Anzi, riformulo meglio la domanda: “è possibile guadagnare abbastanza per mollare il lavoro, e vivere e mantenersi solo bloggando?”.
Probabilmente no, ma prima di andare nei commenti a scrivere “non è vero, guadagnare con un blog è possibile!”, lasciatemi spiegare le motivazioni.
In Italia, ci sono sicuramente persone che guadagnano con un blog.
Però va chiarito:
- quanti sono
- quanto guadagnano (anzi, sarebbe meglio dire quanto gli rimane in tasca DAVVERO al netto delle tasse)
- sono blogger o no?
Procediamo per punti.
Quanti sono
In questo istante, di persone che guadagnano TANTO, mi vengono in mente Robin Good e Geekissimo. Non ne conosco altri.
Quanto guadagnano
Robin Good mi ha detto di fare circa 20.000 euro/mese, Geekissimo mi ha detto di guadagnare abbastanza bene per mantenersi a Roma, pagare le spese degli articolisti, tasse, connessione internet, bollette e ufficio.
Sono blogger o no?
Robin Good è un editore indipendente con un network di siti multilingua; Geekissimo potrebbe essere un buon esempio, ma credo che punti anch’egli al nanopublishing; insomma, in entrambi i casi non stiamo parlando del singolo blogger che scrive sul suo singolo blog. Parliamo di professionisti con una rete di collaboratori e di siti.
4 motivi che impediscono di campare di solo blog
A parte quanto ho già esposto in Perchè non farai mai i soldi col tuo blog, ci sono 4 grossi problemi che limitano fortemente i (pro)blogger italiani:
- la lingua
Scrivere in italiano riduce notevolmente la propria audience: meglio sicuramente puntare all’inglese (e, in prospettiva futura, magari al cinese :-)). - la pressione fiscale
In Italia le tasse si portano via circa il 50% di quello che guadagnamo. In altri paesi, probabilmente, molto meno. Ecco spiegato perchè Leo Babauta riesce a fare il problogger a tempo pieno e a mantenere 6 figli: abita a Guam (isola dell’arcipelago delle Marianne). - la pubblicità
In Italia siam tutti “adagiati” su Google AdSense. La maggior parte di siti e blog espongono esclusivamente annunci contestuali di AdSense, e vivono unicamente di quello. E per chi viene bannato da AdSense son dolori: senza alternative serie, significa la fine del business. - la mentalità
Questo è il vero punto dolente. L’italica propensione al posto fisso, magari statale, è agli antipodi del concetto di rischio imprenditoriale.
Se poi il mettersi in proprio vuol dire farlo in un settore avventuroso e pionieristico (come viene ancora oggi considerato il web), capite bene che spesso viene preferito il lavoro sicuro (che NON esiste più da anni, svegliatevi!) dalla libera professione. Chi vi sta scrivendo ha aperto la sua prima partita IVA 13 anni fa, per (indovinate un pò?) vendere abbonamenti internet dial-up… 😉
Concludendo
Come scrissi a suo tempo nei 10 benefici di un blog, grazie al blog potreste riuscire ad ottenere qualche buona proposta di lavoro e a creare un’ottima rete di contatti.
Mi vengono in mente personaggi come Luca Conti e Tiziano Fogliata, bravissimi blogger e comunicatori, che credo si guadagnino da vivere facendo enne altre cose (oltre a bloggare).
Oppure, con un grosso impegno, potete pensare di arrotondare, di guadagnare qualche centinaio di euro al mese, ma probabilmente non uno stipendio stabile (nel tempo) in grado di mantenere voi stessi e famiglia.
Insomma: si può vivere di solo blog? probabilmente no, o meglio (come cantava Morandi) “uno su mille ce la fa”.
Vogliamo continuare ad illudere gli altri 999?