il blog è morto

Insieme alle previsioni di varia natura, noto che negli ultimi giorni anni dell’anno si ama parlare anche di (presunte) morti. Dopo la morte della SEO, ecco che negli ultimi giorni è (ri)emersa quella dei blog: e non è che si parli proprio di morte, quanto di una fase che precede il risorgimento, previsto da molti per il 2012.

Io credo semplicemente che ad essere morta, e ormai da anni, sia la moda di avere un blog, che era quasi d’obbligo nell’era pre-social. Intendo dire che nel momento in cui metti in mano alla popolazione una connessione flat – le ADSL iniziarono a diffondersi in Italia nel 2001 – ecco che si passa dalla fase “mi collego – scarico l’email – spengo il modem per leggerla con calma e non spendere soldi” a quella del “sto connesso h24 e scarico l’impossibile”.

E dopo l’euforia da download qualcuno inizia anche ad uploadare cose sue, ovvero inizia a produrre qualcosa per il web. Eccoci dunque nell’era del “me too”, nome che Thomas Baekdal diede all’era dell’esplosione dei blog, che ebbe il suo picco nel 2007 (vedi l’immagine qui sopra).

Ma poi che successe? Successe che a partire dal 2008 – non che i 2 social siano nati in quell’anno, sia chiaro, ma il 2008 fu l’anno del boom – Facebook (molto) e Twitter (molto meno) fornirono alla massa strumenti di comunicazione più semplici e meno tecnici, più rilassati e meno impegnati, in grado comunque di soddisfare le esigenze – e spesso l’ego – della stragrande maggioranza delle persone. Da qui la migrazione verso i social e l’abbandono dei blog, nonché l’approdo in Facebook di milioni di persone che identificano Internet con il giardino recintato di Zuckerberg (e che non hanno mai scritto/letto un blog).

E perché dunque, nel 2012, dovrebbero risorgere i blog, come l’Araba Fenice? Jason Calacanis, che è fra quelli che di recente hanno affermato che il “blogging is dead and stupid people shouldn’t write”, ha detto anche che il Web 3.0 sarà l’“Age of Expertise”. In buona sostanza, se al blogger 2.0 bastava saper scrivere, il blogger 3.0 dovrà essere uno scrittore e un esperto. Molti blogger di vecchio stampo continueranno a scrivere contenuti poco interessanti, alimentando il rumore di fondo. E rimarranno al palo.

Gli esperti invece, producendo contenuti di qualità, unici e interessanti – secondo Calacanis, anche nel formato video – faranno il botto: “experts will inherit the space”. Se dunque sei un blogger, se conosci a fondo un tema, se hai tenuto duro fino ad ora, è giunta l’ora di raccogliere i frutti seminati e coltivati con duri anni di lavoro e sacrifici: fra 12 mesi tireremo le somme 🙂

Max Valle

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