Nel termine social media è quasi implicito il concetto di condivisione, e infatti Wikipedia definisce i social media come l’insieme delle “tecnologie e pratiche online che le persone adottano per condividere contenuti testuali, immagini, video e audio”. In effetti, in un mondo perfetto, l’utente dovrebbe condividere con altri i contenuti che trova più belli, più interessanti, più utili; volendo anche i più commoventi, ridicoli, assurdi… ma certamente NON sempre e solo i propri contenuti.
Qualcuno potrebbe accusarmi dicendo che pure io condivido pochi contenuti di terzi (e infatti sui miei account di Facebook e Twitter vengono rigirati quasi esclusivamente i post di questo blog), ma c’è una ragione ben precisa: non ho (purtroppo) il tempo per dedicarmi “proattivamente” ai social media, e quindi uso quei canali per diffondere automaticamente ciò che produco e quindi raggiungere persone che preferiscono frequentare quegli ambienti piuttosto che puntare il browser verso il mio blog.
Intendo dire che il mio post viene “incapsulato” in un contenitore sociale privato (=la mia pagina di Facebook e di Twitter), e NON in uno spazio pubblico o semi-pubblico. Arrivo al punto, almeno ci capiamo meglio: i nuovi gruppi di Facebook sono sostanzialmente dei forum, divisi per argomento, nei quali si ritrovano gli appassionati di questo o quel settore, per discutere del più e del meno. Nel corso dei mesi mi sono (ritrovato) iscritto ad alcuni di questi gruppi, pochissimi di ottima qualità, tanti di media qualità, tantissimi di pessima qualità (da questi ultimi sono, ovviamente, uscito all’istante).
In questi gruppi, solitamente, il trend è quello di condividere un contenuto e di commentarlo, il che è perfettamente affine alla logica di Facebook: trovo un articolo, una immagine o un video che mi piace, lo condivido, e il contenuto riceve “like” e relativi commenti dagli iscritti al gruppo. Il tutto sarebbe di una enorme utilità, se non fosse che ho iniziato a notare il triste vizietto, che risale ai tempi del news rating, di proporre solo ed esclusivamente contenuti propri.
Come ai bei brutti tempi di OKNOtizie (dal quale infatti sono fuggito da anni), ecco che anche nei gruppi di Facebook si può assistere alla tendenza del “voto incrociato” e del post autoreferenziale. Esattamente come in OKNOtizie, si notano dunque piccole “cordate” di like “a comando” e gente che posta solo ed esclusivamente propri articoli, cercando di ottenere qualche piccola ondata di traffico per il proprio sito web.
E magari gli autori di queste pratiche sono gli stessi che condannano i grossi quotidiani online (che notoriamente non mettono un link esterno manco a morire), mentre nel loro piccolo evitano accuratamente di condividere i buoni contenuti visti da altre parti… è più la gelosia, l’invidia, o l’autoreferenzialità a prevalere?