il new york times

Dopo The Daily, รจ in arrivo (per settimana prossima) un altro illustre tentativo nel campo dell’editoria online a pagamento, quello del New York Times.

Non รจ perรฒ corretto accostare i 2 casi in quanto The Daily รจ un giornale nato nel 2011, principalmente per i tablet (anzi per UN tablet, l’iPad) e partorito con l’idea di essere sin da subito a pagamento. Il New York Times รจ invece un giornale cartaceo, nato 160 anni fa (il 18 Settembre 1851) e del quale esiste una versione web, gratuita, dal “lontano” 1995.

I numeri

NYTimes.com non รจ dunque una matricola, nรฉ offline nรฉ online, visto che sul web registra numeri di assoluto rispetto:

I numeri del NYT secondo Ad Planner
Il New York Times diventa a pagamento. (Ma volendo no). 4

molto a spanne, Ad Planner parla di 4 milioni di utenti unici al giorno, 650 milioni di pageview al mese e un tempo medio sul sito di 13 minuti (per altre stime spannometriche, puoi provare Compete o Quantcast).

I prezzi

A partire dal 28 Marzo il NYT alzerร  il suo paywall, con 3 differenti prezzi:

  • 15 dollari ogni 4 settimane per l’accesso completo al sito (NYTimes.com) e tramite l’app per smartphone
  • 20 dollari ogni 4 settimane per l’accesso completo al sito (NYTimes.com) e tramite l’app per tablet
  • 35 dollari ogni 4 settimane per la somma delle 2 opzioni

Curioso notare che si parla di 4 settimane invece che di 1 mese (chissร  poi perchรฉ…), ma ancora piรน curioso (anzi direi fastidioso) il fatto che smartphone e tablet abbiano tariffe diverse (a mio parere giustificabili solo nel caso di edizioni diverse fra loro). Non brilla infine di acume l’idea del canone da 35 dollari: se leggo il tuo giornale al mattino (in metropolitana, via smartphone) e alla sera (sul divano, via tablet), almeno fammi un piccolo sconto, e non sommare semplicemente le 2 tariffe smartphone+tablet…

L’accesso gratuito

Cta Digital Marketing

Per fortuna rimane una bella opzione a disposizione dei lettori saltuari. Chiunque avrร  infatti accesso al NYT per un massimo di 20 articoli al mese, cosa che mi ha fatto immediatamente pensare ad un paywall “a metร ” atto a salvaguardare la grossa mole di traffico che il giornale riceve, inevitabilmente, dai motori di ricerca (e che non riceverebbe piรน nel caso di un accesso completamente chiuso da una login e una password). Ma c’รจ dell’altro: se sei un po’ smanettone, bastano poche linee di codice per scavalcare il muro e non pagare nulla…

Un illustre precedente!

Come capita sempre nel caso di un passaggio “da free e fee”, anche stavolta ci si interroga per capire se e come la strategia del New York Times potrร  avere successo. In questo particolarissimo caso, possiamo perรฒ contare su un illustre precedente: si, perchรฉ nel biennio 2005-2007 il NYT aveva giร  il suo servizio a pagamento, chiamato TimesSelect, che costava $7.95/mese (o $49.95/anno). TimesSelect registrรฒ la bella cifra di 227.000 abbonati e circa 10 milioni di dollari di revenue all’anno, cifre evidentemente non sufficienti a sostenere il progetto.

Le motivazioni ufficiali della chiusura di TimesSelect stanno in questa lettera della Senior Vice President & General Manager ai lettori del quotidiano, che nel passaggio cruciale recita:

“Da quando abbiamo lanciato TimesSelect nel 2005, il panorama online รจ cambiato significativamente. I lettori, sempre piรน spesso, trovano le notizie attraverso la ricerca, i social network, i blog e altre fonti. Alla luce di questo cambiamento, siamo convinti che offrire un libero accesso al New York Times serve meglio l’interesse dei nostri lettori, del nostro brand e della vitalitร , sul lungo termine, del nostro giornalismo. Incoraggiamo tutti a leggere le nostre notizie e opinioni, nonchรฉ a condividerle, linkarle e commentarle.”

In altre parole: a Settembre 2007 (anno d’oro dell’advertising online e inizio del boom dei social media) sembrava che la strada migliore fosse quella di agevolare la “socializzazione” dei contenuti e da quella cavarci parecchi soldi grazie alla pubblicitร . A Marzo 2011, solo 3 anni e mezzo dopo, si ritorna invece al modello paid lanciato nel 2005. Vediamo per quanti anni.

Max Valle

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