che il loro motto è davvero “Don’t be evil”…
UPDATE del 06.03.2007: per motivi a me sconosciuti, le 3 immagine contenute in questo post sono (stranamente) sparite… ora le ho linkate (esternamente) da Flickr; saran state bannate pure quelle?