Nei giorni scorsi ho parlato sia dello scarso appeal della pubblicità nei social, che dello scarso appeal di Google+. In una recentissima intervista rilasciata al NYT Vic Gundotra, Senior VP del “Social Business” di Google, ha invece ribaltato entrambi gli aspetti, soprattutto quello relativo agli annunci pubblicitari.
Secondo Gundotra, i social banner di Google hanno avuto una notevole crescita dal punto di vista dell’engagement. “Abbiamo notato un aumento del 5-10% del CTR su ogni nostro annuncio pubblicitario che presenta una ‘social annotation'” ha affermato Gundotra. “Facciamo questo business da molto tempo, e ci sono state pochissime cose in grado di aumentare l’engagement del 5-10%”. Mashable fa notare che per il social advertising su Facebook i dati sono ancora più confortanti. Secondo un recente studio di Nielsen su 79 campagne pubblicitarie su Facebook, condotto lungo un periodo di 6 mesi, l’Ad Recall di un annuncio pubblicitario è risultato superiore del 55% rispetto ad uno non-social:
in altre parole, il messaggio pubblicitario veicolato attraverso un banner sociale, ha il 55% di probabilità in più di essere più ricordato in un secondo momento, rispetto a quello di un annuncio posizionato fuori dal social. E secondo un altro studio di TBG Digital di un annetto fa, gli annunci pubblicitari all’interno delle Sponsored Stories di Facebook hanno registrato un CTR del 46% più alto, un costo per click del 20% più basso e un “costo per fan” del 18% più basso rispetto ai banner standard di Facebook. La pubblicità all’interno dei social – e i social banner – posso risultare fastidiosi e “interruttivi”, ma alla fine sono più cliccati e rimangono impressi nella memoria. Dunque sono più efficaci?