Il 3 Ottobre 2007 chiesi a Stefano Hesse se il Google Phone esisteva o meno. Mi rispose che “il Google Phone è più un concetto che un telefonino. L’idea è quella di riuscire a dare una fruizione di qualità all’utente mobile così come ha sul PC. Quello a cui Google da sempre lavora sono attività legate a nuove piattaforme che lavorano su quella piattaforma mobile, con qualunque tipo di operatore“. E in effetti arrivò Android (la piattaforma), e 2 giorni fa pure Nexus One (che quindi non è rimasto solo un “concetto”).
2 anni fa, il nulla
Tornando a inizio 2008, ricordo però che il mobile web in Italia non esisteva. Rileggendo quel post sembra che l’abbia scritto qualche era geologica fa, visto che parlava solo di Symbian (a non di iPhone e Android) e non faceva menzione di UMTS, HSDPA o robe simili (neppure oggi esistono tariffe super-economiche, ma confrontando le offerte attualmente sul mercato qualcosa di decente si trova).
Insomma, soli 24 mesi fa i navigatori mobili erano rari come quelli in dial-up degli anni ’90: veri pionieri che si districavano fra tariffe esagerate e dispositivi impossibili da configurare, cercando di dimenticare il brutto ricordo del WAP.
E nel 2010, cosa ci aspetta?
C’è chi parla di 1 miliardo di utenti mobile entro quest’anno, ma credo che questa immagine (ritagliata da A Day in the Internet) valga più di 1.000 parole:
Oggi abbiamo sia i device (e non parlo solo dei telefoni: personalmente sono uno che preferisce usare il netbook, e guardo con un certo interesse all’iSlate o a dispositivi a metà fra un telefono e un netbook), che la connettività (OK, in Italia non abbiamo – e non avremo mai – il wi-fi onnipresente, ma la “chiavetta” ha oramai un prezzo quasi accessibile e offre una discreta copertura).
E ora abbiamo pure Google, con tutta la sua potenza (anche economica), che è scesa definitivamente in campo. Google che un paio di mesi fa scucì 750 milioni di dollari per acquistare admob, ed entrare quindi nel campo degli annunci display e all’interno delle applicazioni (nella search è già leader da un pezzo).
Google che ha appena annunciato “un nuovo modo per i consumatori di acquistare un telefono attraverso un web store ospitato da Google“, nonchè la funzionalità Click-to-Call negli annunci via mobile. Google che quindi si muove su 2 binari: da un lato quello hardware (=telefoni, ora venduti anche direttamente tramite link sulla home page del motore) e software (=Android), dall’altro quello del mobile advertising, definito da Eric Schmidt come una “huge revolution“, “the next big wave” e anche che “would generate more revenue than advertising on today’s web“.
Il CEO di Google dichiarò anche che “we can make more money in mobile than we do in the desktop eventually… and the reason is the mobile computer is more targeted. Think about it: you carry your phone, and your phone knows all about you… we can do a very, very targeted ad. Over time we will make more money from mobile advertising… not now, but over time“. Avrà sicuramente ragione. Sempre però che qualcuno inizi a guardare, e a cliccare, sui quei banner.