“Non siamo un social network, siamo un information network”. Questa è la frase che Michael Abbott, VP Engineering di Twitter, ha pronunciato nei giorni scorsi al Mobilize 2011. La dichiarazione non è una novità assoluta, visto che lo scorso anno, proprio in questo periodo, Kevin Thau (VP of Business and Corporate Development di Twitter), disse più o meno la stessa cosa: “Twitter is for news. Twitter is for content. Twitter is for information”.
Twitter sta cambiando la natura stesse delle notizie. Ci sono giornalisti che pubblicano link o addirittura notizie intere su Twitter. E utenti in grado di fare meglio dei giornalisti, lanciando breaking news direttamente da Twitter: Il ragazzo che ha visto atterrare l’aereo sul fiume Hudson, di fronte ai suoi occhi, non ha pensato ad inviare una email. L’ha twittato”, ci ricorda Kevin Thau.
Inoltre ci sono oggi milioni di utenti (in tutto 160 al mese, secondo DoubleClick Ad Planner) che accedono a Twitter non per scrivere, ma solo per leggere ciò che viene pubblicato da altri. Probabilmente la scelta di passare da “social” a “information” risale addirittura al Novembre 2009, quando la domanda posta a fianco dello status update degli utenti è passata da “Cosa stai facendo?” a “Che c’è di nuovo?” Twitter ha fatto questa mossa per smarcarsi da Facebook, perché ha capito che non avrebbe mai potuto competere sul terreno del social a tutto tondo.
E quindi ha spostato l’attenzione sulla “rete di informazioni”. Questa strategia sembra aver funzionato, almeno fino ad ora, e ha permesso a Twitter di costruire un enorme mappa degli interessi degli utenti, definita come “la somma delle dichiarazioni degli interessi delle persone”. Il problema è che ora sia Facebook che Google+ sembrano avere come target l’“information network”. Facebook, oltre al “Like”, si sta orientando verso il “Read”, il “Watch” e il “Listen”.
Si parla addirittura di bottoni dedicati alle 3 azioni. Se l’utente permette ad applicazioni come Spotify (musica), Washington Post (news) e Netflix (video) di condividere i dati dentro il News Feed, ecco che consentirà a Facebook di mappare molto meglio tutti i suoi interessi, e quelli dei suoi amici. Se una volta leggevi, ascoltavi, o guardavi una cosa su Facebook, ti capitava poi di condividerla su Twitter.
Ora, grazie anche alle nuove feature, potresti tendere a mantenere la condivisione dei contenuti solo all’interno di Facebook. Google+, nel frattempo, viene sempre più utilizzato come un “interest network”: secondo Robert Scoble, Google+ si orienterà verso la condivisione di interessi comuni, mentre Facebook sarà il “social graph” delle interazioni. E Twitter, nonostante sostenga di avere ad oggi 100 milioni di utenti attivi, si vede stretto fra i 2 colossi, che cercano di invadere sempre più il suo territorio. Riuscirà a continuare a crescere? e per quanto rimarrà il leader degli “information network”?
Liberamente tratto da Why Twitter’s “Information Network” Strategy Is Under Pressure From Facebook & Google Plus, di Richard MacManus e da Twitter is NOT a Social Network, Says Twitter Exec, di Sarah Perez.