Se Google Wave non mi ha convinto sin dal primo impatto, a Google Buzz qualche chance l’avevo data. Nel senso che Google Wave è la classica cosa che, non riuscendola a comprendere/spiegare in meno di 3 minuti, vedevo fallimentare sin dalla nascita, perlomeno se l’intento era quello di puntare ad un mercato fatto da grandi numeri. Google Buzz, invece, si mostrava come un Wave più sociale e senza fronzoli, e quindi qualche possibilità di successo poteva averla. Ma le cose non sembrano stiano andando in quella direzione.
La privacy Il primo grosso “inghippo” è stato quello della privacy. Per carità, non sono uno di quelli che si è stracciato le vesti quando sono stati fatti notare i primi “problemini”, iniziati subito dopo il lancio e continuati fino qualche giorno fa: però diamocelo, in Google avrebbe dovuto adottare un approccio più prudente e meno leggero verso una tematica così dibattuta (vedi ad esempio cosa sta accadendo a Facebook, con tanto di fuggi-fuggi dei Google-Man dal popolare social…). Ma il problema vero di Buzz è semmai questo: L’uso che se ne fa Un recente studio di PostRank ha mostrato un quadro piuttosto avvilente:
La fonte principale dello stream di dati che circola su Google Buzz è Twitter (2/5 del totale), seguita dai feed (1/4). La somma di Twitter+Feed è quindi dell’89,04%, cosa che relega “il resto” ad una quota ridicola.
Conclusione Google Buzz si colloca dunque nel mondo degli aggregatori, e non dei social. Io stesso lo uso in questo modo, e mentre credevo inizialmente di essere una eccezione ora mi accorgo che sono parte della regola. Su Buzz non si genera quindi la discussione – vitale per un media sociale – ma solo una aggregazione di contenuti già presenti in altri social, creando un “effetto ridondanza” davvero sgradevole: nello stream rischiano infatti di apparire le stesse fonti/URL enne volte, punteggiate da qualche “Mi piace”, ma nessun dialogo reale. Una sorta di brutta copia di FriendFeed, come scrissero alcuni. Ti chiedo: il problema di Google Buzz è quello di una mancanza di “identità”, o è semplicemente arrivato in ritardo? 🙂