L’annuncio del lancio di Chrome OS a inizio luglio puรฒ probabilmente considerarsi il primo di un nuovo ciclo di attacchi di Google a tutto ciรฒ che non rientra nel campo dei motori di ricerca e della pubblicitร online (semplicemente perchรจ in quei 2 settori รจ giร leader incontrastato ๐ ). E l’azione di Google potrebbe disegnare inedite alleanze e nuovi scenari nel panorama del web; giusto per fare un veloce riepilogo dei fatti dell’ultima settimana:
– Microsoft e Yahoo!, dopo un tira e molla di mesi, si accordano: Bing sarร il motore di Yahoo!, e Yahoo! sarร la forza vendita (anche di Microsoft) per gli inserzionisti premium. – Google lancia il Checkout store gadget, puntando ad erodere quote di mercato a PayPal (e secondo alcuni pure ad eBay). – Eric Schmidt, amministratore delegato di Google, si dimette dal Consiglio di Amministrazione di Apple (posizione che deteneva dal mese di agosto 2006).
Motivazione? “Google รจ entrato nei core business di Apple, prima con Android e poi con Chrome OS. Il ruolo di Eric Schmidt nel consiglio di amministrazione di Apple si ridurrร notevolmente, in quanto dovrร ricusare se stesso da gran parte dei nostri meeting a causa di un potenziale conflitto d’interesse.” – Google lancia (anche offline) la campagna Go Google, con l’obiettivo di incentivare le aziende a migrare alle Google Apps. Migrare… ma da cosa? ovviamente dai costosi software “made in Microsoft”, principalmente Office (da sostituire con Docs) e Exchange/Outlook (da sostituire con Gmail). Spunti di riflessione – Potrebbero crearsi alleanze inedite, impensabili.
A parte Microsoft-Yahoo!, mi vedo incroci strani con Apple, Facebook, Twitter e le tante altre aziende che non fanno ancora parte della collezione di Google. Almeno fino a che non cederanno, per soldi o per convenienza. – Google sta entrando in punta di piedi nel regno dei sistemi operativi (con Chrome OS da un lato e Android dall’altro) e del software “uso ufficio” (con Google Docs), dove Microsoft (con l’accoppiata Windows + Office) domina da anni.
Ma il successo non รจ garantito: un esempio il browser Chrome, che dopo una fiammata iniziale si รจ assestato su percentuali di diffusione piuttosto ridicole (controlla su StatCounter Global Stats e vedrai). – Google vuol portare tutto online, ma nel mondo aziendale la cosa non sempre รจ gradita: posso assicurarti che ho avuto a che fare nel corso degli anni con decine e decine di aziende, nessuna delle quali era disposta a lasciare i propri dati fuori dalla porta, nemmeno se questi erano inutili e nemmeno se la cosa poteva generare un risparmio enorme.
La posizione di Google si รจ avvantaggiata nel corso degli anni perchรจ il “nemico” da battere, nel mondo IT e sul web, era un altro. Per qualche strano motivo, mentre gli occhi (non solo quelli dell’antitrust) continuavano ad essere puntati sull’operato di Microsoft, nessuno badava piรน di tanto al monopolio che Google man mano conquistava, a suon di ottimi servizi gratuiti, e che mantengono il brand di Mountain View ben posizionato come not evil nell’immaginario collettivo. Credo invece che la mole di dati che Google incessantemente raccoglie, su ognuno di noi, non รจ nemmeno lontamente paragonabile a quella di Microsoft + Yahoo! + Apple, giusto per fare i nomi di 3 competitor piuttosto noti.
Google conosce a menadito le abitudini di intere categorie di persone, e puรฒ prevedere con buona approssimazione le tendenze di interi settori merceologici. Riflettiamoci un pรฒ.