pubblicità online

C’è grande movimento nel mondo del Pay Per Click: Google AdWords cambia pelle in Google Ads; Amazon Ads fa passi da gigante, Facebook punta sul gaming con le sue Payable Ads…

Amazon Ads, questo sconosciuto

Partiamo da 2 dati curiosi:

Ricavi da pubblicità per Twitter, nel 2017: 2,1 miliardi di dollari

Ricavi da pubblicità per Amazon, nel 2° quadrimestre del 2018: 2,2 miliardi di dollari. +130% rispetto al quadrimestre precedente.

OK, forse Twitter Ads non è il benchmark più sfidante di tutti. Però già questo confronto numerico è impari e porta a una conclusione: quando si tratta di pubblicità online (per chi vende prodotti online), dopo Google e Facebook ci potrebbe essere Amazon.

La piattaforma pubblicitaria di Amazon non è così conosciuta ai più, poiché la maggior parte dei marketer sono soliti a battagliare a colpi di CPC su Google AdWords / Shopping, ma anche su Facebook Ads. Eppure la piattaforma cresce, cresce e… potrà rappresentare una (seppur ancora piccola) minaccia al duopolio Google-Facebook.

Gli utenti che acquistano online possono passare attraverso diverse fasi. Due fasi classiche principali, che si susseguono continuamente e si ripetono, sono:

Step 1 – navigando, l’utente si imbatte in brand, prodotti e servizi che potrebbero conciliarsi con i propri interessi.
Step 2 – l’utente cerca specifici prodotti e servizi; è maggiormente informato e persegue intenti specifici.

Facebook occupa essenzialmente lo step 1.
Google occupa principalmente lo step 2.

Amazon, invece, li racchiude entrambi, ma presidia anche altri momenti del processo d’acquisto, occupando la posizione dove si incontrano interessi, ricerca intenzionale, acquisto e attribuzione delle conversioni.

I modelli di Google, Facebook e Amazon, quindi, sono differente, ma esistono punti di contatto dove può scatenarsi il confronto. È proprio Google, forse, a doversi preoccupare di più, dato che la costante crescita di Amazon come punto di riferimento per la ricerca di prodotti rischia di “sottrarre quote” proprio a Google. Amazon è un ibrido: un po’ grande bazar, un po’ motore di ricerca per i bisogni più disparati.

Google Ads: qualche novità in arrivo

Già il cambio di nome sembra preludere alla volontà di offrire un set più ampio di strumenti agli utenti, un po’ in stile Facebook Ads. Google Ads sarà un mix di diverse soluzioni ricche di automatismi e mosse da Intelligenza Artificiale per rendere l’uso degli strumenti pubblicitari di Google sempre più facile e alla portata di tutti? (=questo è un grande punto di forza di Facebook Ads). Probabilmente si; vediamo infatti cosa bolle in pentola:

Responsive Search Ads

Google metterà a disposizione uno strumento con cui generare svariati annunci automaticamente, “incrociando” titoli e descrizioni degli annunci (fino a 15 titoli e 4 descrizioni differenti). Sarà quindi possibile individuare anche quali combinazioni funzionino meglio, ottimizzando gli annunci senza sforzo.

Lead Ads su YouTube

Google e Facebook si tengono sempre d’occhio l’un l’altro, da buoni rivali. Google starebbe per ispirarsi alle Facebook Lead Ads, lavorando su uno strumento simile per YouTube. I lead? Si scaricano direttamente dentro Google Ads.

Campagne Smart

La grande differenza tra Facebook Ads e AdWords era senza dubbio quella della maggiore semplicità della piattaforma di Zuckerberg: la creazione di una campagna “base” su Facebook o Instagram è alla portata di tutti o quasi. AdWords, al contrario, è sicuramente più complesso e richiede un maggiore studio. Con Google Ads fanno il loro esordio le “campagne Smart”: se ne sa ancora poco, ma il concetto di fondo è proprio quello di trasformare Google Ads in una piattaforma più affrontabile, anche per le piccole attività che non dispongono di grandi budget o grandi competenze.

Smart Shopping

Sempre in tema di Machine Learning: per le campagne pubblicitarie a favore di siti e-commerce, Google metterà a disposizione degli algoritmi che aggiusteranno automaticamente il valore delle offerte, i prodotti su cui puntare o i posizionamenti sulla base dei migliori risultati che si possono raggiungere. Anche in questo caso, il modello-Facebook Ads è evidente…

Playable Ads, Realtà Aumentata e WhatsApp approdano in Facebook Ads

Facebook Ads si è sempre distinta per creatività e varietà della tipologia di campagne pubblicitarie disponibili. Notizia di questi giorni è l’arrivo delle Playable Ads: si tratta di annunci pubblicitari interattivi con cui si dà la possibilità agli utenti di provare videogame e giochi virtuali vari. Prima provi e poi passi al download, se ti piace.

Come mai puntare sui videogiochi? Semplice: solo in Italia, il giro d’affari ha recentemente superato gli 1,5 miliardi di euro all’anno. Figuriamoci in tutto il mondo…

Non solo giochi, ma anche realtà aumentata: gli utenti potranno interagire virtualmente con i prodotti pubblicizzati con questa nuova modalità. Gli annunci sponsorizzati sembreranno dei normali annunci in-feed, ma in realtà includeranno anche l’opzione “Tocca per provarlo”, che apre la feature Realtà Aumentata. Si tratta di una campagna perfetta per il mondo fashion, poiché darà anche la possibilità – ovviamente – di portare l’utente direttamente allo shop online.

Infine, WhatsApp: è in fase di test una campagna pubblicitaria che consente agli utilizzatori di portare gli utenti direttamente all’interno di una chat pre-compilata in WhatsApp. Potrebbe essere un ottimo strumento per attività commerciali locali che vogliano fare il pieno, ad esempio, di prenotazioni o richieste varie che poi avranno un riflesso sulle vendite o nei flussi di compratori nel negozio locale. È solo un’ipotesi, in realtà il limite è come sempre la fantasia del marketer. Maggiori informazioni su Marketing Land.

Morale

Nei prossimi mesi, come sempre accade, si inseguiranno ulteriori novità. Ma quel che ci portiamo a casa oggi è una morale molto semplice:

  • Occhi aperti verso le nuove forme pubblicitarie, soprattutto se gestisci degli e-commerce: la maggior parte delle sorprese verte sempre sulla vendita online. Amazon è da valutare (conseguentemente è da valutare anche l’apertura di un negozio Amazon, anche se sei un brand riconosciuto e hai già un tuo store privato).
  • Il lavoro del Pay Per Click Specialist, a mio avviso, è the place to be: si tratta di un sapere specialistico, molto ricercato dal mondo del lavoro, che ti potrebbe concedere anche molta autonomia, se è quello che vai cercando. Come si impara? Online (corsi a bizzeffe) e con tanta tanta pratica. Chiaro, serve impegno perché la materia è vasta: non ho menzionato, infatti, tutto il mondo Programmatic, Bing Ads, le altre piattaforme di Social Ads, l’Affiliate, il Native Advertising…
  • Diventa sempre più bizzarro parlare di “piattaforme concorrenti”: lo sono a tutti gli effetti, per carità, ma forse non agli occhi del marketer. Facebook Ads e Google Ads, infatti, occupano sovente dei “momenti” differenti nel funnel che trasforma l’utente in cliente. Pertanto vanno presidiati entrambi.
  • Le piattaforme diventano sempre più automatizzate, grazie all’intelligenza artificiale. Lo sforzo del marketer, pertanto, sarà sempre più lungo due direttrici:
    • Strategica. Parte dall’osservazione del mercato (dall’ascolto dei clienti e dallo studio dei numeri del business).
    • Creativa. È nella creatività (immagini, copywriting, dinamiche promozionali, etc) che puoi fare la differenza rispetto ai concorrenti.

Autore: Luca Crivellaro, fondatore di Bee-Social, per il Max valle.

Max Valle

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