Facebook non è certamente un social perfetto, ma dobbiamo ammettere che da una decina d’anni è in grado di intrattenere (o forse sarebbe meglio dire intrappolare?) milioni e milioni di utenti. Più e meglio di tutti gli altri social network, alla faccia di chi pensava fosse solo un “fenomeno passeggero” tipo Orkut o Friendster. Facebook riesce nel suo intento continuando ad aggiungere (ogni tanto a togliere) piccole (o grosse) funzioni che incentivano le persone a ritornare, anzi a persistere all’interno della piattaforma. E nel mettere e nel NON mettere queste cose, io avverto sempre una certa forma di… “malizia”.
Facebook e la Positività
Da un lato, Zuckerberg ha sempre puntato a creare un “social positivo”: il noto pollicione esiste solo rivolto verso l’alto, ad indicare “Mi piace”, e non rivolto all’ingiù come invece succede altrove (per esempio, su YouTube). È vero, Facebook ha aggiunto di recente altre 5 reaction (Love, Ahah, Wow, Sigh e Grrr), ma NON il “Dislike”. Facebook vuole insomma che gli utenti si scambino pacche sulle spalle, che si “piacciano” vicendevolmente. Ma c’è un ma.
Facebook e la Negatività
In realtà Facebook permette (o forse incentiva?) i battibecchi, i flame, le piccole risse. Un po’ come succedeva ai vecchi tempi dei newsgroup, o nella più recente era dei forum, dove i piccoli troll, se ben gestiti, erano una “risorsa” in grado di animare la community. Ci vuole insomma la figura del simpatico ma pure quell’antipatico, del bastian contrario, dello scassa-maroni. Di quello che mette il pepe nelle discussioni. E Facebook lo sa. Ecco perché non implementa la funzione che tutti sogniamo, ovvero questa:
Non mostrarmi più contenuti riguardanti l’argomento X.
È vero, c’è la funzione (un po’ nascosta…) “Nascondi post”, che dice che aiuterebbe a mostrare meno post come quello in questione. E c’è pure la funzione “Non seguire più”, che permette di non vedere più i post di una certa persona.
Ma la possibilità di eliminare totalmente dallo stream un argomento che proprio non vogliamo più vedere, non esiste. Anzi, sembra che Facebook si diverta a mostrarci incessantemente i trending topic del momento, dallo sport alla cronaca nera, dal gossip alla politica: può essere una cosa che dura solo poche ore (chi si ricorda il caso del vestito bianco e oro vs. vestito blu e nero?), o che invece va avanti per giorni e giorni (vedi il recente referendum SI vs. NO). Ammetti che vorresti a portata di dito un bel bottone “toglimi per sempre questa roba dallo schermo”, ma Facebook non lo crea. E il “Nascondi post” non sembra funzioni a dovere contro le “tendenze”. Non credo sia una questione di risorse tecnologiche: non sono un programmatore o un “manipolatore di dati”, ma penso che Facebook sia perfettamente in grado di eliminare un certo tema (e pure tutti i suoi sotto-temi) dai nostri occhi. Facebook non ci permette di modellare in modo preciso il nostro stream, non perché il bias di conferma sia una cosa brutta (e lui ha a cuore la nostra “salute mentale”). Facebook lo fa, molto più banalmente, per aumentare le pagine visualizzate e la persistenza degli utenti all’interno della piattaforma: se leggessimo solo gli argomenti che scegliamo a priori di leggere, in breve tempo il social si atrofizzerebbe, ripiegandosi su se stesso. Interagiremmo molto meno con gli altri, lo stream finirebbe per raccontarci solo so che vogliamo/già sappiamo, e Facebook imploderebbe lentamente. Invece il social ci mostra post che ci danno un po’ “fastidio”, contenuti opposti al nostro orientamento: Sei pro-Trump? Ti mostro anche post pro-Clinton, e soprattutto non ti permetto di eliminare l’argomento “Hillary Clinton” dallo stream. Così magari finisce che leggi anche qualche post che ti fa un po’ inviperire, ti scatta la voglia di commentare per dire la tua a chi non la vede come te, e quello che sembra un circolo vizioso (per gli utenti) è in realtà virtuoso (per il social): più pageview, più interazioni, più soldi. Come diceva Gil Stern, “sia gli ottimisti che i pessimisti contribuiscono alla nostra società. L’ottimista inventa l’aereo e il pessimista il paracadute”. E Facebook ha bisogno di entrambi per campare bene. 🙂