Dominio di terzo livello, o directory? Potendo scegliere, per il posizionamento sui motori di ricerca è preferibile puntare a cose come blog.maxvalle.it, o meglio invece maxvalle.it/blog?
Da anni si discute dell’argomento su blog e forum di settore, e in questi giorni il tema è tornato caldissimo a seguito di un Whiteboard Friday di Rand Fishkin.
Ma procediamo con ordine, facendo un po’ di cronistoria e ascoltando 2 diversi pareri…
Cosa ne pensa Google (Matt Cutts)
Il primo intervento di Cutts su “subdomains and subdirectories” risale al lontano Dicembre 2007.
Successivamente, Matt ha ribadito gli stessi concetti in questo video dell’Ottobre 2012:
La domanda che viene posta a Cutts è la seguente: “sono interessato a capire come Google tratta attualmente i sottodomini, ovvero se ci sono differenze fra un sito strutturato in sottodomini rispetto ad uno strutturato in sottodirectory.”
La risposta di Matt è che sono più o meno equivalenti.
Il suggerimento che lo storico “portavoce” di Google ci offre è quello di valutare cose come la facilità di configurazione, il CMS che utilizziamo, etc.
Per esempio, lui dice di avere il suo blog in una cartella (mattcutts.com/blog) solo per motivi di semplicità, perché ha trovato più facile mettere quei contenuti in una sottodirectory: nessuna configurazione lato DNS, nessun pensiero nel caso di spostamento da un dominio ad un altro.
Se però si desidera avere un blog su un CNAME separato, e utilizzare cose come WordPress VIP o Tumblr, nessun problema: un terzo livello va bene uguale.
E racconta anche di come, in passato, in molti hanno abusato dei domini di terzo livello: Google permetteva infatti a più sottodomini, facenti parti dello stesso dominio, di posizionarsi nelle stesse SERP. Oggi non è più possibile come un tempo, perché Google cerca di mostrare risultati piuttosto diversi fra loro, e quindi è raro trovare SERP monopolizzate dallo stesso dominio (di secondo o terzo livello che sia).
Matt Cutts chiude il video ribadendo, ancora una volta, che la scelta è nostra, e quindi è solo una questione di ciò che è più semplice per noi.
Cosa ne pensa Moz (Rand Fishkin)
Prima di andare ad analizzare il tanto criticato Whiteboard Friday della scorsa settimana, sono andato a cercare altre vecchie dichiarazioni di Rand Fishkin sul tema “sottodomini vs. sottocartelle”. E ne ho trovate almeno un paio, totalmente coerenti con l’ultima.
La prima, risale al Febbraio del 2014. In quell’occasione, Fishkin dice:
“Vorrei ancora una volta invitare fortemente a mantenere tutti i contenuti su un singolo sottodominio. Recentemente abbiamo fatto questo test su Moz, spostando la nostra guida da guides.moz.com a moz.com/beginners-guide-to-seo. I risultati sono stati sorprendenti: il ranking è aumentato notevolmente su tutta la linea, per ogni singola parola chiave che monitoravamo sulle pagine.
Ho avuto modo di vedere molte decine di altri siti fare lo stesso, quasi sempre con simili risultati positivi”.
Fishkin fa anche riferimento al video di Cutts, dicendo che gli “sembra strano che Google continui a comportarsi in questo modo dopo tutti questi anni”, e ribadisce che “spostarsi da un sottodominio ad un altro può avere un impatto marcatamente positivo sul ranking”.
La seconda dichiarazione di Rand, risale invece ad Agosto 2014. Anche in quel caso, afferma:
“Abbiamo esempi recenti di come lo spostare un contenuto da un sottodominio al dominio principale ha immediatamente e sensibilmente migliorato il ranking per parole chiave molto competitive. Non ho il permesso di condividere tutti i dati, ma posso fare l’esempio di Moz: nel 2011-2012 la nostra guida alla SEO era ospitata su guides.moz.com a causa di alcuni problemi tecnici, ed era posizionata al 7°-8° posto per [SEO Guide] e al 30° per [Beginner’s Guide].
Nel 2013, l’abbiamo spostata su moz.com/beginners-guide-to-seo. I risultati sono stati sorprendenti: per [SEO Guide] è salita al 1°-2° posto, e per [Beginner’s Guide] al 2°! Il traffico dai motori, per un’ampia varietà di termini, è cresciuto notevolmente. Siamo rimasti scioccati.
Per farla breve, i sottodomini possono compromettere seriamente il tuo ranking potenziale. Non utilizzarli se puoi farne a meno.”
E incalzato da altri commenti, ha aggiunto:
“Da un punto di vista “ideale”, penso che le sottocartelle continuino a mantenere un sacco di valore in più rispetto ai sottodomini, quando si tratta di SEO.”
Eccoci infine giunti al tanto criticato Whiteboard Friday del 6 Febbraio 2015.
Fra le 3 domande alle quali Fishkin ha dato risposta nel video, una è proprio: “devo mettere le sottosezioni del mio sito su sottodomini, o in sottocartelle?” Ecco cosa dice Rand:
“Una dichiarazione di qualche anno fa di Matt Cutts, e una dell’anno scorso (o di 2 anni fa) di John Mueller, dicevano fondamentalmente: “Hey, Google riesce oggi a identificare ed associare molto meglio i contenuti di un sottodominio con il dominio principale, e non c’è quindi più bisogno di separare i contenuti su 2 sottodomini”.
Sono certo che Google ha fatto dei passi avanti in questo settore, ma la questione per me ha sempre la stessa risposta di qualche anno fa.
Non posso dirti quante volte abbiamo visto e testato noi stessi il risultato di spostare i contenuti da un sottodominio al dominio principale. In Moz, l’abbiamo fatto 3 volte negli ultimi 2 anni. Ogni volta, abbiamo notato un notevole boost nel ranking e nel traffico dai motori di ricerca, sia sulla long tail che sulle chiavi principali. E non siamo i soli. In particolare nell’ambito delle startup, dove è molto popolare l’uso di blog.yourwebsite.com [ovvero dei domini di terzo livello], abbiamo visto molti passare alle sottocartelle, con benefici a livello di ranking.
Ancora più significativo è il caso pubblicato il mese scorso da Timo Reitnauer sul blog di iwantmyname. Timo ha raccontato del grosso calo di traffico che hanno avuto spostando i contenuti dal dominio principale ad un sottodominio.
A 6 mesi dal passaggio il traffico non è risalito, e ora sono passati nuovamente ad una sottocartella, sperando di recuperare il traffico perso.
Il punto è che è veramente pericoloso mettere i contenuti in un sottodominio […] quindi esorto tutti a tenere i propri contenuti in un solo dominio, preferibilmente in sottocartelle. E’ il modo per massimizzare i benefici potenziali della SEO. Questa è una di quelle cose tecniche della SEO che non sono cambiate nel corso di tanti anni.”
Conclusione
Come puoi notare, stai leggendo un post che si trova su tagliaerbe-staging.bmavqlqcwx-pxr4kxl853gn.p.runcloud.link, e non su tagliaerbe.com/blog (come suggerirebbe Rand Fishkin).
I motivi della scelta, che feci nell’ormai lontano 2007, furono principalmente 3:
- Separazione: il blog è un cosa e sta da una parte, il sito è un’altra cosa e sta da un’altra parte. In altre parole, il blog sta su tagliaerbe-staging.bmavqlqcwx-pxr4kxl853gn.p.runcloud.link, e il sito su www.tagliaerbe.com. Son cose nettamente separate, e stanno in 2 “luoghi virtuali” diversi e ben identificabili.
- Branding: il blog si chiama TagliaBlog, il sito Tagliaerbe.com. Sono sostanzialmente 2 brand diversi, che volendo potrebbero vivere di vita propria. (E’ anche vero che molti chiamano il blog Tagliaerbe (e non TagliaBlog), o chiamano il sottoscritto TagliaBlog (anziché Tagliaerbe)… ma quella è solo colpa mia e del fatto che per anni ho portato avanti 2 brand assieme).
- Link e citazioni: questo punto è buffo, ma va detto. Quando secoli fa cercavi di finire in qualche “directory di alta qualità” (ma ne esistono???), dovevi avere un dominio di secondo (tagliaerbe.com) o terzo livello (tagliaerbe-staging.bmavqlqcwx-pxr4kxl853gn.p.runcloud.link): il tuo sito, per essere accettato, NON poteva essere in una sottocartella (tagliaerbe.com/blog). Secondariamente, mettere il blog in una sottocartella presenta il rischio (anche se limitatissimo) di prendere delle citazioni e dei link “sbagliati”, che vengono dati alla root (=tagliaerbe.com) anziché alla sottodirectory (=tagliaerbe.com/blog) che ci interessa.
La leggenda – che ho sempre sentito girare in ambito SEO – pende comunque dalla parte di Fishkin: da anni leggo cose del tipo “se vuoi più spinta, e un ranking più veloce, è meglio mettere i nuovi contenuti in una cartella di un dominio già esistente”. O anche “un dominio di terzo livello viene considerato da Google come un sito nuovo di zecca, quindi non beneficia del trust ottenibile da una cartella in un dominio di secondo livello”.
E le leggende han sempre un fondo di verità… oppure no?